Ebrei e Valdesi festeggeranno insieme la concessione dei diritti alle loro comunità e i 600 anni della presenza ebraica a Torino insieme agli 850 della nascita del movimento valdese. Entrambi i gruppi sono stati particolarmente importanti a Torino e in Piemonte, ed entrambe le popolazioni hanno acquisito gli stessi diritti e politici degli altri abitanti del Regno di Sardegna nel 1848, grazie alle Lettere Patenti firmate da Re Carlo Alberto.
Una doppia ricorrenza da celebrare
Per i Valdesi il riconoscimento fu effettuato il 17 febbraio, mentre per gli ebrei il 29 marzo. Per celebrare le due ricorrenze, la Chiesa Valdese e la Comunità Ebraica di Torino hanno in programma una serie di eventi tra cui l'evento comune 'Ebrei e Valdesi - Una lunga storia torinese' in programma il 26 febbraio alle 18, nella Sinagoga di San Salvario, a pochi metri dal Tempio Valdese. Interverranno il professore Claudio Vercelli per i valdesi e il pastore Daniele Garrone per la parte ebraica.
Mole illuminata la sera del 26 febbraio
Le due comunità avevano fatto richiesta per l'illuminazione della Mole il 17 febbraio ma, in quei giorni, il simbolo di Torino sarà già "occupato" dalla proiezione delle Final Eight di basket. Durante la Commissione per il contrasto dei fenomeni di intolleranza e razzismo di questa mattina, però, l'assessore alle politiche sociali Jacopo Rosatelli ha confermato che la proiezione potrà essere fatta il 26 febbraio, in occasione dell'evento.
"Confermo che la Mole sarà illuminata il giorno 26 - ha dichiarato l'assessore - e anche il nostro principale monumento celebrerà questa celebrazione civile. Siamo figli di una storia che fu di intolleranza e discriminazione e purtroppo ne continuano a esistere alcune forme".
In commissione sono stati invitati il Presidente del Concistoro della Chiesa Valdese di Torino Sergio Velluto e il Presidente della Comunità Ebraica di Torino Dario Disegni, che hanno raccontato l'iniziativa.
Velluto e Disegni: "17 febbraio festività civile"
"Il 17 febbraio è una festività civile - ha spiegato Velluto - seguita dal 29 marzo. Erano una concessione praticamente imposta dalle altre potenze europee per poter aiutare i Savoia che non potevano candidarsi a ricostituire lo Stato italiano con due grosse minoranze discriminate. Il riconoscimento del 1848 è quindi un riconoscimento civile, non religioso: lo Statuto contemplava ancora il cattolicesimo come religione del Regno. L'Italia questo 17 febbraio l'ha dimenticato mentre noi la chiamiamo la festa della libertà. Nel frattempo le minoranze che si sono susseguite nel nostro paese sono altre, molte comunità religiose non hanno ancora accordi legali con lo stato e devono trovare altri modi per celebrare le loro attività, penso soprattutto alle numerose comunità islamiche".
"Quest'anno intendiamo ricordare e vogliamo farlo insieme ai valdesi visto che ci sono due anniversari tondi e un legame di amicizia che lega le due Comunità, entrambi legate a San Salvario - ha proseguito Disegni - Vogliamo ricordare la presenza e il passato di una comunità ancora presente e vivace a Torino, anche se si sta assottigliando ogni anno di più per varie cause".
Dal 2025 torna (forse) l'accensione del falò
Dal 2017, per festeggiare il 17 febbraio, la comunità valdese usava accendere un falò, secondo la tradizione, la sera del 16 in piazza Castello. Interrotta con il Covid, la manifestazione potrebbe ripartire il prossimo anno, come suggerito dall'assessora alla sicurezza e alle politiche per la multiculturalità Gianna Pentenero.
Nel frattempo, la fiaccolata e accensione del falò verranno comunque svolti a Villar Pellice, nelle Valli Valdesi, la sera del 16 febbraio.