I saldi torinesi al nastro di partenza, ma con alcuni avversari agguerriti che rispondono al nome di "caro bollette" e "variante Omicron". Si comincia così, con la giornata del 5 gennaio, la sessione invernale delle offerte speciali. E la situazione che fa da cornice non alimenta particolari ottimismi. Secondo le associazioni di categoria dei commercianti, Ascom e Confesercenti, ogni famiglia potrebbe spendere un massimo di 180-200. Un leggero calo, "colpa" anche di fenomeni come il black friday che di fatto ha già in parte assorbito in anticipo parte del budget.
“Purtroppo – dice Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti – la rapida diffusione di Omicron e gli aumenti dell’energia, che generano inflazione e costringono le famiglie e rivedere le loro priorità di spesa, rischiano di minare la fiducia dei consumatori e di azzoppare la ripresa. Tuttavia, proprio queste vendite di fine stagione costituiscono un’occasione di vero risparmio: speriamo che i nostri clienti sapranno coglierla".
“Nonostante i giustificati timori per il quadro economico e sanitario i saldi sono ancora una buona opportunità per i consumatori e per gli operatori che rinunciano ai margini di guadagno, nell’auspicio però, che possano aiutare a ritrovare una stabilità di cui tutti abbiamo bisogno – aggiunge Maria Luisa Coppa presidente Ascom Confcommercio Torino e provincia e presidente Confcommercio Piemonte -. I dati ci segnalano ancora un anno parzialmente in negativo rispetto al 2019 dovuto ai rincari e all’inflazione ma i prossimi mesi potrebbero essere anche quelli della svolta, con la diminuzione del pericolo sanitario e una ritrovata fiducia dei consumatori e degli imprenditori”.
Saldi per 4 piemontesi su 10: sì all'acquisto di impulso
Secondo l’indagine Confesercenti, il 42% dei piemontesi (contro il 39% della media nazionale) ha già programmato di approfittare dei saldi per acquistare uno o più prodotti, per un budget medio previsto fra i 150 e i 180 euro, in calo rispetto ai 200 dei saldi invernali precedenti. Si rafforza la tendenza all’acquisto di impulso: cresce al 46% (rispetto al 41% del 2020) la quota di consumatori che deciderà se acquistare prodotti in saldo sul momento, in base alle offerte.
In cima ai desideri dei piemontesi ci sono le scarpe: è la spesa prevista dal 47% di chi ha già deciso di comprare. Seguono prodotti di maglieria (45%), capispalla (cappotti e giacche, 27%), camiceria (26%), magliette e intimo (entrambi al 22%). Ma c’è anche un 15% in cerca di borse e un 12% di altri accessori, dalle sciarpe alle cinture. E di capispalla, giacconi, giubbotti colorati, calzature, borse e accessori parla anche l'indagine di Ascom, che per le prossime 8 settimane accende i riflettori anche su profumi, oggetti per la casa e l'immancabile elettronica.
Un acquisto su tre sarà fatto ancora nel negozio sotto casa
Le due sigle di commercianti concordano anche sul fatto che ci sarà spazio - nonostante il Web - per il negozio sotto casa. La statistica è di almeno un acquisto su tre effettuato in maniera tradizionale. Gli sconti saranno subito piuttosto elevati: 30-40%, ma in molti casi anche il 50%.
“Per una esigua percentuale degli operatori del nostro comparto, i saldi saranno accolti con una certa serenità, dopo una stagione invernale vissuta con diversi gradi di soddisfazione – dice Gianfabio Vanzini, responsabile gruppo Moda di Ascom -. Per una buona parte del commercio al dettaglio del settore moda, quest’anno, l’approssimarsi dei saldi invernali verrà accolto come un’opportunità di correggere un’altra stagione invernale vissuta sotto gli effetti ed all’insegna dell’emergenza pandemica, emergenza che sembrava essere, un anno fa, all’apice della fase acuta e che invece continua a condizionare acquisti e comportamenti sociali”.
“Nonostante tutto – dice Micaela Caudana, presidente di Fismo-Confesercenti, la federazione dell’abbigliamento e delle calzature -, siamo fiduciosi e speriamo che la parte crescente di consumatori che dichiara di voler fare acquisti d’impulso contribuisca sostenere la stagione. E speriamo che si confermi la tendenza di un ritorno dei consumatori ai negozi di vicinato. Consideriamo anche che quest’anno la data di inizio non è felicissima, trattandosi pur sempre di una giornata lavorativa seguita da una festività: dunque, invece del tradizionale week end, avremo una partenza più distribuita su più giorni, da mercoledì a domenica”.