I suoi locali saranno più efficienti dal punto di vista energetico e maggiormente resistenti ai terremoti. È una riqualificazione storica quella che riguarda il complesso della Casa dell’Anziano di piazza Marconi a Pinerolo, che conta sulle due case di riposo Fer e Giachetti. Il progetto è partito nel 2023, a luglio 2024 è partito il cantiere e nell'autunno si chiuderà.
Gioco di squadra
L’intervento da oltre 15 milioni di euro è stato reso possibile dall’applicazione del Superbonus (110%), con il sostegno di Intesa Sanpaolo e la collaborazione con Sviluppo Verde S.r.l., con sede a Torino, general contractor con una solida esperienza nel settore edile, specializzata in progetti di efficientamento energetico e miglioramento sismico.
Nel cantiere hanno lavorato anche imprese del territorio, generando una ricaduta economica locale Race S.r.l. per la parte edile, Tecnical Impianti S.r.l. per la parte impiantistica, Mb Infissi e Fas Serramenti.
“La riqualificazione della nostra struttura non è solo un miglioramento fisico degli edifici, ma un segno concreto dell'attenzione e della cura verso le persone più fragili della nostra comunità – commenta il vescovo Derio Olivero, che è presidente della Fondazione che gestisce le case di riposo –. Questo risultato è il frutto di un grande lavoro di squadra e di una rete di solidarietà che dimostra, ancora una volta, quanto sia prezioso per il nostro territorio. Oggi più che mai, investire in interventi che riducano l’impatto ambientale è una scelta imprescindibile per costruire un futuro più sostenibile e responsabile, in cui innovazione e rispetto per l’ambiente vadano di pari passo con la qualità della vita delle persone”.
L’intervento
L’ultima grande ristrutturazione del complesso risale a 30 anni fa e per la Giachetti era necessario rifare tutto il tetto degli anni Sessanta.
“La possibilità di usufruire del Superbonus ci ha permesso di realizzare interventi che altrimenti avremmo scaglionato negli anni, a seconda delle disponibilità” precisa Roberto Pons, direttore della Giachetti.
Sotto il profilo energetico, è stato installato un sistema di pompe a calore per la climatizzazione invernale ed estiva, con le vecchie caldaie che rientreranno in funzione in caso di emergenza.
Sul tetto ci sono pannelli fotovoltaici per 40 kw, tenendo conto delle richieste della Soprintendenza, e un sistema di cogenerazione ottimizzerà la produzione di energia termica ed elettrica. In dirittura di arrivo è la realizzazione di un impianto di domotica per poter gestire in maniera intelligente il consumo di energia, stanza per stanza.
“Spendiamo 362.000 euro tra luce e gas e l’obiettivo è ridurre i consumi di un terzo” indica Pons.
La riqualificazione mette al riparo per un po’ di anni la Fondazione da interventi massicci di manutenzione su una struttura che ha 200 anni e 16.000 metri quadri di superficie. Liberando possibilità di investire su personale e attrezzature per migliorare i servizi.
La gestione e il futuro
Guardando al futuro di una delle strutture più importanti dal punto di vista occupazionale del Pinerolese, restano ancora delle incognite e delle richieste che servirebbero a mettere in sicurezza un settore importante nell’economia del Pinerolese.
“Noi abbiamo 192 posti, tra le due strutture, più 40 di centro diurno – dettaglia Debora Rostan, direttrice del Fer –. Gli occupati sono circa 200, tra personale dipendente, che è più della metà, e operatori di aziende che hanno appalti per servizi come cucina, lavanderia o portineria”. Mantenere questa macchina organizzativa e questo livello di servizi pone dei problemi a fronte di un aumento delle tariffe applicate troppo basso, rispetto a quello dei costi: “Ci sono stati aumenti del costo del personale, l’inflazione e le tariffe dal 2013 al 2022 sono aumentate solo del 5,1% e del 3,5% nel 2024, ma solo sulla quota sanitaria dei posti convenzionati” entra nel merito Pons. Quel che chiedono dalla Casa dell’Anziano è un intervento della Regione perché adegui le tariffe, senza gravare sulle tasche degli utenti del servizio e delle loro famiglie. Collegato a questo intervento c’è il capitolo personale: “C’è una migrazione verso il pubblico, dovuto anche alle forme contrattuali più vantaggiose. Anche questo aspetto andrebbe rivisto – conclude Pons –. Una maggior possibilità di spesa per il personale, grazie a tariffe più alte, ci permetterebbe di fare scelte differenti, tenendo comunque conto della carenza di infermieri, che si registra nel nostro territorio”.