L’avete fatto l’albero, sì? Come vuole la tradizione, l’8 dicembre, giorno in cui la Chiesa festeggia l’Immacolata Concezione di Maria Vergine, nelle case si allestisce l’albero di Natale. È proprio intorno al tipico abete, decorato con palline, luci, festoni, dolciumi e ghirlande, che ci si riunisce la mattina di Natale per scartare i regali.
In Italia la prima ad addobbare un albero di Natale fu la regina Margherita, nella seconda metà dell’Ottocento, al Quirinale e poi la moda si diffuse velocemente in tutto il Paese. Solo nel 1982 l’albero di Natale fece la sua comparsa in Piazza San Pietro a Roma per volere di Papa Giovanni Paolo II.
Ma da dove arriva l’usanza di addobbare l’abete per il Natale? Ve lo diciamo noi!
Le origini dell’albero di Natale
L’origine dell’albero di Natale affonda le sue radici nella cultura celtica. L’abete è una pianta sempreverde e per i druidi, gli antichi sacerdoti dei celti, era considerato simbolo di vita e lo onoravano in varie cerimonie. Con l’avvicinarsi dell’inverno, gli abeti venivano tagliati e addobbati con nastri, fiaccole, piccole campane e animaletti votivi, per propiziarsi il favore degli spiriti. Anche i romani, il primo giorno di gennaio usavano regalarsi un rametto di una pianta sempreverde come augurio di buona fortuna. I vichinghi, invece, seguivano il culto dell’abete rosso, albero in grado di esprimere poteri magici. Gli alberi venivano tagliati, portati a casa e decorati con frutti, per simboleggiare la fertilità della terra in attesa della primavera.
Il significato cristiano dell’albero di Natale
L’abete è stato ripreso dai cristiani come simbolo di Cristo. A conferirgli un significato cristiano è la scena biblica dell’Eden. Nella notte in cui si celebra la nascita di Cristo, l’albero posto al centro del giardino dell’Eden diventa anche l’albero intorno al quale l’umanità ritrova il perdono. Inoltre, l’abete fu scelto fra tutti gli alberi sempreverdi per la sua forma triangolare, che rappresenterebbe la Santa Trinità.
San Bonifacio e l’albero di Natale
Una nota storia collega, invece, l’albero di Natale all’inglese San Bonifacio (672-754), colui che evangelizzò i popoli germanici. Bonifacio affrontò i pagani che si erano riuniti presso la Sacra Quercia del Tuono di Geismar per adorare il dio Thor. Mentre stavano per compiere un sacrificio umano, egli prese una scure e cominciò ad abbattere l’albero che cadde e si spezzò in quattro parti: si trattava di un abete verde. Bonifacio disse che quello, d’ora innanzi, sarebbe stato il loro albero sacro e della pace, poiché le case erano costruite con il suo legno. Disse che si sarebbe chiamato l’albero di Cristo bambino, e che dovevano riunirsi attorno ad esso per compiere riti d’amore e bontà, non di sangue. Il capo del villaggio si lasciò convincere, portò un abete a casa e decorò i suoi rami con delle candele.
Il primo albero di Natale
Furono soprattutto i prussiani, i “predecessori” dei tedeschi, a contribuire alla sua diffusione. Ci sono diverse storie sul “primo albero di Natale”. Ad esempio, a Tallinn, in Estonia nel 1441, fu eretto un grande abete nella piazza del municipio attorno al quale uomini e donne non sposati ballavano alla ricerca di un’anima gemella. Si racconta anche di un albero decorato a Brema nel 1570 con mele, noci, datteri e fiori di carta. Fra le città che si dichiarano sedi del primo albero di Natale, c’è anche Riga in Lettonia, dove si trova anche una targa scritta in otto lingue per commemorare l’evento del 1510.
Ma l’albero di Natale, così come lo conosciamo noi, fu introdotto in Germania nel 1611 dalla Duchessa di Brieg: un angolo di una delle sale del suo castello già adornato per il Natale era rimasto completamente vuoto, allora ordinò che un abete del giardino venisse trapiantato in un vaso e portato in quella sala. In Francia, invece, il primo albero di Natale fu addobbato nel 1840 dalla duchessa d’Orleans. I cattolici, infatti, dopo la riforma di Martin Lutero (1483-1546), consideravano un’usanza protestante quella di decorare alberi per celebrare il Natale. Inizialmente c’era un po’ di diffidenza...
Le decorazioni
Tra le tradizioni natalizie più diffuse in tutto il mondo, l’albero di Natale viene addobbato con palline, luci, festoni, dolciumi e ghirlande. A proposito di luci, è stato Edward H. Johnson, socio del famoso inventore Thomas Edison, a utilizzare per la prima volta nel 1885 delle luci elettriche per addobbare l’albero della propria abitazione. Se in passato si utilizzavano dolci, nastri di tessuto, piccoli ninnoli, candele e ostie sconsacrate, oggi le decorazioni industriali vanno per la maggiore, in plastica, vetro o ceramica. Sul nostro abete (vero e finto) spesso posizioniamo anche dolciumi, personaggi natalizi o altri addobbi, oltre alle immancabili luci. Ma su un albero di Natale che si rispetti le palline rosse non possono mai mancare!
