Il passivo del 2020 è di oltre 200mila euro e da più di un decennio la rsa pubblica Castelli-Fasolo di Vigone registra un segno meno che ha spinto il Cda del Centro servizi, che amministra la struttura, a decidere di chiuderla, entro fine anno: “È una scelta dolorosa che avremmo dovuto prendere già un anno e mezzo fa, non fosse scoppiata l’emergenza Covid” sottolinea il presidente Claudio Restagno.
La decisione è stata presa all’unanimità nella riunione del 30 agosto e ieri pomeriggio si è tenuto un incontro con i parenti.
“Abbiamo provato a tagliare i costi e valutato anche di ampliare la struttura, per accogliere più ospiti. Ma la nostra concessione è in deroga e, in caso di ampliamento, avremmo dovuto adeguare alle attuali normative tutta la struttura, con costi insostenibili” spiega Restagno, che ha illustrato le ragioni della chiusura di una struttura storica per i vigonesi – perché in passato era stata un ospedale e ora, oltre alla rsa, ospita sportelli dell’Asl To3 e il centro Medici del Territorio.
A pesare sui conti sono i costi di gestione che non vengono coperti solo con i 25 posti disponibili, come ha precisato il direttore Adriano Rosano. Il Cda ha fissato come data di chiusura il 31 dicembre 2021, ma ha invitato le famiglie a prendere contatto con gli uffici e valutare dove vogliono essere trasferiti. Alcuni potrebbero trovare spazio nella residenza Canonico Ribero, se si libereranno dei posti – questa è un’altra struttura vigonese gestita dal Centro servizi. A seconda delle richieste, potrebbe venire stilata una lista d’attesa che privilegia i residenti e coloro che hanno la convenzione con l’Asl, più altri criteri da definire.
Il Centro però ha presentato anche un ventaglio di opportunità alle famiglie di portare i loro cari in strutture dei dintorni (Pancalieri, Virle, Villafranca Piemonte e Cavour), con cui è stata concordata una retta d’ingresso identica a quella attuale. Ma c’è anche la libertà di scegliere una qualsiasi altra struttura.
I lavoratori dipendenti del Centro servizi (12 oss e un infermiere) verranno trasferiti alla Canonico Ribero, dove presta servizio una cooperativa, a cui saranno ridotte le mansioni.
Resta ancora da definire il futuro degli spazi che si libereranno in via Ospedale 1: “Ne abbiamo parlato con l’Asl e potrebbero interessare a loro” conclude Restagno.