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Attualità | 11 giugno 2024, 18:34

Marco Peiretti: 40 anni di divisa tra soddisfazioni e il buio del Covid

L’ex comandante della polizia municipale di Vigone e Villafranca Piemonte traccia un bilancio della sua carriera, iniziata tra fotocopie e bianchetti

La festa in Comune a Vigone per il pensionamento di Marco Peiretti

La festa in Comune a Vigone per il pensionamento di Marco Peiretti

Ha speso 40 anni a servizio del Comune. Non sono mancate soddisfazioni, ma nemmeno momenti bui come quello del Covid, in cui ha anche perso una persona cara, l’allora sindaco di Vigone Luciano Abate. Marco Peiretti, 63 anni, ha lasciato la divisa il 31 maggio per la pensione.

“Sono entrato in Comune nel novembre del 1982, quando c’erano in servizio Luciano e Giuseppe Maestro. Da ragazzo non valutavo di fare lavori come il vigile o il carabiniere, poi, dopo due anni di servizio, ho capito che non avrei mai più tolto la divisa” rivela. Entrato con l’Amministrazione Boetto e assessore al personale Michelangelo Grella, ha poi guidato per una trentina di anni la polizia locale di Vigone e negli ultimi anni anche di Villafranca Piemonte.

Un mestiere e un paese che cambiano

“Quando ho iniziato c’erano le fotocopie e il bianchetto, ora c’è tanta telematica, ma è stata creata anche molta burocrazia, che ti impedisce di fare più controlli in strada” confronta. La tecnologia però ha dato una mano nel contrasto ai reati come i furti e nell’individuazione di responsabili di incidenti e danneggiamenti: “Le telecamere ci hanno aiutato molto e penso che l’Amministrazione voglia ancora migliorare la copertura”. Quel che serve però perché il controllo sia efficace è il personale. Da anni il corpo di Vigone è composto solo da due persone ed è lontano da un vigile ogni mille abitanti, che sarebbe il numero ottimale. Collaborando con gli altri Comuni, però, si è sopperito a questo problema: “Oltre a Villafranca, in passato abbiamo lavorato assieme a Cavour, Campiglione Fenile e Cercenasco. Unendo le forze, raggiungi risultati”.

Quarant’anni fa Vigone era un paese con un’economia profondamente agricola, che imperniava anche la politica: “Oggi l’agricoltura conta ancora, ma è cambiato il modo di lavorare nei campi e il numero di forza lavoro impiegata”. Pur essendosi trasformata la società, Vigone è sempre un paese sicuro e tranquillo: “In passato abbiamo avuto problemi con minori ed è ancora una situazione da monitorare, così come il consumo di droghe, ma non c’è spaccio” fotografa.

Negli anni anche l’immigrazione non ha dato problemi: “Ho sempre avuto un rapporto positivo, con le persone che sono venute in paese e non ci hanno mai dato particolari preoccupazioni”.

Dalla comunità al panorama internazionale

È proprio il contatto con la popolazione un elemento di soddisfazione del suo bilancio personale: “Per tanti fai le multe, ma ci sono persone che ti stimano e negli anni si è creato un rapporto positivo con la comunità. Quand’è così, per alcuni, il vigile diventa un punto di riferimento anche per parlare di problemi privati”. Nell’elenco delle soddisfazioni non manca nemmeno quello di “aver visto giovani come l’attuale sindaco di Vigone Fabio Cerato crescere e impegnarsi pubblicamente per il paese”. Ma anche la collaborazione con Agostino Bottano di Villafranca Piemonte, che ha portato la polizia locale sul panorama internazionale, con il campionato di volley femminile di A1: “È il campionato più importante al mondo. Io ero in commissione per l’agibilità al Pala Bus Company e prestiamo anche servizio alle partite casalinghe”.

Il dolore della pandemia

In una lunga carriera, come la sua, non sono mancati però momenti difficili. “Il più difficile, anche a livello personale, è stato quello del Covid: dovevi controllare che le persone non uscissero di casa in un momento di paura e di tensione e sapevi che c’erano anche problemi psicologici con cui ti scontravi. È stato veramente complicato” confessa con la voce rotta dall’emozione. Proprio la pandemia gli ha tolto una figura cara: “Il sindaco Luciano Abata era per me come un padre. Sono molto amico della sua famiglia – si commuove –. Penso a come lui stesse vicino alla cittadinanza e ai malati di Covid per poi ammalarsi lui e non farcela”. Si ferma nel racconto. La figura di Abate è stata ricordata nel momento di festa che si è tenuto in Comune a Vigone il 31 maggio per salutare la sua pensione.

Il futuro

Peiretti lascia il comando ad Andrea Artino: “È un giovane preparato tecnicamente, che ha attaccamento al lavoro e ci mette molto impegno e molta volontà. Come è successo per me, sarà il tempo a dire se il comandante è un ruolo in cui si trova bene o meno”. Peiretti si è dato disponibile per aiutare ancora in alcune pratiche e perfezionare il passaggio di consegne, ma guarda già al suo futuro senza lavoro: “Sono un volontario in campo culturale e avrò tempo per coltivare i miei interessi”. E Vigone di domani, come lo vede? “Voglio che rimanga un paese sicuro e tranquillo e che accolga chi viene qui per la prima volta”.

Marco Bertello

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