Si svolgerà mercoledì 10 dicembre al Duomo di Pinerolo il funerale di Amedeo Camardo gestore della storica trattoria Rosa Bianca. Alla cerimonia, che inizierà alle 15, ci sarà anche il vescovo Derio Olivero. Deceduto questa mattina (domenica 7 dicembre) all’ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano, Camardo aveva 64 anni e da un paio d’anni combatteva con la malattia, che però non lo ha tenuto lontano dal suo locale di via Stefano Fer. Assieme alla moglie Silvana, al figlio Marco e agli avventori, nel 2023 aveva festeggiato i cinquant’anni della Rosa Bianca, aperta nel 1973 dai suoi genitori originari dell’Abruzzo.
Il ricordo di don Marabotto e dell’avvocato Paparozzi
“Amedeo per me è stato di più di un ristoratore, è stato un esempio. Mi colpiva la forza con cui ha continuato a lavorare in questi ultimi due anni: dopo la terapia tornava subito e con tenacia alla Rosa Bianca. Affrontava sempre di buon grado le domande sul suo stato di salute” ricorda don Bruno Marabotto, cliente affezionato del locale.
La sua giornata lavorativa iniziava presto al mattino, in cucina a fianco della moglie Silvana, come racconta l’avvocato Luca Paparozzi: “Erano loro a preparare tutte le pietanze al mattino e poi lui accoglieva i clienti in sala”. Proprio ai tavoli, tra i due, nacque circa vent’anni fa un rapporto di amicizia e stima reciproca: “Lavorava con tempestività e al tempo stesso cortesia. Inoltre era una persona di grande umanità, come ne ho conosciuti veramente pochi: che si trattasse del principe del Galles o di un senzatetto della Galleria Subalpina, aveva una parola di riguardo per chiunque entrasse in sala a prescindere dalla categoria sociale”.
Il suo locale, che arriva ad accogliere d’estate fino a 200 persone e che spesso lavora su più turni, è adatto a tutte le tasche: “Anche per questo è un luogo interessante, offre infatti un’occasione unica: in un posto solo puoi osservare uno spaccato del tessuto sociale pinerolese. E lui si faceva attento quando notava qualcuno in difficoltà, spesso ci scambiavamo opinioni a riguardo” rivela Marabotto. Riservava la stessa sensibilità ai giovani alle prime armi, come sottolinea il sacerdote che è presidente del Cfiq (Consorzio per la formazione, l’innovazione e la qualità): “Da lui abbiamo sempre ricevuto una grande collaborazione. Accoglieva volentieri gli studenti e cercava di aiutare quelli in difficoltà”.
Da Palermo alle Canarie: la sua accoglienza è rimasta impressa
Ma il ricordo di Camardo va oltre i confini del Pinerolese, come testimonia Paparozzi: “Incontrai un taxista a Palermo che aveva fatto il militare a Pinerolo e il ricordo più concreto che aveva della città era proprio Amedeo. Una cosa analoga è accaduta a mio figlio lo scorso anno alle Canarie: scambiando due battute con un italiano emigrato nell’arcipelago spagnolo, si accorsero che avevano in comune la conoscenza di Amedeo”.
Oltre allo spirito accogliente, ciò che è rimasto concretamente impresso nelle persone era la sua cucina: “Un’esperienza gastronomica appagante. Ritrovavo ogni volta qualità, sapore e salute” aggiunge Paparozzi. La sua era una cucina del territorio con la riproposta periodica di piatti classici a cui i clienti erano affezionati: “Una sicurezza: sapevi che in tal giorno avresti trovato le polpette, un altro la minestra di verdure, un altro ancora la trippa. Una vera trattoria è come un’estensione della propria casa, e così lui ha gestito la Rosa Bianca. È la strada rodata su cui moglie e figlio proseguiranno”.
Alla vigilia del funerale, martedì 9 dicembre, si terrà il rosario per Camardo, a partire dalle 20, alla chiesa Madonna di Fatima.














