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Economia e lavoro | 25 marzo 2022, 11:28

Straordinari non pagati e 5 mila infermieri a rischio disoccupazione: sanità piemontese in piazza [FOTO e VIDEO]

Oggi tre proteste. Critica la situazione dell'Asl To3: dal 1° aprile riapertura punti primo intervento di Giaveno e Venaria, ma senza nuove assunzioni

protesta con bandiere sindacali

Straordinari non pagati e 5 mila infermieri a rischio disoccupazione: sanità piemontese in piazza

Straordinari non pagati, oltre 5 mila infermieri ed OSS piemontesi che rischiano di perdere il posto di lavoro nei prossimi mesi, mancato rinnovo del contratto nazionale. Sono questi i motivi che hanno portato i sindacati e lavoratori della sanità piemontese a scendere in piazza questa mattina con tre proteste, una davanti alla Città della Salute e due tra Prefettura e Regione, per chiedere risposte alla giunta Cirio. 

"100 mila ore di straordinari: retribuiti solo un quarto" 

Particolarmente critica la situazione dell'Asl To 3 Rivoli-Collegno-Pinerolo. "Stiamo protestando - spiega Mino Flesia, della Fp Cgil - per le scelte a livello aziendale sul personale: dopo aver fatto, nel 2021, 100mila ore di straordinari (+40%), al momento ne sono stati retribuiti solo un quarto. Chiediamo poi il rinnovo degli oltri 300 contratti a tempo determinato in scadenza da qui a fine dicembre, come la stabilizzazione di cui ha più di 18 mesi di lavoro". 

"Si riaprono Giaveno e Venaria, ma senza assunzioni nuove" 

E la mancanza di personale è destinata ad aggravarsi da qui alle prossime settimane, come spiega Rossano Campana del Nursing Up: "Per il 1° aprile vogliono riaprire i presidi di primo intervento di Venaria e Giaveno, senza assumere nessuno, ma prendendo e spostando infermieri ed OSS da Rivoli".

"Questo - aggiunge - comporterà modifiche di orari, a fronte di un organico già insufficiente". 

"Serve aumentare tetto di spesa" 

La soluzione potrebbe essere quella di assumere dei nuovi dipendenti, ma in questo momento l'ASL To3 non può farlo a causa di mancanza di fondi necessari. 

"Siamo fuori di oltre 7 milioni - spiega Nazzareno Arigò della Uil Fpl - dal tetto di spesa: se la Regione non lo alzerà del 10% sarà impossibile assumere nuovo personale, così come stabilizzarlo. I lavoratori sono sempre gli stessi, stanchi dopo due anni di Covid". 

Contratto nazionale scaduto

Oggi a Torino, così come a livello nazionale, CGIL-Fp, UIL-Fpl e CISL-Fp hanno organizzato un presidio in piazza Castello per protestare contro il mancato rinnovo del contratto nazionale. "Al momento - spiega Roberto Scassa della Uil Fpl - mancano i fondi necessari per adempiere a quanto concordato con il Premier Draghi a novembre: dopo essere stati chiamati eroi per mesi, non ci sono i soldi per cambiare i profili professionali e le nostre indennità sono ferme da 20 anni".

Cinzia Gatti

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