/ io_viaggio_leggero

io_viaggio_leggero | 19 luglio 2025, 07:00

San Juan del Sur: di passaggio sulla costa pacifica del Nicaragua

In questa rubrica troverete interviste a viaggiatori e reportage vissuti in prima persona. Luoghi da scoprire, avventure emozionanti e storie di vita. Se hai un’esperienza da raccontare… scrivi a: ioviaggioleggero@gmail.com

C’è un punto, tra le alture che circondano San Juan del Sur, dove il vento sembra parlare da solo. Salendo verso la statua del Cristo de la Misericordia – piedi nella polvere, fronte umida di sale – lo sguardo abbraccia il semicerchio perfetto della costa. La camminata è lenta, ma ogni passo guadagnato regala leggerezza. In cima, tutto si ricompone. Le case colorate, il porto, l’oceano che si curva oltre l’orizzonte. Il mondo sembra piccolo, ma intero. Laggiù, le barche oscillano placide, come se il tempo potesse davvero rallentare. In quel momento ho sentito che bastava solo fermarsi e guardare. Accettare l’idea che ci sono punti in cui, anche solo per pochi minuti, si trova equilibrio. Non definitivo, ma sufficiente. Ogni esperienza ha il suo crinale ma è lo spirito nell’affrontarlo che lo rende tuo.

 

San Juan del Sur non è un posto dove restare, né da lasciare in fretta. È una parentesi, un respiro lungo tra due fasi. Lo si percepisce nei primi passi, tra insegne bilingue, surf shop e ristoranti dove la musica cambia a seconda dell’orario. Un miscuglio di lentezza e promesse, di arrivi che durano troppo e partenze che lasciano tracce. All’alba, la spiaggia si popola di pescatori. Le reti strisciano sulla sabbia, i motori gracchiano piano. In un piccolo caffè con sedie spaiate e terrazza vista oceano, ho fatto una colazione da sogno. Servivano caffè forte e piatti semplici, pensati per chi non ha più voglia di rincorrere nulla e nessuno. Lì ho incontrato Lucia, argentina, zaino sulle spalle da troppo tempo per tornare indietro. “Questo posto ti fa credere che puoi fermarti e guarire,” mi ha detto, “ma niente si aggiusta davvero se non sei tu a farlo”. Il tono era calmo, non amaro. Forse è questo il fascino di San Juan: ti avvolge senza legarti, ti smuove senza essere una soluzione.

 

A pochi chilometri dalla città, sulla costa sud-occidentale del Nicaragua, due spiagge raccontano due modi diversi di abitare il mare: Playa Maderas e Playa Hermosa. La prima, è una baia raccolta dove la natura e la comunità si incontrano. Ci si arriva a bordo di pick-up che rimbalzano tra le buche, tra polvere e silenzi. Ma la vista ripaga: sabbia chiara incastonata tra le rocce, baracche di legno, amache stese all’ombra sotto gli alberi. Le onde sono regolari. Guardare chi danza sull’acqua è uno spettacolo per gli occhi e un nutrimento per lo spirito. Pochi lodge nascosti nella giungla accolgono i viaggiatori in cerca di equilibrio. A Maderas la vita pulsa, ma sottovoce: si respira libertà, condivisione e il giorno scorre naturalmente fino al tramonto. A sud Playa Hermosa, invece, è vastità. Ci si arriva solo con un po’ di pazienza. Chilometri di sabbia e vento, senza quasi incontrare nessuno. Camminarci è come attraversare un pensiero che non sai se vuoi che finisca. Qui non c'è quasi nulla, se non la forza della natura: scimmie urlatrici tra gli alberi, stormi in volo, il suono costante del mare. È una spiaggia per chi cerca isolamento e orizzonti larghi, un luogo dove restare soli, senza altro intorno. Maderas accoglie e ispira. Hermosa allontana e purifica. Due spiagge, due anime: una più vissuta, l'altra più selvaggia. Ma entrambe, a modo loro, raccontano il ritmo di questa parte di Pacifico.

 

Al tramonto, San Juan si adagia nella sua conca come una creatura stanca che trova finalmente riposo. Il villaggio si scalda: i muri delle case diventano arancio tenue, le lamiere dei tetti riflettono bagliori intermittenti. La sabbia, liscia come velluto, separa l’oceano dal paese con una curva perfetta. Le barche restano ferme sull’acqua, allineate come note su uno spartito. La luce si allunga attraversa le palme e accarezza i volti di chi resta seduto a guardare, mentre sulla spiaggia vengono accesi i primi falò. È un momento in cui tutto sembra rallentare, come se il villaggio si fermasse per un istante a contemplare sé stesso, prima di tornare a vibrare. La sera, tutto si trasforma. I blackout spezzano il ritmo, le torce aprono varchi tra le ombre. Nei bar si balla, si beve, si dimentica. Le risate si confondono con la musica, gli sguardi si intrecciano come in una città di frontiera. Il turismo qui ha un accento preciso: quello nordamericano. Canadese, per lo più, e statunitense. Molti arrivano dal sud della California, zaino in spalla, tavola da surf sotto il braccio, e quella fame di esotico a buon mercato che trova qui una risposta semplice: onde, rum, tramonti. Sono giovani, spesso in pausa da qualcosa: un lavoro, un’università, una relazione. Cercano libertà e leggerezza, e San Juan gliele concede volentieri. C’è un’assenza che si nota. L’Europa è lontana, non solo geograficamente. Mancano i turisti che osservano prima di ordinare, che si portano dietro la voglia di capire più che di conquistare. Questo, forse, contribuisce a creare un piccolo paradosso: San Juan è Nicaragua, ma a tratti sembra una bolla scollegata dal resto del Paese. Una stazione di sosta per viaggiatori in cerca di qualcosa, ma non sempre sicuri di cosa.

 

Quando sono ripartito, la statua del Cristo era immersa nella foschia. Camminando verso la fermata dell’autobus, lo zaino sembrava più leggero. Non per ciò che mancava, ma per ciò che avevo lasciato lì, sparso tra la sabbia. Forse non tornerò, o forse sì. Questo luogo non ti resta attaccato addosso, ma ti scuote. È una soglia, un confine tra quello che eri prima di arrivare e ciò che sei venuto a cercare. Un paradiso terrestre? No quello non esiste, ne qui ne altrove. Ma come pausa, funziona. È una fuga temporanea, un angolo di mondo che non promette salvezza, ma concede tregua. San Juan del Sur, alla fine, resta nella memoria non per ciò che offre, ma per ciò che permette.

Marco Di Masci

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A LUGLIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium