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Attualità | 28 dicembre 2022, 07:00

Consumo del suolo in Piemonte, l'allarme degli agronomi: "Ogni anno persi due quartieri come Crocetta e Santa Rita"

Si stima che nel 2021 siano stati utilizzati 640 ettari di terreni liberi per centri commerciali, aree industriali, parcheggi o condomini. "Ripensare agli strumenti legislativi"

alberi in un bosco

L'allarme degli agronomi e dottori forestali riguarda la superficie di suolo che si "spreca" ogni anno in Piemonte: come due quartieri di Torino

Ogni giorno il Piemonte e la Valle d’Aosta si perdono 17.545 metri quadrati di seminativi, vigneti, prati o boschi. Tirando le somme di un anno intero - secondo il rapporto Ispra 2022 - si arriva a circa 640 ettari: poco meno della superficie del Parco Naturale della Collina di Superga oppure quella di due quartieri di Torino come Crocetta e Santa Rita. E' questo l'allarme lanciato dal mondo degli agronomi e dei dottori forestali piemontesi: si tratta in buona parte di aree di pianura.

Il terreno perduto – dice Davide Mondino, presidente della Federazione Interregionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali del Piemonte e della Valle d’Aosta -, è stato spesso utilizzato per la creazione di centri commerciali, condomini, aree produttive industriali, parcheggi e molto altro ancora. Sappiamo di aver perso pezzi di aziende agricole, quindi la possibilità di produrre cibo per noi e le generazioni future, paesaggio, qualità dell’aria, fruibilità ambientale e in molti casi anche turistica”.

Oltre a tutto questo, ricordano gli agronomi ed i forestali, il territorio diventa sempre più fragile – il 90% dei comuni in Piemonte e Valle d’Aosta è a rischio idrogeologico – perché i suoli liberi raccolgono e smaltiscono le acque piovane, non così le superfici impermeabilizzate, e perché la crescente necessità di edificazione ha portato ad edificare dove non si sarebbe dovuto farlo.

Dal punto di vista delle regole da applicare, sia in Piemonte che in Valle d’Aosta esistono indirizzi per ridurre il consumo di suolo, tutelare il territorio agricolo e favorire il recupero e la rigenerazione urbana, ma non sono ancora presenti norme vincolanti per il contenimento e l’arresto del consumo di suolo e procedure univoche per la compensazione del suolo consumato. “Visto che in Piemonte si va verso fine legislatura – osserva Mondino -, difficilmente si riuscirà ad avere in tempi brevi un testo organico su questa materia che individui obiettivi concreti e coraggiosi. Diversa è la situazione in Valle d’Aosta dove si sta lavorando”.

E’ importante – conclude quindi Mondino -, che la quota di suolo ancora libero e coltivabile venga salvaguardata di più attraverso un’applicazione più severa delle leggi e delle procedure già esistenti, il riuso e il recupero delle numerose superfici e strutture in disuso, una valutazione attenta e accurata di quanto il suolo offre”.

Massimiliano Sciullo

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