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Politica | 19 maggio 2022, 10:20

Da Moncalieri l'urlo di sanitari e sindaci: "La Regione decida, l'ospedale unico è necessario"

Nella conferenza organizzata al Castello grande assente l'assessore Icardi. Montagna e Sicchiero: "Fare in fretta, si sono persi anni". Sarno: "Se si sceglie Cambiano e non più Vadò, a rischio il finanziamento dell'Inail"

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Da Moncalieri l'urlo di medici e sindaci del territorio: "L'ospedale unico è una necessità"

Da medici, infermieri e sindaci del territorio è giunta una richiesta univoca alla Regione: decidere in fretta e far nascere il nuovo ospedale unico dell'Asl To5.

Una telenovela iniziata nel dicembre del 2015 con l'avvio dell'iter, che sembrava arrivata ad un punto di vista nel 2018, con la decisione della Regione di scegliere l'area di Vadò (tra Moncalieri e Trofarello, ndr) quella decisione nel triennio successivo è stata rimessa in discussione dalla nuova Giunta di centrodestra, con l'ultimo studio comparativo che ha premiato Cambiano rispetto a Vadò e Villastellone, ma senza che sia ancora stata fatta la scelta definitiva, come ha confermato nei giorni scorsi l'assessore alla Sanita Luigi Icardi

Pescarmona: "Cambiano o Moncalieri poco cambia"

"Sanitari e cittadini uniti per la salute" era il titolo della conferenza organizzata alla Cavallerizza Reale del Castello di Moncalieri dalle principali sigle sindacali di medici e infermieri e moderato da Chiara Rivetti, Segretaria Regionale Anaao Piemonte. Dopo gli interventi di rito, conclusi dal direttore generale dell'Asl To5 Angelo Pescarmona, che ha parlato del fatto che "tra Moncalieri e Cambiano ci sono 3 chilometri e mezzo di distanza in linea d'aria, quindi poco cambia. Basta farlo l'ospedale".

A parole sembra che non ci siano problemi, stando a quello che poi è stato detto, in rappresentanza della Regione, dal dottor Mario Minola, direttore generale della sanità piemontese, che ha fatto le veci del grande assente, l'assessore Icardi. "Fare l'ospedale unico è una priorità per questa Amministrazione", auspicando di definire tutto entro l'anno, per far partire i lavori ad inizio 2023 ed avere la struttura pronta entro 3-4 anni. Parole che non sono piaciute ai sindaci del territorio.

Sicchiero: "Basta perdere tempo o non si farà più niente"

La sindaca di Carmagnola, Ivana Gaveglio, è stata quella meno dura nei toni, forse perché esponente del centrodestra che guida la Regione, ma non ha voluto fare battaglie di campanile: "Un ospedale nuovo che sia attrattivo, efficiente e che garantisca alti standard, questo ci chiedono i cittadini. Io non metterò alcun ostacolo quando sarà stato scelto il sito, ma partiamo davvero". Il primo cittadino di Chieri, Alessandro Sicchiero, è stato invece molto più diretto e polemico con Icardi: "la scelta del nuovo studio di fatto ha riportato tutto al punto di partenza, bloccando ogni cosa. Sarebbe stato utile che l'assessore fosse stato qui oggi, visto che sempre parlato di scelta politica. Ed invece...", parole accompagnate dagli applausi di tutti i presenti.

"Col passare del tempo qui si rischia che l'ospedale non nasca più, continuando a rinviare ogni decisione - ha proseguito Sicchiero - Spetta alla Regione fare una scelta, non possiamo farlo noi sindaci. E servono atti concreti per aiutare medici e infermieri, non solo proclami. Basta sabbia negli ingranaggi (riprendendo le parole usate da Icardi, ndr), andiamo avanti ascoltando le esigenze del territorio, di medici, infermieri e personale sanitario. Occorre fare qualcosa entro i prossimi sei mesi, altrimenti poi si entra nell'ultimo anno del Consiglio regionale e si dovrà aspettare dopo il voto del 2024, ricominciando ancora una volta da capo".

Montagna: "Servono sette anni per fare l'ospedale"

Altrettanto duro il commento del sindaco di Moncalieri Paolo Montagna: "Come parte politica dobbiamo chiedere scusa al personale sanitario, era il dicembre 2015 quando si era partiti. Sono cambiati molti sindaci e amministratori ma la Regione non decide", Poi Montagna smentisce l'ottimismo di chi parla di tre-quattro anni per avere il nuovo ospedale dell'Asl To5: "Ne servono almeno sette, lo dice lo studio che aveva promosso la scelta di Vadò, l'unico sito che si può edificare in tempi certi, perché è l'unico che ha già un progetto certo", attaccando l'ultimo studio commissionato dalla Regione "che non ha tenuto conto della baricentricita' nella scelta del sito. Un tema che non può essere secondario, assieme a quello dell'accessibilità".

Sarno: "A rischio il finanziamento dell'Inail"

Le domande dei sanitari presenti sono state in larga parte destinate al dottor Minola, che ha dovuto incassare anche le critiche destinate all'assessore Icardi, con qualcuno che si è addirittura spinto a chiedere polemicamente se la Regione non creda più nel progetto: "Questo ospedale s'ha da fare", ha garantito Minola, che si è visto attaccato dal consigliere regionale del Pd Diego Sarno quando ha garantito che ci sono i soldi per finanziare l'opera. "La Regione ha perso tempo in questi tre anni, la Giunta ora deve scegliere, poi il Consiglio ne prenderà quasi atto. Ma se la scelta politica sarà quella di preferire Cambiano, si dovrà informare Inail che aveva vincolato i 250 milioni del finanziamento al progetto Vadò".

Il dubbio che conclude la serata continua ad aleggiare. Sperando che al prossimo incontro ci siano finalmente certezze sul destino dell'ospedale unico.

Massimo De Marzi

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