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Politica | 28 febbraio 2023, 19:59

“La posizione del M5S sullo stop alle armi all’Ucraina non ha fondamento logico”

L’intervista al consigliere di Pinerolo Giorgio Pittau che ha rinunciato alla carica di capogruppo

Giorgio Pittau

Giorgio Pittau

Nell’ultimo Consiglio comunale, Giorgio Pittau ha lasciato la carica di capogruppo del M5S. Lui è riconosciuto come uno dei grillini ortodossi di Pinerolo e la sua decisione ha destato scalpore. Il nodo politico è la posizione del Movimento di Giuseppe Conte sullo stop dell’invio di armi all’Ucraina. Una questione di politica estera, che Pittau ritiene cruciale e non concorda con la linea del suo leader.

È la prima divergenza dalla linea del Movimento?   

Come in qualsiasi gruppo composto da persone, famiglia inclusa, andare d’accordo sempre è impossibile. A me era già capitato di dissentire sul “sì” del premier Conte al Tav (nell’estate 2019, ndr). Così come ero contrario all’ingresso nel Governo Draghi.

Come mai l’addio alla carica di capogruppo è arrivato adesso, sulla questione Ucraina, e non prima?

Su quei temi ero contrario, ma le posizioni dei miei compagni del Movimento avevano un fondamento logico. Fondamento che non ritrovo in questo caso. Dietro la posizione sull’invio delle armi c’è una posizione ideologica. Un pacifismo di facciata, che favorisce l’aggressione russa. Se un grande picchia un bambino e tu ti giri dall’altra parte non sei pacifista, sei complice. Io avevo aderito al M5S perché aveva un approccio anti-ideologico ai problemi. Non ragionava su cosa avrebbe detto Marx o il Papa, bensì sui dati e sui fatti.

Perché lasciare solo la carica di capogruppo e non il Movimento?

Volevo prendere le distanze dalle conseguenze della posizione del M5S, perché nel mio piccolo non voglio essere funzionale alla politica di aggressione di Putin. Difficilmente si riuscirà a stoppare l’invio di armi, ma questa posizione politica potrebbe influire sulla riduzione del quantitativo o sulla tipologia che viene inviata. Così si deteriora il fronte interno e l’Italia diventa il ventre molle dell’Occidente. Cosa che Putin sperava. Avevo anche deciso di lasciare il Movimento, ma in molti mi hanno fatto ragionare che questa è la prima volta in cui mi trovo fortemente contrario. Inoltre sarei rimasto comunque un elettore. In più nel gruppo locale mi ci ritrovo sia a livello politico-amministrativo, che personale.

Intanto circolano già voci di un futuro passaggio al Pd o a Fratelli d’Italia…

Questo mi provoca un orgoglio misto a piacere, perché la distanza tra queste due forze politiche dimostra effettivamente che ho un approccio che non è né di destra né di sinistra. Qualcuno infatti mi mette da una parte e qualcuno dall’altra. Questa è la misura di quanto sono grillino. E, se dovessi mai lasciare il M5S, farò tutt’altro, non politica.

Marco Bertello

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