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Economia e lavoro | 22 marzo 2022, 14:48

Carburante alle stelle, agenti di commercio torinesi in ginocchio: "I rincari ci costano 5000 euro all'anno in più"

Mattiolo: "Per chi fa il nostro mestiere, l'auto è un vero e proprio ‘ufficio’ con una media di percorrenza annuale di oltre 60mila chilometri: serve un'Authority europea"

prezzi pompa di benzina

Il caro carburanti mette in ginocchio anche gli agenti di commercio

In attesa che arrivi il taglio alle accise per decreto, ci sono categorie economiche che stanno già scontando sulla propria pelle gli effetti dei rincari dei prezzi dei carburanti. Chi con la macchina ci lavora, insomma: come gli agenti di commercio.

Una categoria che sa già che i tagli del Governo non basteranno a ridurre la febbre da aumenti. "La prevista ripresa appare già compromessa: i mercati si stanno nuovamente bloccando. Bisogna agire in fretta per calmierare i costi e ridare così fiato e fiducia alle imprese", dicono i rappresentanti degli oltre 40.000 Agenti di Commercio operanti in Piemonte e Valle D’Aosta.

“Contro il caro carburante l’impegno del Governo per interventi che riducano il prezzo, è apprezzabile, ma non è sufficiente. Come già espresso dal ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, c’è in atto una speculazione ingiustificata. Occorre un’Authority europea che sia immediatamente operativa per calmierare i costi ed intervenire sulle anomalie dei mercati delle materie prime”, dicono da FNAARC, la Federazione degli Agenti e Rappresentanti di Commercio aderente a Confcommercio. “Per noi Agenti che abbiamo nell’auto un vero e proprio ‘ufficio’ con una media di percorrenza annuale di oltre 60mila chilometri – spiega Gino Mattiolo, presidente Fnaarc Torino e Coordinatore Regionale Piemonte e Valle D’Aosta –: l’aumento del costo del carburante incide in modo significativo stimato tra i 4 e 5mila euro all'anno. Nel corso degli ultimi due anni la categoria è stata falcidiata dall’aumento dei costi e dalla diminuzione delle vendite a causa dapprima della pandemia che ha ridotto i consumi e, successivamente, dalla carenza di materie prime che ha impedito alle ditte nostre preponenti di produrre. Inoltre, il tetto di deducibilità del costo dell’auto, 25mila euro, è bloccato da tempo ormai immemorabile e non ci consente di acquistare automobili ‘green’”.

E i sospetti sulla speculazione dei petrolieri trova nuovi sostenitori. "Nonostante le conseguenze internazionali causate dalla drammatica guerra in Ucraina, il rincaro così accentuato del carburante non trova giustificazione”, concludono da Fnaarc.

Massimiliano Sciullo

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