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Scuola e formazione | 13 settembre 2020, 17:46

Ritorno a scuola, l’amarezza dei sindacati: “Abbiamo necessità di più di 7000 docenti di ruolo"

“L’importante è aprire la scuola ripete il Ministro, come un mantra, in che modo non importa": affermano i sindacati Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda Unamas

Ritorno a scuola, l’amarezza dei sindacati: “Abbiamo necessità di più di 7000 docenti di ruolo"

Rabbia e delusione per un'occasione mancata. Sono questi i sentimenti che animano i sindacati, alla vigilia del primo giorno di scuola: "Ancora una volta, come da molti anni accade in Piemonte, siamo alla ripartenza dell’anno scolastico a cattedre vuote, con il personale precario chiamato a supplire e dare provvisorio rimedio a guasti e malfunzionamenti di anni, problemi ripetuti e irrisolti a ogni passaggio di ministri e governi. Ma quest’anno con alle spalle la chiusura da mesi delle scuole c’è il Covid, c’è lo spettro del contagio, di quarantene, del ritorno al lockdown".

"Abbiamo necessità di più di 7000 docenti di ruolo, era possibile attivare 8908 contratti, ne sono stati assunti tra i 1500 e i 1600 per l’esaurimento delle graduatorie concorsuali, e non va meglio con il personale ATA, su 2172 posti liberi sono state autorizzate meno della metà delle assunzioni in ruolo (1041).

La call veloce ha portato in Piemonte una trentina di assunzioni (su più di 2000 posti

possibili). Arriveremo a 15000 supplenti docenti e a più di 3000 supplenze ATA, senza contare i così detti “posti COVID”. affermano Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda Unamas

"Si è persa una occasione di immettere in ruolo 32000 Docenti attraverso il concorso straordinario, buttando al macero un accordo tra il Ministro precedente e le OO.SS, decisione incomprensibile dal parte dell’attuale Ministro. Si è pensato più ai banchi che al personale docente ed ATA. L'organico Covid, formato di personale che sarà a disposizione a tempo determinato con l'ingiusta certezza di licenziamento in caso di ritorno al lock down conta 2932 docenti e 2709 ATA, e nonostante l’autorizzazione di oltre 2000 posti in deroga mancano collaboratori nelle scuole per garantire sorveglianza, sicurezza e pulizia.

Questa la fotografia del personale scolastico il giorno della riapertura! “L’importante è aprire la scuola” ripete il Ministro, come un mantra, in che modo non importa. Da mesi le organizzazioni sindacali, a Roma con la Ministra e qui in Piemonte e in ogni provincia, hanno posto e insistito sulla questione del personale scolastico, dei concorsi, dei tempi, dei modi, dell’accumularsi di ritardi. Il personale degli uffici periferici del  ministero sta lavorando senza sosta in questi giorni ma qualcosa, e troppo, non ha funzionato. Si riparte a macchia di leopardo, con differenze in ogni scuola e in ogni provincia, l’area metropolitana, Torino, è la prima all’appello nel caos della ripartenza. Si riparte dunque con un aumento di instabilità e incertezze in un momento in cui avremmo bisogno di stabilità e certezze, non occorrono altri imprevisti, con i più basilari diritti del lavoro del personale precario subordinati agli errori di sistema e la prospettiva di nominare personale con titoli errati e da sostituire, in una girandola di supplenze in classe. Per una gestione ferma e serena di fronte al COVID, per la salute e la sicurezza di tutti, occorrono certezze, serenità e personale stabile. Si è preferito cambiare le “regole gioco” a partita iniziata e in un momento difficile, questo è il risultato".

"Non avevamo bisogno della scenografica rappresentazione da parte del Presidente Cirio della questione della misurazione della temperatura degli allievi, da fare secondo un modello “originale doc Piemonte” rispetto alle indicazioni nazionali e a tutto il Paese mentre si riapre la scuola con centinaia di collaboratori scolastici mancanti già per la semplice sorveglianza. Abbiamo chiesto alla Regione personale in più e ci hanno restituito un ordine alle scuole sul controllo del diario e dell'autocertificazione da fare ogni giorno da parte delle famiglie.

Adesso basta! Stiamo avviando azioni sindacali, legali, diffide a fianco delle tradizionali forme di protesta. Stiamo monitorando con le nostre Rappresentanze Sindacali Unitarie ogni scuola perché tutto proceda. La scuola del Piemonte per quanto ci riguarda deve aprire il 14 , il 15, il 16 settembre e anche dopo: con trasporti, mense, pre e post scuola, qualità della didattica, stabilità, continuità e l’attenzione a chi ha bisogni speciali e capacità diverse. La scuola dovrà funzionare ogni giorno e al meglio.

Oggi più che mai, pensando alla gioia e alla trepidazione dei nostri bambini e ragazzi che rientreranno a scuola, ai nostri piccoli che avranno il loro primo giorno di scuola e alla forza dell'impegno quotidiano e della passione di chi lavora nella scuola e che ha operato in condizioni instabili e a volte quasi impossibili perché tutto funzionasse al meglio si deve invertire la rotta. Si tratta di un’esperienza di vita che abbiamo il dovere di accompagnare e aiutare a crescere, che non deve essere disturbate da beghe e politiche di basso livello che dimentica ciò che è straordinariamente importante: la vita e la crescita delle nostre bambine e bambini, ragazze e ragazzi con la scuola che ne rappresenta l'orizzonte. Saremo a Roma il 26 settembre con le comunità scolastiche di tutta Italia" concludono i sindacati.

Comunicato Stampa

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