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Regione | 31 marzo 2022, 14:38

Covid, in Piemonte l'emergenza "finisce" con il tasso di incidenza più basso d'Italia. Ma l'Rt non lascia sereni [VIDEO]

Icardi: "La scienza dimostra l'utilità di tracciamento e vaccini. Ma il contagio non è concluso". Di Perri: "Mai abbassare la guardia, i nuovi vaccini non hanno risultati entusiasmanti"

conferenza fine stato d'emergenza

L'emergenza non finisce per decreto, come ha ribadito il governatore Alberto Cirio. Ma intanto il Piemonte si presenta alla fine dello Stato di Emergenza con numeri significativi.

L'incidenza più bassa d'Italia

"Abbiamo 450 casi ogni centomila abitanti, l'incidenza più bassa d'Italia - sottolinea il presidente - E una percentuale dell'8,8% dell'occupazione letti: insieme a Lombardia e Veneto siamo le uniche tre regioni sotto il 10. E poi il 3,5 % di occupazione di terapie intensive (valore nazionale 4,8%), anche se abbiamo un Rt di 1,32 e una positività ai tamponi del 17%".

Vaccini: chi sono gli irriducibili

I numeri parlano anche della situazione della campagna vaccinale. Su 3,8 milioni di aderenti la popolazione vaccinata è pari al 96,2%, mentre l'84,3% ha fatto in ciclo vaccinale completo. Gli irriducibili sono 358mila (106mila over 50 e 109mila tra i 5 e gli 11 anni). "Continuiamo a contattarli - sottolinea Cirio - per cercare di convincerli che è importante vaccinarsi, ma purtroppo con il nuovo impianto di regole questo non è facile".

Con 2,8 milioni di terze dosi, con una copertura dell'86,2%, il Piemonte è comunque la seconda regione d'Italia dietro la valle d'Aosta.

Ma è soprattutto un grafico, a mostrare in tutta la sua evidenza quanto la "percezione" sia stata decisamente differente rispetto allo stato dei fatti. I mesi del 2020, che hanno messo in ginocchio il sistema, ora appaiono un piccolo scostamento statistico, soprattutto se paragonati al picco dell'ultima ondata: imponente, ma dall'incidenza minima nei ricoveri.

Il contagio però non si ferma

I numeri sono però gli stessi che non consentono di rilassarsi del tutto. "Con un RT superiore all'1, questo vuol dire che i contesti aumentano - spiega l'assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi - È fisiologico, se si allentano le restrizioni. Speriamo che la curva torni ad abbassarsi, ma stiamo già contattando le case farmaceutiche per farci trovare pronti in autunno, sperando di non dover utilizzare nulla".

Grazie alla comunità cinese

Ma tra i ringraziamenti, Icardi ricorda anche un interlocutore prezioso. "Volevo ringraziare la comunità cinese in Italia - continua - perché ci sono stati momenti in cui avevamo 1000 mascherine Fpp2 per tutto il Piemonte. Abbiamo chiesto a loro e ci hanno regalato quattro tir di dispositivi di protezione, arrivati in aereo. Dovremo formalizzare presto questo ringraziamento ufficiale".

Di Perri: "Attenzione al prossimo autunno: non bisogna abbassare la guardia"

La voce più autorevole è quella di Giovanni Di Perri, infettivologo e punto di riferimento medico in questi anni. "I numeri non ci dicono tutta la verità, perché dipende anche dalla capacità di diagnosticare, nei vari momenti. Ma senza dubbio l'effetto dell'impegno è stato evidente. E anche quello dei vaccini. Siamo andati a scuola, abbiamo fatto grandi eventi come Atp Finals e coppa Davis".

È dunque finita? "No, anche perché magari i dati sono sottostimati: c'è chi non ha fatto il test o l'ha fatto senza inserirlo in piattaforma. Quindi magari saremo relativamente protetti più a lungo. Ma bisognerà ragionare sulle quarte dosi e su quali vaccini, visto che quelli nuovi non stanno dando risultati entusiasmanti. Il fatto poi che stia circolando l'influenza vuol dire che certe attenzioni sono venute meno".

"L'incognita sarà il prossimo inverno: una bassa sofferenza degli ospedali non può essere la tappa finale. Non era il nostro mestiere di prima. Di certo bisogna invertire quel piano inclinato che negli anni precedenti ha visto smembrare la spesa per la sanità e l'assistenza", ha concluso Di Perri.

Files:
 epidemia al 30 marzo 2022 (0.9 MB)

Massimiliano Sciullo

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