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Attualità | 05 agosto 2024, 09:33

Medaglia d’onore per Tourn: il lusernese che ispirò Mario Rigoni Stern

È stato pubblicato a luglio il decreto che ufficializza il riconoscimento ottenuto grazie alla ricerca che dimostra l’internamento rintracciando alcuni dei campi di lavoro in cui l’alpino era stato rinchiuso

Emilio Tourn, al centro della foto

Emilio Tourn, al centro della foto

Non si sa ancora quando arriverà a Luserna San Giovanni ma la notizia è ormai certa: Emilio Tourn, l’alpino ‘Tourn il piemontese’ per lo scrittore Mario Rigoni Stern e ‘Milio Merlo lo scalpellino’ per i suoi concittadini, è stato insignito della medaglia d’onore. Toccherà al cugino, Silvio Tourn, ritirarla: “È passato un anno da quando ho fatto la richiesta e nelle settimane scorse è stato pubblicato il decreto del Presidente della Repubblica che ufficializza il riconoscimento – racconta –. Per noi parenti è una gran soddisfazione!”.

Questo è uno dei risultati della ricerca sull’identità e sulla vita del personaggio di ‘Il sergente nella neve’ condotta dall’assessore del Comune di Cervere Giacomo Dotta in collaborazione con il segretario comunale di Luserna San Giovanni Paolo Mana presentata a dicembre dello scorso anno al Teatro Santa Croce. Poche settimane dopo il Comune di Rorà aveva già deciso di dedicare a ‘Tourn il piemontese’ la nuova sede degli alpini.

“La ricerca ha dimostrato che Tourn era stato internato in campi di lavoro: condizione necessaria per il conferimento della medaglia all’onore” spiega Dotta. Di lui si sapeva che era stato catturato il 9 settembre del 1943 ma del suo internamento c’erano solo poche tracce: “Consultando la corrispondenza tra il lusernese e lo scrittore Mario Rigoni Stern, custodita dall’archivio di Asiago, siamo però riusciti a individuare alcuni dei campi di lavoro dove è stato rinchiuso”. Con lo scrittore condivise un periodo nel campo I B di Hohesnstein da cui lo trasferirono a Merseburg. “Su quello che è accaduto dopo tuttavia rimane il mistero: nelle sue lettere Tourn scriveva semplicemente a Rigoni Stern che aveva ‘continuato a girare’ senza indicare i luoghi”. Rimane sconosciuto anche l’ultimo campo in cui fu internato: “Nel foglio di ritorno la Croce rossa indicò ‘Prandau’: nome che ad oggi risulta indecifrabile, probabilmente si è trattato di un errore di trascrizione”.

Elisa Rollino

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