Cantare ad alta voce, fuori dalle mura della propria casa, davanti a sconosciuti, e senza per questo dover temere di essere punita: Zarifa Hussaini ha ricominciato a farlo a Pinerolo con il coro del Liceo Porporato.
Il ritorno di un divieto
Quando se n’è andata dall’Afghanistan, a febbraio dello scorso anno, intonare una canzone in pubblico era ormai diventato di nuovo ‘Haram’, cioè proibito dai Talebani, così come frequentare la scuola e correre in bicicletta. Ed è stata proprio la sua appartenenza al club ciclistico ‘Oqab Cycling Team’ ad averla costretta, ma anche aiutata a fuggire, lasciando uno dei posti più turistici di quel paese: la valle Bamiyan, celebre per i suoi Buddha giganti. Quando le grandi statue vennero demolite dai Talebani – nel 2001 – a causa della guerra la famiglia di Zarifa si rifugiò in Iran, dove nacque l’anno successivo.
Dopo il conflitto, tornata a Bamiyan con la sua famiglia, Zarifa ha studiato e si è dedicata con passione allo sport fino al 2021. “Stavo per affrontare l’esame che permetteva di accedere all’Università – racconta Hussaini –. Ma la prova venne rimandata per la pandemia e poi dall’agosto del 2021, data in cui i Talebani hanno completato la riconquista del Pese, non fu più possibile per noi entrare nelle scuole”.
Scappata grazie alla bicicletta
Da quel momento per lei iniziò una quotidianità fatta di paura, stato emotivo in cui sprofondò quando i Talebani uccisero suo fratello, di pochi anni più grande: “Con la morte di Murtaza la mia vita cambiò del tutto” ricorda. Ma fu il rischio di essere aggredita in quanto ciclista a spingerla a scappare assieme ad altre ragazze che condividevano la stessa passione sportiva. Grazie all’aiuto dell’attivista Shannon Galpin, della giornalista Francesca Monzone, e al sostegno economico di Sylvan Adams, uomo d’affari israeliano appassionato di ciclismo, arrivò a luglio del 2022 in Italia, prima all’Aquila e poi a San Germano Chisone.
La riscoperta delle passioni
Oltre a correre in bici, a Pinerolo ha potuto alimentare un’altra sua passione, quella del canto: “Fin da piccola mi è sempre piaciuto cantare e nulla nella mia religione lo vieta. Prima dell’arrivo dei Talebani era possibile farlo in pubblico, fuori casa, anche se magari qualcuno ogni tanto disapprovava – racconta –. Poi è diventato pericolosissimo”. Frequentando la scuola d’italiano al Liceo Porporato, Penny Wirton, ha scoperto dell’esistenza dal coro della scuola e, aiutata da una studentessa, ha compilato la domanda per entrarne a far parte. Dopo il superamento di alcuni ostacoli burocratici la sua richiesta è stata accettata: “È stato necessario risolvere alcune problematiche dal punto di vista assicurativo ma non ci sono stati ulteriori difficoltà” afferma il dirigente del Liceo, Valter Careglio. “È la prima richiesta del genere che la nostra scuola riceve da parte di un giovane straniero, ma si tratta di una buona occasione per apprendere ulteriormente l’italiano” afferma.
La musica veicolo di inclusione
Il professore di musica Andrea Epifani con Zarifa ha trovato una nuova “bellissima voce” e l’occasione per mettere in pratica dei valori: “Parliamo e ragioniamo tanto di inclusione ma rare sono le occasioni per applicarla, così come è successo invece in questo caso”. Ciò che lui crede è che la musica veicolerà non solo una lingua ma tutta una cultura: “Dietro ogni spartito ci sono idee ed emozioni, elementi che costituiscono la nostra cultura che anche così si può trasmettere”.
Le lezioni di musica per Zarifa sono iniziate a febbraio e l’hanno accompagnata nella scoperta di emozioni nuove, suscitate dal sentire la sua voce in mezzo alle altre: “Mi è piaciuto tantissimo entrare in una classe dove si fa musica e cantare assieme agli studenti, non più da sola”.
Con agli altri membri del coro del Liceo si sta ora preparando per il concerto del 26 maggio in aula magna, e lì potrà affrontare un altro stato emotivo: “È la possibilità di cantare davanti a persone anche sconosciute: solitamente provo paura ma mi piace molto ogni volta superarla”.