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Attualità | 16 marzo 2024, 10:27

L’addio di Alessandra Quaglia alla biblioteca di Torre Pellice

La si potrà incontrare fino al 19 aprile tra gli scaffali della Carlo Levi, in via Roberto d’Azeglio. A maggio prenderà servizio a Torino, probabilmente in Barriera di Milano

Alessandra Quaglia durante l’iniziativa Una Torre di libricini

Alessandra Quaglia durante l’iniziativa Una Torre di libricini

“Io vado via, ma voi rimanete!” con questa esortazione Alessandra Quaglia, responsabile della biblioteca Carlo Levi di Torre Pellice sta salutando gli utenti degli scaffali di via Roberto d’Azeglio. Originaria di Botticino, un paese di 15.000 abitanti nel Bresciano, bibliotecaria torrese da quindici anni, animatrice delle iniziative culturali, e non solo, Quaglia il 2 maggio inizierà a lavorare a Torino. È arrivata infatti seconda su 150 candidati al concorso indetto dalla Città per individuare nuovi responsabili delle biblioteche ed è probabile che le toccherà il servizio della circoscrizione 6, in Barriera di Milano.

L’aiuto dell’esperienza torrese

L’esperienza maturata a Torre Pellice avrebbe infatti contribuito a fare ricadere la scelta su di lei per lavorare in quel tipo di contesto: “Non nascondo che all’inizio ero un po’ spaventata – rivela –, non conosco ancora la ‘grammatica’ di quel quartiere. Tuttavia mi sono resa conto che, oltre ad essere una zona multietnica, e con situazioni di povertà, è anche un posto vivace dal punto di vista delle associazioni e dei movimenti”. L’esperienza dei ‘laboratori biblio sociali’ che ha maturato a Torre Pellice la renderebbero, infatti, il candidato giusto per lavorare lì: “Esperienze come quelle di ‘Famiglie in cammino‘, realizzate a in paese, permettono proprio di attivare le risorse degli enti e associazioni del terzo settore”.

Un legame che non si scioglie

Quaglia tuttavia non lascerà completamente il paese: “La mia casa principale rimarrà a Torre Pellice dove ho i miei affetti, i miei amici racconta –. Ci tornerò tutti i weekend, ma in settimana vivrò a Torino perché è troppo difficile fare la pendolare con i mezzi pubblici”. La si potrà incontrare tra gli scaffali della Carlo Levi fino al 19 aprile: “Sono contenta di riuscire a partecipare ancora ai festeggiamenti per i 30 anni del Polo culturale Levi-Scroppo (che comprende la biblioteca Carlo Levi e l’adiacente galleria Filippo Scroppo, ndr), in programma per il 13 aprile, e provo soddisfazione per aver accompagnato per 15 anni la vita di questo ente” afferma.

Il salto in città

Intanto, si prepara per affrontare due ‘grandi salti’: “Saranno un salto professionale e uno di vita: sono nata in un paese del Bresciano della Val Verde che dirada dolcemente verso il lago di Garda e poi sono sempre rimasta in Val Pellice. Ora, per la prima volta, mi ritroverò a vivere in città. Ma era arrivato il momento giusto per provarci”.

Quaglia ha quarantasette anni e fa la bibliotecaria da venticinque. Per i primi dieci anni ha lavorato in Lombardia e poi, quindici anni fa scelse per motivi famigliari di spostarsi in Piemonte: “Prima in Val Chisone e poi a Torre Pellice dove mi chiamò la Cooperativa Culture che aveva vinto l’appalto per la gestione della Carlo Levi. Conoscevo già il paese che mi aveva colpito per la sua ‘frizzantezza’, per l’apertura a ciò che è nuovo, sapevo dell’attività della galleria Scroppo e che avrei trovato una biblioteca già moderna: luminosa e con scaffali nuovi. Ero certa che mi sarei trovata bene”.

Un bilancio di 15 anni

La realtà ha confermato le sue aspettative: “Sono state tante le soddisfazioni in questi anni di lavoro. La prima direi che è veder passare in biblioteca cento utenti in appena due ore e percepire che si sentono ‘a casa’. L’obiettivo della gestione, condiviso con i numerosi collaboratori che mi hanno affiancata, è sempre stato offrire un servizio amichevole senza tralasciare la professionalità. E ci siamo riusciti, perché in queste sale si respira la fiducia verso il settore pubblico”.

Ma oltre alle soddisfazioni, Quaglia non nasconde che c’è anche qualcosa che la rammarica: “Ad esempio mi dispiace non essere riusciti a portare a termine il progetto della ‘Biblioteca delle cose’. Si sarebbe trattato di portare anche in biblioteca a Torre Pellice un servizio già diffuso nel Nord Europa: uno scaffale in cui poter prendere in prestito quegli oggetti che si usano solo una volta ogni tanto e che, per questo, spesso non ha senso comperare individualmente”. Era già pronto lo scaffale e il comunicato stampa di lancio dell’iniziativa ma poi tutto si è arenato: “L’idea era nata in un periodo complesso segnato dalla pandemia. Non c’erano troppe risorse e le pratiche per la riapertura del servizio di prestito bibliotecario avevano assorbito le nostre attenzioni. Sta di fatto che il progetto non è andato in porto”.

Nonostante l’emozione per il nuovo incarico, le parole di Quaglia lasciano sfuggire già un po’ di malinconia per la Carlo Levi: “Potrei indovinare ad occhi chiusi, e solo basandomi sul rumore, quale porta della biblioteca si sta aprendo e conosco a memoria anche il suono di tasti della luce. Anche per me questa era diventata ‘casa’”.

Elisa Rollino

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