Le giornate si stanno accorciando già da un po’ di tempo, le notti si allungano e la passeggiata serale non suona più così allettante. Nella notte di oggi, tra sabato 25 e domenica 26 ottobre, lasceremo l’ora legale per tornare a quella solare.
Non sembra molto tempo fa che gli orologi sono scattati in avanti, ma presto saluteremo l’ora legale, ancora una volta. Molti lo vedono come il segno ufficiale dell’inizio della stagione invernale, ma la buona notizia è che si otterrà un’intera un’ora in più a letto la mattina, tra sabato e domenica dell’ultimo weekend di ottobre. Non poi così amata da tutti, al punto che c’è chi vorrebbe addirittura abolirla, come il Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell'Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori (Codacons), che che hanno più volte chiesto a gran voce che fosse mantenuta in vigore per tutto l’anno, sembra che il cambio d’ora induca un’alterazione dei ritmi cardiaci: i sintomi sono lo stress, la stanchezza, la spossatezza, l’inappetenza, i problemi d’umore e la difficoltà di concentrazione.
Stanotte alle 3 – quando le lancette degli orologi torneranno indietro di un’ora - computer, smartphone, tablet si aggiornano automaticamente, perciò nessuna inutile levataccia notturna. Per quanto riguarda orologi e sveglie analogiche, ricordatevi solo di rimettere le lancette indietro di un’ora quando ci svegliamo o poco prima di addormentarci.
Gli esperti ci avvertono ormai da anni che ogni cambio di orario comporta un piccolo squilibrio al nostro bioritmo, una specie di mini effetto jet lag, le cui conseguenze possono perdurare anche un mese. Quindi per un po’ potremmo sentirci più stanchi e più di cattivo umore del solito in ufficio. Al di là delle indicazioni mediche, il consiglio è quello di affrontare le mattine con maggior calma e trovare il modo di coccolarsi un po’ più del solito. L’ora del passaggio fra “legale” e “solare” è stata scelta perché è il momento di minor traffico ferroviario della giornata. In questo modo si riducono al minimo i rischi di disallineamenti degli orari programmati per gli arrivi e le partenze.
L’ora solare è detta anche “Tempo Standard”. È regolata in base al fuso orario sul tempo del meridiano di Greenwich in Inghilterra (GMT, Greenwich Mean Time), in seguito a una convenzione internazionale fissata nel XIX secolo. L’Italia, quando è in vigore l’ora solare, si trova un’ora avanti rispetto al GMT; nei mesi estivi invece, con l’ora legale, il nostro Paese è due ore avanti.
La storia del cosiddetto “Tempo Standard” nel mondo occidentale è legata al sistema dei trasporti. I primi a utilizzare un sistema unificato per calcolare il tempo sono stati gli inglesi nel 1847, quando le ferrovie britanniche si adeguarono al tempo di Greenwich (GMT). Sempre per evitare disguidi sugli orari dei treni, nel 1879 il canadese Sandford Fleming propose il Tempo Standard per informare i passeggeri del sistema di trasporto del Nord America. Nello stesso anno il GMT fu applicato anche alle previsioni meteo. Nel 1883 infine l’adeguamento dello United States Naval Observatory, che riorganizzò sulla base di 4 zone temporali (fusi orari) i segnali telegrafici di tutti gli Stati Uniti.
Perché il cambio di ora “legale” ed “ora solare” due volte all’anno? Nel corso dei decenni è stata più volte abolita e ripristinata. Lo scopo principale per il quale viene attuata si lega al risparmio energetico, sfruttando maggiormente le ore di luce. Infatti, modificando l’orario si riesce ad utilizzare meno l’illuminazione elettrica. L’ora legale, adottata per la prima volta nel 1916 come misura di guerra e in via definitiva in Europa nel 1996, è stata ideata allo scopo di massimizzare la luce naturale disponibile in base alle attività umane, riducendo i consumi nazionali.
Spostare gli orologi di un’ora in realtà potrebbe essere una sorta di riadattamento moderno di quelli che erano in origine i ritmi delle antiche società agricole, quando ci si alzava all’alba e ci si ritirava al tramonto. La rivoluzione industriale sovrascrisse i ritmi naturali imponendo orari fissi tutto l’anno, per necessità che vanno dai turni in fabbrica agli orari dei treni.
Il primo a riflettere sull’opportunità di riadattare i ritmi di vita umani a quelli naturali fu Benjamin Franklin. Lo scienziato, inventore e politico statunitense nel 1784 scrisse alcune riflessioni sul tema, legate proprio al concetto di risparmio energetico. Bisognerà attendere più di un secolo però, prima che le idee di Franklin fossero formalizzate. Il primo studio sulla sua realizzabilità è di George Vincent Hudson, un entomologo Nuova Zelanda nel 1895, mentre all’uomo d’affari britannico William Willett è accreditata l’idea di un favorevole collegamento con la produttività sui luoghi di lavoro.
Fu durante la Prima Guerra Mondiale, nel 1916, che Austria e Germania lo fecero per prime, per risparmiare carbone in tempo di guerra, seguite dal governo inglese che istituì il British Summer Time. Portando avanti di un’ora le lancette dell’orologio durante i mesi estivi si sfrutta la luce e il calore solare e si taglia sui consumi energetici. Anche in Italia l’ora legale è scattata per la prima volta come misura di guerra nel 1916. Dal 1996, infine, è obbligatoria per tutti gli Stati membri dell’Unione europea.
Secondo Terna (il gestore della rete elettrica), grazie all’alternanza ora legale-ora solare, nel 2015 l’Italia ha risparmiato oltre cinquecento GWh, pari allo 0,19% del fabbisogno energetico annuale del Paese. Nel 2014 il risparmio è stato pressoché analogo, 549,7 milioni di kilowattora, segno che si tratta di un vantaggio costante. Per capirsi, equivale al consumo medio annuo di elettricità di circa 210mila famiglie, con un risparmio per il sistema Paese intorno ai 100 milioni di euro.
Cumulando i margini realizzati nel corso degli anni, si arriva, dal 1996, anno in cui l’ora legale è entrata in vigore per tutti i Paesi dell’Unione Europea, al 2013, secondo dati di Assoelettrica, ad un totale di poco superiore ad un miliardo di euro. Tuttavia questo non riguarda tutti i settori produttivi. L’agricoltura per esempio ne risente negativamente, dato che è nelle prime ore della mattina che è concentrato il lavoro nei campi ed è allora che serve più elettricità.
Non tutti i mesi in cui si vive nel regime di ora legale comportano però lo stesso margine di risparmio energetico, tanto maggiore quanto più è la luce naturale che si guadagna spostando le lancette dell’orologio. Perciò i mesi di aprile e ottobre, in cui il buio arriva prima la sera, sono quelli che ne beneficiano di più, a differenza di quelli estivi. Ad aprile e ottobre i risparmi sono dell’ordine di 150 milioni di kWh, a maggio e settembre sugli 80 milioni, gli altri mesi sui 30.
L’orologio che non regoliamo mai? Sembra che sia quello dell’automobile l’orologio che gli italiani dimenticano più spesso di allineare all’ora legale-solare. Sono ancora poche le auto dotate di un sistema di aggiornamento automatico, ulteriore conferma della scarsa connettività del parco auto circolante e della primordialità dell’elettronica di bordo.
L’appuntamento con il ritorno dell’ora legale è nella notte fra il 28 e il 29 marzo 2026.














