Il Pinerolese tenta la scalata alla presidenza dell’inceneritore

L’idea è del sindaco di Pinerolo Luca Salvai, il braccio è la società pubblica Acea pinerolese industriale, l’obiettivo è conquistare la quota pubblica più grande di Trm e arrivare a nominare il presidente della società che gestisce l’inceneritore.

La partita è complessa ed entrare in Trm fa gola a molti, tanto che è difficile prevedere oggi cosa succederà davvero. Ma nella Commissione bilancio di ieri Salvai ha tracciato la strada che intende percorrere il Pinerolese, cioè fare l’offerta migliore per strappare il diritto a nominare il presidente.

L’operazione ha destato perplessità in Forza Italia con il capogruppo Mauro Martina che ha chiesto garanzie «sulla scalata».

La vicenda parte da qui: Torino il 27 settembre 2019 ha lanciato una gara per vendere 15.064.759 azioni di Trm, che coprono il 17,35% del capitale sociale. Il bando è andato deserto e il 9 giugno scorso, Torino ha emesso un avviso per trovare nuovi acquirenti in campo pubblico.

Entrare nella gestione dell’inceneritore, seppur con una quota molto piccola, interessa a diverse aziende e consorzi pubblici come Cidiu di Collegno o Acsel della Val di Susa. Le ragioni sono molteplici: dall’esercitare un seppur minimo controllo su un impianto strategico per la gestione dei rifiuti, al gestire meglio i sovvalli (ovvero gli scarti della lavorazione dei rifiuti), passando per la redditività della società, che distribuisce utili sopra il 10% ai suoi soci.

Ma c’è anche un altro tassello che interessa alcuni territori: quello del presidente. Lo statuto infatti prevede che a esprimerlo sia il socio pubblico che detiene la quota maggiore.

Un punto quest’ultimo che Salvai ha sottolineato: «Perché l’operazione sia vincente, bisogna diventare socio pubblico di maggioranza». L’acquisto delle quote è stato demandato ad Acea, che si è rivolta alle banche per avere in prestito i soldi necessari per l’investimento.

La prima versione comunicata ai sindaci parlava di 1 milione di quote a 2,021 euro l’una, poi si è passati a 1.600.000 azioni. Infine la mossa di non svelare la cifra: «Nella delibera che i Comuni più grandi del nostro Consorzio stanno approvando in questi giorni, non si richiama la cifra, visto che è una gara – ha puntualizzato Salvai –. Sarà il cda di Acea a stabilirla e comunicarla all’assemblea dei soci del 30 luglio».

Proprio in extremis per rispondere all’avviso emesso da Torino, che scade il 31 luglio. Ma non è escluso che arrivino delle proroghe.

L’operazione ha sollevato le perplessità di Forza Italia: «Oltre al sunto politico che la maggioranza del Movimento Cinque Stelle riconosce l’inceneritore come sistema di smaltimento rifiuti, mi sarei aspettato maggiori garanzie. Non sappiamo l’entità del debito che faremo per acquisire le quote e il loro valore non è garantito» è stata la punzecchiatura di Martina, che ha acceso gli animi.

Il sindaco ha ribadito: «O entriamo in Trm o serve una discarica nuova. Noi chiederemo anche che il valore delle quote venga garantito». Dopodiché si è acceso uno scontro che ha portato il consigliere di Forza Italia a lasciare la seduta.

La questione del valore delle azioni non è un tema secondario in questa operazione, perché molto probabilmente Torino non riuscirà a venderle tutte e dovrà fare un nuovo bando, aperto anche ai privati. Se anche la cifra messa a base d’asta fosse di 2,021 euro, qualora la gara andasse deserta, la sindaca Appendino si troverà a dover fare l’ennesima gara, molto probabilmente scontando il prezzo delle singole azioni, facendo così perdere valore ai titoli acquistati da enti e aziende pubbliche.