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Salute | 03 gennaio 2024, 11:17

Una nuova protesi per il cuore salva la vita a due pazienti: il Mauriziano di Torino è il primo centro in Piemonte a usare questa tecnica

La Cardiologia dell’ospedale di corso Turati è il primo Centro in Piemonte ad utilizzare la protesi aortica "Tavi" di ultima generazione per il trattamento interventistico della stenosi valvolare aortica

ospedale Mauriziano

Intervento miracoloso al Mauriziano di Torino

Una protesi al posto della valvola dell'aorta per salvare la vita a due pazienti dell'ospedale Mauriziano di Torino. E' successo nei giorni scorsi, quando i medici del reparto Cardiologia di corso Turati hanno utilizzato le cosiddette "Tavi", strumenti di ultima generazione. Un primato, a livello regionale.

Più "comodo", per medici e pazienti

Questo tipo di protesi aortica, che rappresenta ad oggi la più moderna ed avanzata per eseguire procedure interventistiche di sostituzione della valvola aortica (TAVI) ha caratteristiche tecniche che ne permettono un posizionamento più agevole, rendendo così più semplice e rapido l’intervento con evidenti vantaggi per il paziente. 

Intervento passando dalla gamba

La stenosi aortica rappresenta una delle malattie più comuni delle valvole cardiache: in Italia interessa oltre un milione di persone, nonché il 10 per cento della popolazione oltre i 65 anni che ne è la fascia più colpita. L’intervento TAVI (Transcatheter Aortic Valve Implantation, vale a dire “Impianto transcatetere di valvola aortica”) è una procedura estremamente innovativa e mininvasiva, eseguita dai cardiologi, che permette di sostituire la valvola aortica passando da un’arteria della gamba senza necessità di intervento chirurgico ed anestesia generale. 

Il paziente viene dimesso nel giro di tre o quattro giorni, sempre che non ci siano particolari complicanze procedurali o necessità di riabilitazione post dimissione.

Un fabbisogno sempre maggiore

"Nonostante gli incrementi nazionali e regionali di interventi con protesi TAVI, il numero di pazienti trattati risulta purtroppo basso rispetto al fabbisogno di salute – afferma il dottor Giuseppe Musumeci, direttore della Cardiologia dell’ospedale Mauriziano e presidente regionale dell’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri -. Ad oggi, sono soltanto 194 i pazienti trattati ogni milione di abitanti in Italia (212 per milione in Piemonte) rispetto ai circa 415 per milione di abitanti che meriterebbero il trattamento, secondo le evidenze cliniche".

Al terzo posto in Italia

Nel 2022 la Cardiologia del Mauriziano è risultata il primo Centro in Piemonte ed il terzo in Italia (dopo il Policlinico San Donato di Milano ed il Policlinico Sant’Orsola di Bologna) con 274 interventi TAVI eseguiti nel corso dell’anno. Numeri che confermano la crescita dell’ospedale. "Questo incremento dei volumi si è associato ad esiti clinici eccezionali, con una riduzione della mortalità a 30 giorni che negli ultimi tre anni si attesta allo 0.3 per cento rispetto al 3 per cento descritto in letteratura, perché a volumi più alti si associano esiti migliori", osserva ancora il dottor Musumeci.

È stata inoltre creata una rete “Hub and Spoke” che migliora gli esiti di cura ed abbassa la mortalità dei pazienti in collaborazione con la AslTo3 per il territorio dell’Area Omogenea Torino Ovest (che comprende la Cardiologia dell’Ospedale di Rivoli e quella dall’Aou San Luigi Gonzaga di Orbassano). Inoltre sono state create convenzioni con le Cardiologie di Aosta, Vercelli e Savigliano. Questi Centri hanno inviato i loro pazienti presso l’ospedale Mauriziano, dove sono stati trattati da équipe miste, composte da cardiologi del Mauriziano e degli ospedali invianti. Tanto che nel 2022 ben 132 dei 274 pazienti trattati al Mauriziano arrivavano da altri ospedali (49 di loro da Rivoli).

"Questa rete ha garantito le migliori cure ai pazienti provenienti dai Centri Spoke e, contestualmente, ha portato alla formazione di cardiologi che in prospettiva potranno garantire le cure dirette ai loro pazienti – conclude Musumeci -. In questo modo, in un futuro prossimo anche i cardiologi del Centri Spoke potranno rispondere più adeguatamente al fabbisogno crescente di salute, eseguendo alcuni casi selezionati direttamente presso i loro Centri e lasciando che il centro Hub si concentri sui casi più complessi"

Massimiliano Sciullo

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