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Attualità | 25 aprile 2023, 20:04

Bibiana: gli abiti di Giulia Amato nella finale nazionale per giovani stilisti

La 24enne, selezionata assieme ad altri 19 concorrenti, porterà in passerella a Roma un vestito da sera e uno da giorno

Bibiana: gli abiti di Giulia Amato nella finale nazionale per giovani stilisti

Gli abiti da giorno e da sera di Giulia Amato si giocheranno la finale della 33esima edizione del Concorso nazionale professione moda giovani stilisti, promosso da Cna Federmoda. La 24enne di Bibiana è stata selezionata assieme ad altri 19 partecipanti, da 11 regioni d’Italia e dal Congo, per la competizione del prossimo luglio.

“È il mio primo concorso. Ci speravo di essere scelta, ma non ci credevo molto” confessa Amato. La sua passione per la moda è cresciuta negli ultimi anni e non segue una traiettoria famigliare: “Nessuno faceva o fa il sarto o lo stilista – rivela –. Io ho frequentato l’Economico sociale al Liceo Porporato di Pinerolo. Quando si trattava di scegliere come proseguire, avevo pensato di fare giurisprudenza. Poi, dopo una serie di incontri di orientamento a scuola, ho riflettuto su cosa mi sarebbe piaciuto fare e ho scelto l’ambito della moda, malgrado nessuno me l’avesse presentato, perché volevo coltivare la mia vena artistica e creativa”.

Una scelta, tra ragione ed istinto, che è diventata realtà grazie alla presenza di una scuola a Pinerolo: “Ho trovato l’‘Istituto di taglio e confezione sartoriale’ di Floriana Ferrero – spiega –. All’inizio mi piaceva, ma lo vedevo come un percorso difficile, anche per il fatto di essere mancina”. Diversi macchinari e diversi tipi di punti sono pensati e tramandati per i destri, quindi occorre adattarsi a usare l’altra mano oppure trovare un’impostazione alternativa da quella canonica.

Con il tempo però ha affinato le sue conoscenze e sviluppato sensibilità, continuando a seguire il suo istinto: “Per esempio, noto sempre di più come gli abiti stiano in maniera differente a persone con una fisicità simile alla mia. Perché comunque non siamo uguali e anche la postura fa differenza”.

Lei non ama definirsi stilista, ma sarta. Le piace pensare un abito e realizzarlo ad hoc, “prendendo le misure sulle clienti, arrivando anche toccare le ossa, se necessario, per capire come confezionarlo al meglio”.

Per il concorso di Federmoda ha presentato 6 figurini, ovvero dei disegni con le indicazioni per realizzare un abito da sera, uno da giorno, uno da cocktail, uno casual, uno da ufficio e uno da cerimonia.

“La richiesta è che il progetto fosse sostenibile ed effettivamente realizzabile, anche perché noi finalisti dovremmo confezionare gli abiti sulla base delle misure che ci verranno indicate, a seconda delle modelle che li indosseranno. Quindi non si poteva pensare a tessuti che costano molto cari” sottolinea. Lei ha puntato su tratti comuni come i volumi e la presenza di fiori, per mostrare attenzione all’ecologia e all’ambiente.

Inoltre si servirà da un negozio di Pinerolo – Metri di Tessuto di Alessandro Baral –, per mantenere la filiera corta, e realizzare così i due abiti prescelti per la sfilata finale di Roma.

Marco Bertello

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