Perché usiamo le palline sull’albero di Natale
Può sembrare un’usanza moderna, ma non è assolutamente così. L’origine, al contrario, è molto antica. Già in epoca pre-cristiana esistevano delle decorazioni che in occasione del solstizio d’inverno si appendevano davanti casa, come corone sempreverdi che, secondo le usanze, tenevano fuori gli spiriti maligni. Nell’antica Roma, invece, si addobbavano con gli abeti i templi nel periodo dei Saturnali, ovvero le celebrazioni in onore di Saturno, che cadevano proprio durante il solstizio invernale, a partire dal 17 dicembre. Proprio in questo contesto nasce la tradizione delle palline sull’albero che poi diventerà il simbolo di Natale. Questa usanza si è poi affermata ulteriormente durante il cristianesimo. In vista del Natale, infatti, le chiese e le piazze dei villaggi, si decoravano con alberi o piramidi di legno decorate.
Arbusti come il ciliegio, il biancospino o alberi di medio fusto, venivano abbelliti con carta, mele rosse e candele. In poco tempo iniziò ad affermarsi l’utilizzo dell’abete, decorato proprio con mele rosse, il cui colore risaltava sul verde della pianta.
Dalle mele alle palline rosse
Una leggenda ci rimanda nella seconda metà del 1800 (pare il 1858) in un piccolo paesino francese al confine con la Germania. Qui, a Goetzenbruck, un inverno particolarmente rigido distrusse gran parte del raccolto di mele, tant’è che ben pochi frutti arrivarono integri al Natale. Un Natale senza mele rosse non sarebbe stato come tutti gli altri, ma geniale fu l’idea di un orologiaio del posto che, per rimediare alla mancanza si fece appositamente consegnare delle sfere di vetro soffiato da una vetreria locale. Le dipinse quindi di rosso, rendendole del tutto simili ai frutti usati fino a quel giorno, facendole poi appendere all’albero situato nella piazza. Intuizione illuminante, in grado di diffondersi con il passare del tempo non solo nella zona, ma praticamente in tutta Europa prima e nel mondo poi. Oggi, insomma, se utilizziamo delle palline (in vetro o in plastica) per addobbare il nostro albero di Natale, va ringraziato probabilmente (stando almeno a questo racconto) quell’orologiaio del piccolo paesino francese al confine con la Germania senza il quale, forse, anche in questo momento appenderemmo mele al nostro albero.
Il miracolo delle palline
Si narra, inoltre, che a Betlemme vivesse un artista di strada che non aveva cibo per sfamarsi, figuriamoci per fare un regalo a Gesù Bambino nel giorno della sua nascita. Decise, quindi, di sfruttare la sua abilità di giocoliere, l’unica cosa che possedeva. Il bambino si divertì molto, e si dice che da allora sull’albero mettiamo le palline, proprio per ricordarci delle sue risate nel vedere l’artista.
Il presepe
Tradizionalmente, l’8 dicembre, per la religione cattolica, è il giorno in cui si fa il Presepe, un altro elemento tipico della tradizione natalizia, inventato da San Francesco d’Assisi. Durante la notte di Natale del 1223, a Greccio (Lazio), il santo rievocò la nascita di Gesù attraverso la prima vera rappresentazione vivente dell’evento e durante la Santa Messa tenne una famosa predica in modo da rendere comprensibile la vicenda anche a coloro che non sapevano leggere le Sacre Scritture. Secondo la leggenda, il fantoccio usato per raffigurare Gesù Bambino prese vita più volte, durante la messa, fra le braccia di San Francesco.
8 dicembre, festa dell’Immacolata
La giornata dell’8 dicembre è dedicata all’Immacolata Concezione, ricorrenza nella quale si celebra la figura della Vergine Maria. Secondo quanto riportato nella versione ufficiale promossa dalla Santa Sede, la festività risale al 1854, anno in cui fu proclamato il dogma da Papa Pio IX, attraverso la bolla “Ineffabilis Deus” (Dio è ineffabile). Il documento indicò ufficialmente le radici del dogma e richiamò, inoltre, l’assenso dato nel 1849, da parte dei vescovi cattolici di tutto il mondo, di celebrare la Vergine Maria proprio nell’ottavo giorno del dodicesimo mese. Il termine “Immacolata Concezione” significa letteralmente “concepimento senza macchia”, celebrando il fatto che la Vergine sia stata preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento da parte dei suoi genitori San Gioacchino e Sant’Anna.
Da oggi la magia del Natale si avvicina!