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Attualità | 28 aprile 2023, 18:30

Prendersi cura di Vigone, adottando le fioriere abbandonate

È partito con dei solanum il progetto lanciato dalle due fioraie del paese

Una delle fioriere adottate

Una delle fioriere adottate

All’inizio si potranno ammirare dei solanum, ma in futuro ci potranno anche essere altri fiori simbolo del prendersi cura di Vigone. L’iniziativa ‘Adotta una fioriera’, organizzata dalle fioriste di Vigone, ha coinvolto famiglie, cittadini e associazioni nella cura di dieci fioriere comunali abbandonate e vuole insegnare ai bambini a imparare dalla natura.

“L’idea è nata osservando le fioriere comunali abbandonate – spiega la fiorista Silvia Scarafia –: pensiamo a Vigone come un Comune verde e rigoglioso, e vogliamo sensibilizzare la cittadinanza al prendersi cura della natura”. I residenti di Vigone sono stati invitati ad ‘adottare’ una fioriera, occupandosi dei fiori piantati fino all’edizione 2024 di Vigoflor. “Si tratta di un’azione collettiva – aggiunge la collega Delfina Bonino –, dove parte della cittadinanza lavora su qualcosa che possono ammirare tutti, rendendo bello il paese”.

Lanciato a metà aprile, il progetto ha subito raccolto le adesioni necessarie, da parte di famiglie e persone singole vigonesi, dell’associazione commercianti, della Croce rossa del paese e della banda ‘La Vigoneisa’. Le fioriere si trovano in luoghi frequentati del centro: davanti al municipio, alla biblioteca, alla posta e al centro anziani del paese. I fiori, piantati dalle fioriste, sono al momento dei solanum, fiori bianchi che sbocciano in primavera ed estate. “Saremo a completa disposizione di chi ha deciso di prendersi cura delle fioriere – spiega Scarafia –. Nelle prossime stagioni potremo sostituire le piante, in modo da averle sempre fiorite”.

“Con questa iniziativa vogliamo parlare soprattutto ai bambini, che avranno l’occasione di osservare la natura con il suo lento ma incessante progresso, molto diverso dalle gratificazioni istantanee date dalla tecnologia. Speriamo che possano imparare il rispetto per il bello e per i risultati di un lungo lavoro, e che ognuno possa dare il proprio contributo a migliorare il luogo in cui vive” conclude Bonino.

Rosa Mosso

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