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Politica | 02 agosto 2024, 11:39

Gallo: "Dalla Regione mezzo milione di contributo per dare un futuro alle scuole di montagna"

L’assessore alla Montagna: "Solo assicurando i servizi essenziali evitiamo lo spopolamento"

aula scolastica

Nuove risorse per le scuole di montagna in Piemonte

L’assessorato alla Montagna della Regione Piemonte va in soccorso alle terre alte stanziando oltre mezzo milione di euro per mantenere le scuole in aree territorialmente disagiate. Un aiuto che anche per quest'anno arriva attraverso le Unioni montane, 51 in tutta la Regione, e si estendono dalle Alpi liguri fino all’Alto Verbano. Tocca ad esse, in collaborazione con gli istituti scolastici del territorio, individuare le soluzioni e il personale nelle scuole di infanzia e primarie per garantire un servizio essenziale come l’insegnamento.

Due i filoni di intervento previsti dal bando appena chiuso per l’edizione 2024/2025: il primo punta al mantenimento del servizio scolastico in contesti montani di particolare marginalità che renderebbero disagevole frequentare la scuola altrove nel caso chiudesse il plesso locale; il secondo ha come obiettivo razionalizzare le pluriclassi nelle scuole primarie e secondarie quando la composizione delle stesse sia difficile da realizzare in rapporto al personale assegnato e al tempo scuola proposto.

«Interventi come questi sono indispensabili se davvero vogliamo stimolare e incentivare la realtà socio economica e produttiva delle zone di montagna - sottolinea l’assessore Marco Gallo - Solo assicurando i servizi essenziali garantiamo un futuro alla comunità che ha scelto di vivere nelle terre alte. Diversamente la popolazione sceglie di trasferirsi altrove. E i primi a subire le conseguenze dell’impoverimento dei servizi sono le famiglie con bambini in età scolare: il venire meno delle scuole accresce i loro disagi fino a costringerle giocoforza a spostarsi a valle per garantire ai propri figli il diritto allo studio. Compito della Regione è sostenere eguali diritti a tutti i cittadini: a maggior ragione se scelgono di vivere le terre alte del Piemonte preservando così il tessuto sociale ed economico delle nostre montagne».

comunicato stampa

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