Aumentano i casi di diabete, obesità e sovrappeso nella popolazione, una reale criticità che si somma ad un’altra, l’insufficienza di specialisti e di personale dedicato, mettendo così in discussione la gestione dell’assistenza ai pazienti. A sollevare la questione è AMD-Associazione Medici Diabetologi nazionale e di Piemonte/Valle d’Aosta, all'evento “L’accesso regionale alle terapie innovative. L’esempio della regione Piemonte”, organizzato a Torino, da Motore Sanità, con il patrocinio di ASL Città di Torino, Azienda Zero, A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino, Rete Oncologica Piemontese, A.O.U. Maggiore della Carità Novara, U.P.O. Università del Piemonte Orientale, ASL Vercelli, ASL Alessandria, AAPRA-Associazione Ammalati Pazienti Reumatici Autoimmuni, AMaR Piemonte-Associazione Malati Reumartici del Piemonte, ANMAR-Associazione Nazionale Malati Reumatici onlus.
“Il diabete e l’obesità sono tra le più comuni malattie croniche non trasmissibili, rappresentando condizioni patologiche complesse e una sfida globale per i sistemi sanitari. La gestione di queste condizioni coinvolge molteplici professionisti e in futuro impegnerà risorse sempre più rilevanti per garantire l’accesso alle cure migliori e all’innovazione, nel rispetto dei principi di equità e uguaglianza” spiegano Marco Gallo, Componente del Consiglio Direttivo Nazionale AMD -Associazione Medici Diabetologi (AMD) e Alessandra Clerico, Presidente AMD Piemonte/Valle D’Aosta. “Negli ultimi anni sono stati compiuti progressi senza precedenti nella cura delle più comuni patologie del metabolismo e nella prevenzione delle loro complicanze, ma la vasta diffusione sociale di tali condizioni richiede una responsabile allocazione e gestione delle risorse, economiche e professionali. Il dialogo e la collaborazione tra le Società scientifiche e le istituzioni hanno consentito un sensibile miglioramento nell’accesso equo alle cure di questa importante quota di popolazione”.
Ma le criticità ci sono e riguardano anche i professionisti. “Per poter garantire un’adeguata presa in carico del paziente affetto da diabete sarebbero necessari sul territorio nazionale circa 4.000 specialisti (rispetto ai 2.000 attuali), e l’attività degli specialisti dovrebbe sempre essere integrata in un team multiprofessionale che comprenda infermieri formati e dedicati, dietisti, psicologi e podologi” sottolinea Marco Gallo. “Molte di queste figure sono carenti o assenti nella vasta maggioranza dei centri di Diabetologia”.
Il Piemonte è una regione caratterizzata dalla presenza di una Rete Endocrino-Diabetologica che permette la presa in carico del paziente con modalità omogenee su tutto il territorio regionale: l’assistenza alle persone affette da diabete viene garantita attraverso la collaborazione tra i centri di diabetologia diffusi sul territorio e i medici di medicina generale, anche se restano ancora criticità da superare. “A livello piemontese si fatica a mantenere l’organico previsto di endocrinologi/diabetologi e di infermieri in diverse ASL/ASO, con importanti difficoltà nel colmare i posti vacanti malgrado i concorsi banditi, e conseguenti ricadute in termini assistenziali, tantopiù nella prospettiva della realizzazione dell’assistenza prevista con la Missione 6 del PNRR” aggiunge la dottoressa Alessandra Clerico. “Il recente aumento dei posti nelle Scuole di Specializzazione in Endocrinologia lascia sperare che nei prossimi anni la situazione possa migliorare”.
Secondo i dati dell’Istituto Superiore Sanità “Sorveglianza PASSI”, relativi al biennio 2020-2021, la prevalenza del diabete diagnosticato in Italia è di circa il 5%, pari a circa 3,5 milioni di persone, e si stima che circa un milione di persone abbia un diabete misconosciuto. La prevalenza varia significativamente con un gradiente Nord-Sud e per classi di età. In Italia, l’eccesso ponderale (sovrappeso e obesità) riguarda il 46% degli adulti e il 26% dei minori: una vasta quota della popolazione è pertanto a rischio di sviluppare diabete e complicanze cardiovascolari.
In Piemonte il numero di soggetti diabetici è stimabile attorno a 300.000, con una prevalenza del 7%. Quasi il 95% è affetto da diabete tipo 2, e il 5% da diabete tipo 1 (8.000-10.000 soggetti). Di queste 300.000 persone totali, 80.000 sono in età lavorativa e altri 80.000-100.000 persone hanno il diabete tipo 2 senza ancora saperlo. Ogni anno, in Piemonte, vengono poste circa 25.000 nuove diagnosi di diabete. I minori affetti da diabete mellito tipo 1 in Piemonte sono più di 1.000. Un’altra piccola quota di minori, stimabile in qualche decina di individui, è invece affetta da diabete tipo 2 o da altre forme genetiche di diabete (“diabete monogenico”).