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Attualità | 15 luglio 2023, 13:16

Taglio ai contributi pubblici: i nidi privati di Pinerolo aumentano le rette

Salgono le proteste e potrebbe saltare la convenzione con il Comune

Taglio ai contributi pubblici: i nidi privati di Pinerolo aumentano le rette

Le titolari dei nidi privati di Pinerolo hanno stabilito un aumento delle rette del 5%. Una decisione che segue il taglio dei contributi pubblici deciso dalla maggioranza del sindaco Luca Salvai. I fondi trattenuti nelle casse comunali serviranno per ridurre il passivo del nido comunale della Tabona.

La disputa sulle cifre

Il contributo in questione proviene dal Miur tramite la Regione. Pinerolo ha diritto a circa 290.000 euro, in proporzione al numero di bimbi che frequentano la struttura pubblica o quelle private. Il dato di riferimento sono i 266 iscritti all’aprile 2021. Numeri ancora cresciuti. Per legge, il Comune potrebbe trattenere l’intera cifra, ma Pinerolo negli ultimi anni ha deciso di versare il 50% ai nidi privati, in virtù di una convenzione sottoscritta con loro. Da quest’anno però ci sarà un taglio significativo: “Il Comune terrà per sé il 70% e assegnerà il 30% ai privati” indica Salvai. Una mossa per ammortizzare il costo della struttura della Tabona, che ospita 75 bimbi, in buona parte provenienti da famiglie con serie difficoltà economiche. Lo sbilancio tra entrate e uscite nel bilancio di previsione del 2022 era di oltre 700 mila euro. In quello approvato nella seduta del 13-14 giugno è di oltre 600 mila euro.
Le titolari degli 11 nidi pinerolesi, però, sostengono che il taglio sia più corposo: “Ci daranno il 30% di quanto ci davano oggi” sottolineano Stefania Molinari, contitolare de Il cucciolo, e Silvia Pietrolini de Il paradiso dei monelli e La culla.

Salvai dal canto suo ribatte: “Non è così. Lo hanno chiarito gli uffici e l’assessore Franco Milanesi. Il 30% è calcolato sul totale del contributo”.

L’impatto

I fondi Miur per i privati hanno due destinazioni: un sostegno alle spese di gestione e un rimborso per quanto pagano le famiglie. Per fare fronte al taglio, le titolari hanno deciso in maniera congiunta di “alzare le rette del 5%”. Un’azione condivisa che testimonia come si stia facendo fronte comune contro questo taglio. Salvai però non intende fare passi indietro, malgrado la protesta stia crescendo anche tra i genitori: “Devo portare il tasso di copertura del costo del nido comunale al 50%, quest’anno, per le nostre stime, saremo di poco sotto al 40%” calcola. Numeri che fanno pensare a un possibile ulteriore taglio dei contributi negli anni a venire.

La tenuta del sistema

“Il nido comunale ha 75 posti e non copre il fabbisogno cittadino” osserva Molinari. Ci sono circa 200 iscritti ai nidi privati. E c’è una fame di posti: “Io a febbraio ho già chiuso le iscrizioni per il prossimo anno” rimarca Pietrolini.

“Se qualcuno di noi dovesse chiudere, cosa faranno le famiglie? – si domanda Molinari –. Non bisogna pensare che le nostre strutture vengano frequentate solo dai figli di famiglie facoltose. Sono le famiglie normali, con due genitori che lavorano, ad avere necessità del servizio. E il fatto che noi offriamo orari più lunghi e un maggior periodo di apertura, porta tante famiglie a optare per una struttura privata”. Mentre Pietrolini sottolinea che ci sarebbero altri due ordini di problemi: “Alcune persone perderebbero il lavoro e il Comune perderebbe i fondi Miur, perché avrebbe meno iscritti ai nidi”.

In Comune però non sembrano preoccupati dal rischio che questa misura possa mettere in crisi il sistema privato con conseguenze economiche anche per le casse civiche: “Non sono un imprenditore, ma non ho sentori di chiusure – commenta Salvai –. Inoltre il taglio non è così grande da poter determinare da solo una chiusura”.

Convenzione a rischio

In questa partita c’è un altro nodo delicato: il Comune è convenzionato con sei privati per ospitare nei loro nidi due bambini ciascuno, che non troverebbero altrimenti spazio alla Tabona.

“Stiamo valutando se rimanere o meno dentro la convenzione” comunicano Molinari e Pietrolini. Senza un accordo sui futuri contributi, potrebbe anche saltare il banco. Ma Salvai non arretra: “Se escono dalla convenzione, il Comune terrà per sé tutti i contributi e potremmo ipotizzare l’apertura di un nuovo nido pubblico”. Una mossa che spariglierebbe le carte, ma che rischia anche di sparigliare i conti pubblici. L’Amministrazione Buttiero, che ha preceduto il primo Salvai, aveva scelto di chiudere il nido della Serena proprio per ragioni economiche: secondo quel gruppo, due strutture pubbliche avevano un disavanzo troppo grande per poterlo sostenere.

La posizione di Pinerolo a Sinistra

In difesa del nido pubblico e della scelta della maggioranza si è schierata apertamente Pinerolo a Sinistra. Il gruppo dell’assessore all’Istruzione Milanesi ha diffuso oggi una nota che non lascia spazio a dubbi: “Il Nido comunale è una risorsa necessaria e irrinunciabile per una Città come la nostra, ma con costi di gestione onerosi. La forte consapevolezza che il nido costituisca un diritto universale ci porta a voler contenere la spesa per poter rispondere alle necessità di tutt3, compresi bambini e bambine in condizione di fragilità. Il nostro nido ha tra gli utenti numerosi esenti totali, che non troverebbero spazio in strutture private, nemmeno a fronte di contributo”. 

 

Marco Bertello

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