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Economia e lavoro | 07 ottobre 2025, 11:33

Mirafiori, freno a mano tirato (aspettando Filosa e la 500 ibrida): ancora un -17% di auto prodotte

Al terzo trimestre 2025 la rilevazione Fim Cisl mostra un altro calo di volumi e la scomparsa quasi completa delle Maserati, destinate a Modena. Uliano: “Con il nuovo modello speriamo di superare la cassa integrazione”

La rilevazione Fim Cisl mostra un altro calo di volumi

La rilevazione Fim Cisl mostra un altro calo di volumi

Aspettando la 500 ibrida (e l’incontro con il nuovo ad, Antonio Filosa, fissato per il 20 ottobre), Mirafiori continua a viaggiare col freno a mano tirato. Lo dice l’ultima rilevazione della Fim Cisl, legata al terzo trimestre 2025, che mostra un calo di produzione del 17% nello storico stabilimento torinese. 

Numeri in rosso

Sono state prodotte 18.450 unità rispetto alle 22.240 del 2024. Di queste, 18.315 sono Fiat 500 BEV, mentre le Maserati si fermano a sole 140 unità, segnando un crollo quasi totale. In attesa che GranTurismo e GranCabrio siano spostate definitivamente a Modena entro la fine dell’anno. 

“Per quanto ci riguarda, la linea Maserati di Mirafiori deve essere assolutamente riempita con nuove produzioni - commenta Ferdinando Uliano, segretario generale Fim Cisl -. Rimane ferma la nostra critica rispetto alle scelte errate compiute su Maserati: Stellantis chiarisca quale strategia intende adottare per il marchio, sia in termini di modelli sia di volumi produttivi”.

Aspettando la 500 ibrida

“L’avvio della produzione della 500 ibrida, previsto per novembre 2025 - aggiunge - è il risultato della nostra azione sindacale, che potrà contribuire a mantenere la missione produttiva dello stabilimento. Entro la fine dell’anno sono previste circa 5.000 unità, obiettivo impegnativo e tutto da verificare, mentre il gruppo stima una produzione annua di circa 100.000 vetture. Se tali volumi saranno confermati, sarà possibile superare la fase di cassa integrazione”.

“Per noi - conclude Uliano su Mirafiori- resta indispensabile un piano industriale che consenta di rilanciare l’occupazione, dopo anni di continue uscite. Nel 2027 è previsto l’arrivo di una nuova 500 elettrica con batterie Stellantis e chiederemo conferma al Gruppo, mentre nel 2030 debutterà la nuova generazione della 500e, sempre prodotta a Mirafiori. Speriamo si possa accelerare su questi debutti in motorizzazione elettrica per aumentare i volumi”.

Il peso della cassa

L’attualità parla di ammortizzatori sociali. “Attualmente resta attivo il contratto di solidarietà fino al 31 gennaio 2026, utilizzato al 40% dai circa mille lavoratori della 500 BEV. Diversi lavoratori risultano in distacco sulla produzione del cambio elettrico eDCT. Nell’ultimo trimestre si sono registrati solo 37 giorni lavorativi sulla linea della 500 BEV”.

Difficoltà in tutti gli stabilimenti del Paese

Un dato che affianca quello nazionale, in diminuzione a sua volta del 31,5%. “Abbiamo un crollo di circa un terzo, con le auto che calano addirittura del 36% e le previsioni verso la chiusura di anno è ancora più negativa di quella che avevamo fatto a giugno. Dal ritorno dalle ferie infatti oltre la metà dei lavoratori è stata coinvolta da cassa integrazione”, dice Ferdinando Uliano, segretario generale Fim Cisl. “Su scala nazionale, a fine anno, si potrebbe rimanere sotto le 200mila automobili, che sarebbe un risultato negativo storico. Non ci si è affatto avvicinato ai dati del 2024 come l’azienda aveva prospettato”.

A Filosa: “No ad azioni unilaterali”

In attesa di incontrare il neo ad Filosa: “Abbiamo chiesto subito un vertice e pretenderemo garanzie per quanto riguarda i siti produttivi e l’occupazione. Chiediamo che non vengano attuate azioni unilaterali su riduzione occupazionale o chiusura di stabilimenti. Una situazione che si registra così in calo non lascia nulla per scontato. Ecco perché ribadiremo la nostra posizione all’amministratore delegato”.

“È necessario rafforzare il piano di investimenti - prosegue - messo in atto dopo le iniziative di sciopero con gli altri sindacati metalmeccanici”.

Su Unione Europea e Governo “serve un cambio di passo: il tema del rilancio dell’industria civile, invece di parlare solo di versante difesa, passa per settori strategici come quello dell’auto. Serve un intervento strutturale significativo. Anche il Governo italiano deve individuare risorse per sostenere la filiera e rilanciare l’indotto. E bisogna rivedere anche il sistema delle sanzioni, visto che le case automobilistiche ribadiscono che non ci sono le condizioni per assolvere a quell’impegno. Se già così ci sono ridimensionamenti occupazionali, il rischio è che le ricadute possano essere ancora superiori e peggiori”.

Massimiliano Sciullo

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