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Economia e lavoro | 05 febbraio 2024, 13:25

Mirafiori, ancora una mazzata: marzo sarà un mese di cassa integrazione per tutti gli operai

Coinvolte sia la linea dela 500Bev che di Maserati, a pochi giorni dai timori legati alle parole di Tavares che indica quello di Torino come stabilimento a rischio, insieme a Pomilgiano

catena di montaggio

Un mese di cassa integrazione per Mirafiori: ecco cosa attende, a marzo, gli operai torinesi

Un mese di cassa integrazione tutto intero, per i lavoratori di Mirafiori: sia quelli impegnati sulla linea della 500Bev che quelli legati alle lavorazioni di Maserati. Una doccia gelata, quella che si abbatte in queste ore sugli operai torinesi di Stellantis, a pochi giorni dai timori scatenati dalle parole del ceo, Carlos Tavares, che aveva indicato proprio nello stabilimento storico della Fiat uno dei due più a rischio, insieme a Pomigliano d'arco, senza sufficienti incentivi del Governo per le auto elettriche. 

Marzo a braccia incrociate, dunque. L'ufficialità è stata comunicata questa mattina alle organizzazioni sindacali convocate dall'azienda. Saranno da 300 a 350 i lavoratori interessati dal ricorso alla Cig alle Carrozzerie di Mirafiori, mentre i restanti (circa 1.500) saranno distaccati in altri reparti dello stabilimento, principalmente al nuovo cambio ibrido (EDCT) e all’Economia circolare. Nel dettaglio, nel periodo indicato la linea della 500 Bev sarà attiva sul primo e su parte del secondo turno giornaliero, mentre quella della Maserati sarà operativa sul turno centrale.

La notizia odierna della CIG per un mese intero, che interesserà i lavoratori di Mirafiori, è un segnale della continuazione del periodo di sofferenza per Mirafiori - commenta Sara Rinaudo, segretario territoriale Fismic Confsal di Torino -. Siamo ben consapevoli del piano strategico in corso di Stellantis, che ha sempre affermato di puntare su Mirafiori, ma constatiamo con dispiacere il periodo di difficoltà che sta affrontando il sito in questo momento, in particolare la Carrozzeria. Difficoltà che noi cercheremo di gestire al meglio per attutire al massimo le ricadute sui lavoratori e sui loro salari. Auspichiamo che l'intervento del Governo, con il nuovo piano incentivi, coadiuvi la ripresa del mercato. Urge accelerare l'azione del Governo, e serve una collaborazione in sinergia con la Regione, per tutelare il territorio".

"E' una sciagura, dopo il mese di fermo produttivo a scavallo dell’anno, adesso siamo allo stop dal 12 febbraio al 30 marzo. Sono sette settimane consecutive in cui le lavoratrici e i lavoratori perderanno parte del loro già magro salario - dice Edi Lazzi segretario generale della Fiom-Cgil Torino -. Inoltre è un segnale devastante per lo stabilimento nel suo insieme, anche alla luce delle voci che stanno girando sull’eventualità di una fusione con la Renault che metterebbe ulteriormente in difficoltà la tenuta dei siti produttivi italiani". E Gianni Mannori, responsabile di Mirafiori per la Fiom, aggiungea: "Lo diciamo da diverso tempo ed ora è evidente a tutti, senza dover essere dei fini analisti per comprenderlo, che se non saranno assegnate nuove produzioni a Mirafiori la situazione continuerà a peggiorare drammaticamente e chi ne farà le spese saranno le lavoratrici e i lavoratori di questo stabilimento e dell'intero indotto, ma ancor più grave le ricadute impoveriranno l'intero territorio Torinese".

Stiamo lavorando a una cassa integrazione a rotazione per tutelare il più possibile il reddito dei lavoratori. Continueremo a monitorare l’andamento produttivo, ma resta la preoccupazione per uno stabilimento al quale, è ogni giorno più evidente, serve un nuovo modello per garantire la propria sostenibilità economica e produttiva”, commentano Luigi Paone, segretario generale Uilm Torino e Gianluca Rindone, coordinatore delle Carrozzerie per la Uilm.

"L’attuale richiesta di CIG su Mirafiori evidenzia le difficoltà che da tempo come Fim-Cisl denunciamo sullo stabilimento di Mirafiori - ribadisce il segretario nazionale Fim Cisl, Ferdinando Uliano -. Sono scelte che evidenziano una situazione molto preoccupante. Anche perché dal mese di dicembre 2023 non vengono più prodotte le Maserati Quattroporte e Ghibli e la stessa situazione si determinerà molto probabilmente anche per il suv Levante a partire dal 2° trimestre 2024. Nel corso di gran parte del 2024 i volumi produttivi di Mirafiori dovranno reggersi su 500e e le due nuove Maserati GT e GC. Certamente importante il lancio delle versioni folgore (full electric) ma temiamo non sufficienti a determinare una inversione di tendenza nei volumi. Riteniamo spostate troppo nel tempo, gli annunciati lanci produttivi del nuovo large E-UV BEV nel 2027 e la nuova generazione di Quattroporte BEV nel 2028. Pensiamo che per mantenere la missione produttiva di Mirafiori sia necessario chiedere all’AD di Stellantis Carlos Tavares di assegnare un altro modello di “largo consumo” da affiancare alla 500 elettrica e di anticipare i lanci produttivi dei modelli Maserati".

Massimiliano Sciullo

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