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Economia e lavoro | 12 giugno 2025, 06:01

L'export del Piemonte ancora più a picco: -3,5% nel primo trimestre dell'anno (colpa di auto e Germania)

A sostenere almeno in parte il bilancio complessivo sono i settori dei metalli e del tessile

Soffre l'export del Piemonte nei primi tre mesi dell'anno

Soffre l'export del Piemonte nei primi tre mesi dell'anno

Ancora a picco, l'export del Piemonte. Dopo le difficoltà accumulate nel 2024, il primo trimestre del 2025 si chiude con un -3,5%. E la colpa, ancora una volta, è dell'automotive. Ma non solo: anche la Germania - storico Paese con cui la nostra regione vanta scambi commerciali importanti - continua a soffrire. E, di conseguenza, soffrono anche gli affari di compravendita.

Quasi 15 miliardi di esportazioni
Nei primi tre mesi dell’anno il valore delle esportazioni di merci piemontesi si è attestato a 14,9 miliardi di euro, registrando appunto un calo del 3,5% rispetto al primo trimestre 2024, periodo in cui le vendite oltre confine di merci piemontesi avevano raggiunto i 15,4 miliardi di euro. Anche le importazioni hanno manifestato una contrazione, anche se meno evidente (-1,1%), raggiungendo gli 11,6 miliardi di euro. Il saldo della bilancia commerciale, pari a 3,3 miliardi di euro, si è confermato ancora una volta di segno positivo, anche se in diminuzione. I risultati del Piemonte sono stati, in questo inizio del 2025, in controtendenza rispetto a quelli registrati a livello medio nazionale (+3,2%).

I dati del primo trimestre 2025, con un calo dell'export del 3,5%, impongono una riflessione sul futuro della nostra regione. La flessione del settore dei mezzi di trasporto è attenuata dalla notevole vitalità di altri settori strategici come i metalli, il tessile e l'aerospaziale. Questi numeri sono la prova della resilienza e della capacità di innovazione delle nostre imprese. La nostra azione deve quindi puntare con forza a una maggiore diversificazione. Allo stesso tempo, accelereremo sulle politiche di innovazione e digitalizzazione per accompagnare la trasformazione dei nostri settori chiave. Trasformeremo queste sfide in un'opportunità per rendere il sistema Piemonte più forte, competitivo e diversificato sui mercati globali”, commenta Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte.

In coda ai migliori
Tra le principali regioni esportatrici, il Piemonte ha registrato la performance peggiore confermandosi al quinto posto con una quota del 9,3%. La Lombardia si è riconfermata al primo posto, contribuendo al 25,4% dell'export nazionale e segnando una crescita tendenziale delle vendite oltre confine dell'1,0%. L'Emilia-Romagna si è classificata seconda con una quota del 12,9%, registrando tuttavia una flessione dell'1,1% rispetto al primo trimestre 2024. Un calo analogo (-1,2%) ha interessato il Veneto, che si posiziona terzo con una quota del 12,3%. La Toscana ha consolidato la quarta posizione (10,2% dell’export nazionale) grazie a una crescita dell'8,2% delle vendite estere, trainata in particolare dal forte contributo del comparto farmaceutico, chimico-medicinale e botanico.

Tutta colpa dell'auto
Al centro delle dinamiche dell’export piemontese troviamo, come di consueto, i Mezzi di trasporto. Questo settore mantiene la leadership, con esportazioni pari a circa 3 miliardi di euro, corrispondenti al 20,8% del totale regionale. Tuttavia, è proprio qui che si registra la flessione più marcata, con un -15,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questa contrazione è un chiaro riflesso delle profonde e continue trasformazioni che stanno interessando il comparto automotive a livello globale, tra sfide legate alla catena di approvvigionamento, riallocazione della produzione e la transizione verso nuove tecnologie. La storica dipendenza del Piemonte da questo settore lo rende particolarmente esposto a tali dinamiche di riassetto.

L'auto in particolare fa ancora peggio: in tutto il 2024 la diminuzione è stata di oltre il 28%. Anche la componentistica autoveicolare subisce una flessione, ma di entità decisamente più modesta (-3,7%). Il comparto aerospaziale mostra segnali maggiormente incoraggianti, registrando un aumento delle vendite oltre confine del 2,8%. In positivo anche la nautica, mentre flette il ferrotranviario.

