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Economia e lavoro | 05 gennaio 2024, 11:27

A Mirafiori dopo 3 anni è finita la "magia" della 500 elettrica: nel 2023 la produzione torinese è calata del 9,3%

Lo dice l'ultimo report di Fim Cisl sulla produzione degli stabilimenti italiani di Stellantis. Uliano: "Manca ancora un terzo dei volumi rispetto al milione di mezzi di cui si discute al tavolo dell'auto presso il ministero: serve un altro modello a Torino". E resta l'incognita di Maserati

stabilimento di Mirafiori con operai

Nel 2023 la produzione di vetture all'interno di Mirafiori ha bruscamentre frenato dopo 3 anni positivi delal 500 elettrica

Stellantis chiude il 2023 a quota 751mila veicoli prodotti in Italia (comprendendo sia quelli commerciali che le autovetture) con un aumento del 9,6% rispetto al 2022 e con Pomigliano d'Arco e Atessa a fare da locomotive. Ma Mirafiori adesso è in affanno, dopo tre anni di slancio, con un calo di quasi due cifre rispetto al 2022. 
E se su scala nazionale si rimane dell'8,2% sotto i livelli del 2019, pre Covid, le autovetture sono quasi ai livelli pre pandemia (meno di un punto percentuale), mentre i mezzi commerciali soffrono molto di più (-12%).

Lo dice il report di Fim Cisl relativo al quarto trimestre del 2023 delle produzioni ed occupazionale degli stabilimenti italiani del Gruppo Stellantis. "Se la 500 elettrica di Mirafiori avesse proseguito secondo le stime, il settore delle autovetture sarebbe già a livelli precedenti alla crisi sanitaria", commenta il segretario nazionale Fim-Cisl e responsabile del settore automotive, Ferdinando Uliano. "Alla quota di un milione, in discussione al tavolo dell'auto, manca circa un terzo degli attuali volumi". E accanto a Mirafiori, Cassino è l'altra spina nel fianco.

 

Mirafiori adesso frena

E i numeri confermano come proprio Torino adesso sia in affanno: il 2023 arriva a quasi 86mila unità prodotte (85.940, per la precisione) e se circa 77mila unità sono dovute alla 500 elettrica, non sono state confermate le attese del primo semestre del 2023, quando si pensava di poter arrivare oltre 90mila, se non centomila. "Dal mese di ottobre ci sono state circa 20 giornate di fermo produttivo, cui si sono aggiunte 11 giornate di chiusura collettiva intorno alla pausa di Natale, più lunga del previsto", dice ancora Uliano. "E se inizialmente l'azienda attribuiva il rallentamento all'attesa degli incentivi, ora ci aspettiamo che una spinta possa arrivare anche dall'approdo sul mercato americano, fissato proprio per gennaio 2024". 

La zavorra di Maserati

E non aiuta il calo pesante di Maserati: "Quasi un -50% rispetto al 2022, per 8680 esemplari con i cinque modelli in produzione per il 2023, con Ghibli e Quattroporte che hanno concluso la loro produzione con la fine dell'anno", sottolinea Uliano. "La riduzione dei volumi ha avuto un contraccolpo anche sulla cassa integrazione: quasi 99 giorni di stop produttivi, quindi oltre 4 mesi sulla linea Maserati utilizzando gli ammortizzatori sociali".

"Vedremo se ci sarà un ritorno su Gran Turismo e Gran Cabrio con l'inizio del 2024 nelle loro versioni full electric - prosegue -. Ma se le cose non dovessero migliorare, continueranno a esserci difficoltà importanti. Anche per questo non bisogna temporeggiare su altri modelli, come si sente dire per Quattroporte berlina per il 2025. Vogliamo capire le strategie del Gruppo per le produzioni Maserati, che sono parte fondamentale per il Polo torinese. E serve un modello ulteriore da posizionare dentro Mirafiori per avere un modello che dia volumi maggiori rispetto a una macchina del settore del lusso, che è un mercato più di nicchia. Solo così si può pensare di arrivare al milione di auto prodotte all'anno e garantire la missione produttiva di Mirafiori".

 

Massimiliano Sciullo

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