C’è la tomba della famiglia di John Charles Beckwith, quella del conte russo Alexander Alopéus, del pittore Paolo Paschetto e di sua moglie, anche lei artista, Italia Angelucci. Queste sono alcune delle sepolture che hanno valso a Torre Pellice l’inserimento nell’Atlante dei cimiteri significativi italiani, pubblicata dall’associazione Sefit (Servizi Funerari Italiani) e consultabile gratuitamente a questo link.
Si tratta di un passo per la valorizzazione del luogo iniziata già lo scorso anno e coinvolge l’Amministrazione comunale di Torre Pellice e l’Archivio storico e beni culturali della Tavola Valdese.
“Grazie al buon numero di sepolture di personalità importanti a livello nazionale e internazionale e alle sue caratteristiche artistiche e architettoniche, la candidatura di Torre Pellice è stata accettata. E ora fa parte della pubblicazione che contiene per lo più cimiteri monumentali e di grandi città. Per il paese è un motivo di orgoglio” commenta Matteo Del Pero, architetto e consigliere comunale che segue l’iniziativa.
L’obiettivo della richiesta di entrare a far parte della pubblicazione è intercettare i flussi di necroturismo, cioè di turismo cimiteriale: “Questi luoghi vengono visitati quando contengono sepolture di artisti conosciuti o di personalità pubbliche importanti e per gli aspetti artistici e culturali delle costruzioni che contengono” aggiunge del Pero.
Le pagine dell’Atlante dedicate a Torre Pellice contengono la storia dei suoi cimiteri e la descrizione di otto tra le sepolture più importanti per gli aspetti storici e artistici: oltre a quelle della famiglia Beckwith, Paschetto e di Alopéus, c’è quella del conte Waldburg-Truchsess, della famiglia Scroppo, Soulier-Rollier, Falchi e Malan. “Le tombe importanti però sono molte di più rispetto al numero di quelle che potevamo inserire nell’Atlante – ammette del Pero –. Per questo vorremmo trovare le risorse per realizzare della cartellonistica dedicata alla storia generale del cimitero e a quella delle sepolture più significative. Ci piacerebbe poi creare dei percorsi specifici per conoscerle tutte”.














