Una vecchia regola della Juve era quella che un allenatore non si cambia mai, fino alla fine della stagione. Così era successo che perfino il 'venditore di champagne' Gigi Maifredi non fosse stato esonerato nel 1991, malgrado un annus horribilis, chiuso fuori dalle Coppe e dietro al Toro in classifica. In tempi più recenti Gigi Delneri rimase fino al termine del campionato, malgrado il disastroso cammino nel girone di ritorno.
Dopo Motta ora fatto fuori anche Tudor
Ma in questo 2025 da incubo la Signora gestita da John Elkann e dagli uomini di sua fiducia (in primis il presidente Gianluca Ferrero) ha deciso di derogare per due volte a questa regola: a fine marzo è stato dato il benservito a Thiago Motta, malgrado un contratto fino al giugno 2027, per portare sulla panchina bianconera il figliol prodigo Igor Tudor, che sette mesi dopo è stato a sua volta giubilato. Se consideriamo che un anno e messo fa, a maggio 2024, era stato allontanato anche Max Allegri, perla Juve si tratta del terzo cambio in panchina in meno di 18 mesi. Cose da Zamparini, Gaucci, Cellino e tutti i più famosi presidenti mangiallenatori.
Brambilla traghettatore, aspettando Spalletti
Per la partita di mercoledì sera contro l'Udinese allo Stadium in panchina siederà Massimo Brambilla, tecnico della Next Gen, ma questa è solo una scelta ad interim: l'ex centrocampista del Toro è il classico traghettatore, potrebbe anche restare per la successiva sfida contro la Cremonese, di certo la Juve sta lavorando per portare un allenatore di maggiore spessore ed esperienza sulla panchina di una squadra che non vince da 8 gare, tra campionato e Champions, nelle ultime quattro non ha segnato lo straccio di un gol e le ultime tre le ha addirittura perse.
Fatale per Tudor il k.o. contro la Lazio che era stata sua (per un breve periodo) nel 2024, contro quel Maurizio Sarri che ad oggi resta l'ultimo tecnico ad aver vinto qualcosa alla guida della Signora. Il cui fascino, però, nonostante le rughe e i tanti problemi resta, per questo è corsa a tre per il nome del nuovo tecnico: il favorito è Luciano Spalletti, che è ancora sotto contratto con la Federazione, dopo l'esonero di giugno. Costa parecchio, ma forse potrebbe anche accettare uno sconto, visto che alla sua non certo verde età la Juve rappresenta l'ultimo treno importante su cui poter salire.
Mancini e Palladino le alternative
Le altre due piste portano a Roberto Mancini, allenatore di spessore ed esperienza ma che ha un passato interista che potrebbe creargli non pochi problemi con una vasta parte dell'ambiente, mentre l'ex juventino Raffaele Palladino sarebbe sicuramente accettato più volentieri dalla tifoseria, anche se nel suo curriculum vanta solo due stagioni alla guida del Monza e la scorsa (non certo indimenticabile) con la Fiorentina. A breve dovrebbe arrivare l'attesa fumata bianca.














