“Non mi ricordo nemmeno più l’anno in cui ho iniziato. Mi sono vestito da Babbo Natale per una fiaccolata con le majorettes di Torre Pellice, di cui sono stato responsabile per 27 anni. Da allora non l’ho mai posato”. Mimmo Aglì ha 75 anni ed è un pensionato Mustad, che prima viveva a Luserna San Giovanni, poi si è trasferito a Torre. In queste settimane tutti lo conoscono come Babbo Natale, perché gira per il paese con un campanello e una slitta, con sopra un sacco pieno di peluche e di giochi da donare ai bimbi, assieme alle caramelle.
“Il primo costume me l’ha regalato l’allora supermercato Sidis, poi me lo sono comprato io e ogni anno lo porto in tintoria” spiega. A dargli una mano sono la pro loco e i commercianti: “Inoltre quest’anno una famiglia di Bricherasio mi ha concesso di allestire gratuitamente la mia casa in un alloggio, davanti alla Foresteria valdese, mentre Paola Martoglio, che ha il banco al mercato, mi ha aiutato a raccogliere giochi e peluche da donare ai bimbi”. Aglì ha mantenuto il suo impegno negli anni perché per lui è un modo per tenere viva una fiaba e animare il paese. Mentre ha sempre rifiutato di fare comparsate a pagamento, anche se ha ricevuto proposte addirittura da Torino.
“Una volta tante famiglie non avevano niente e il Natale era diverso da oggi. I bambini si accontentavano di due mandarini e noccioline – racconta –. Ma i piccoli credono sempre a Babbo Natale e vedi l’emozione nei loro occhi e il fremito che provano quando mi incontrano. Per questo sono contrario a iniziative come le corse di Babbi, con centinaia di persone mascherate, perché rovinano una fiaba e la sua magia”.
Indossare quel costume gli permette anche di rendersi conto delle situazioni di disagio che ci sono nel territorio: “Se li guardi negli occhi i piccoli, capisci le difficoltà che possono avere con la loro famiglia – rivela –. Un giorno ho donato un peluche a una bambina e ho notato che lo abbracciava e quasi piangeva”. Se ci sono momenti “malinconici”, non mancano ovviamente quelli particolarmente gioiosi: “Si è avvicinata a me una famiglia ucraina e quando i figli hanno infilato le mani nel sacco dei peluche erano felicissimi di potere scegliere i loro”.
L’ultimo giro, per quest’anno, lo ha fatto stamattina e il vestito è pronto per essere portato in tintoria per il prossimo anno: “Ora mi posso riposare, perché, non sembra, ma è faticoso e sono stanco” confessa con un sorriso.