Anche il settore della Meccanica, il secondo per importanza con circa 2,6 miliardi di euro di export e una quota del 17,3%, evidenzia una significativa contrazione (-6,6%).  Gli Alimentari e bevande, un comparto che mostra tradizionalmente maggiore resilienza, registra un export di circa 2 miliardi di euro, pari al 13,4% del totale, evidenziando una flessione più contenuta (-2,6%). Questo settore continua a rappresentare una componente stabile e di qualità dell'export piemontese. Tra gli altri settori che hanno mostrato una contrazione, si annoverano la gomma/plastica (-2,0%) e gli apparecchi elettrici (-5,8%)

Chi sta meglio
Non mancano, fortunatamente, segnali di vitalità da parte di altri comparti che riescono a contribuire alla tenuta dell'export nonostante il contesto generale. Tra questi, spiccano i Metalli, con una crescita del +10,6%, il settore Tessile, abbigliamento (+2,7% per circa 1,2 miliardi di euro) e la Chimica (+1,9% per circa 1,1 miliardi di euro).

Nei primi tre mesi del 2025 il bacino dell’Ue 27 ha attratto il 63,1% dell’export regionale, mentre il 36,9% si è diretto verso i mercati extra-Ue 27. Il valore generato dalle vendite piemontesi è apparso in calo in entrambe le aree, anche se con intensità differenti: la flessione scontata dai Paesi situati al di fuori dei confini comunitari (-7,0%) è risultata, infatti, cinque volte superiore rispetto a quella registrata nell’Ue-27 (-1,4%).

Francia e Germania si confermano rispettivamente primo e secondo mercato di sbocco delle esportazioni piemontesi, con quote pari al 15,9% e 14,6% e registrando cali su base annua inferiori alla media regionale (rispettivamente -2,1% e -0,5%). La Spagna, terzo mercato comunitario di riferimento per l’export regionale, ha evidenziato una progressione del 4,2%, mentre le vendite dirette in Polonia hanno sofferto un calo superiore ai 6 punti percentuale. Tra gli altri principali Paesi europei di destinazione dei prodotti locali si segnalano l’aumento del 5,7% registrato in Cechia, cui si contrappongono le pesanti flessioni di Austria (-24,9%) e Irlanda (-18,5%).

Gli Stati Uniti si confermano il principale mercato di sbocco al di fuori dell’Ue-27, generando una quota del 7,4% dell’export regionale, seguiti da Svizzera e Regno Unito, che assicurano rispettivamente il 4,3% e il 3,8% del valore totale delle vendite oltre confine. La performance esibita dall’export piemontese nel mercato statunitense appare fortemente negativa (-14,2%), così come quella evidenziata verso il Regno Unito (-15,1%). La Svizzera incrementa, invece, gli acquisti di prodotti regionali di oltre 40 punti percentuale, soprattutto grazie al notevole incremento di gioielleria, bigiotteria e pietre preziose.

Tra gli altri mercati si segnalano le contrazioni di Cina (-8,7%), Turchia (-30,9%) e Messico (-28,4%), cui si contrappone la crescita del Brasile (+10,0%).

Il calo scontato a livello complessivo regionale rappresenta la sintesi di dinamiche territoriali eterogenee. La provincia di Torino, che genera il 43,7% del totale delle vendite oltre confine piemontesi, evidenzia un calo del 5,4% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Seguono Cuneo (16,8%), Novara (11,8%) e Alessandria (11,8%): l’export cuneese ed alessandrino hanno scontato flessioni su base annua rispettivamente del 6,5% e 2,7%, mentre le esportazioni di prodotti del Novarese hanno registrato una progressione in valore del 9,7% rispetto al I trimestre 2024. Anche la vicina Vercelli ha vissuto un incremento del valore delle merci vendute sui mercati esteri (+6,6%), mentre i restanti territori hanno sofferto contrazioni di intensità variabile: si passa dal -4,3% di Biella al -11,1% del Verbano C.O. e al -13,0% di Asti.

Massimiliano Sciullo

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