Hanno 8, 2 e 3 anni. Si sono lasciati alle spalle l’orrore che in questo periodo tiene in ostaggio la terra di Gaza e sono arrivati nei giorni scorsi all’ospedale torinese del Regina Margherita, per ricevere cure e riscoprire un po’ di quell’umanità che a casa loro è stata barattata con la follia e la bestialità delle armi.
Questa mattina il governatore del Piemonte, Alberto Cirio e l’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi, sono andati a salutare i piccoli pazienti palestinesi, ospiti del nosocomio ormai da qualche giorno, insieme al commissario Thomas Schael e alla dottoressa Franca Fagioli. “Abbiamo detto ad Amad, a suo fratello e alla sua famiglia che qui sono a casa”, ha detto Cirio, accompagnandoli per mano lungo il corridoio dell’ospedale.
Ospedale dei bimbi del mondo
“È qui col papà perché la mamma e la sorella di 11 anni li hanno persi a causa di un’esplosione nella loro casa, mentre suo fratello è in un letto con gravi conseguenze - dice ancora il governatore -. Siamo sempre molto orgogliosi e pazienza se all’inizio non c’erano tutte le autorizzazioni. Noi accogliamo tutti e li curiamo, perché questo è l’ospedale dei bambini del mondo: questo è ciò che qualifica la nostra Sanità e il nostro impegno”.
La telefonata di Tajani
“Bisogna continuare ad andare avanti su questo percorso - ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha chiamato al telefono il governatore piemontese -. Grazie per la solidarietà e per quello che fate”.
“Il papà ha più o meno la mia età e il bimbo ha quasi l’età di mia figlia. Amad sorride, ma ha vissuto una tragedia immane. È stato sbalzato dall’esplosione. Ma ha coraggio e ha grande forza. Dobbiamo curare le ferite che questa guerra folle sta portando”, conclude Riboldi.