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Torino | 02 marzo 2022, 07:05

Stellantis, Mirafiori grande "assente" nelle parole di Tavares. Delusi i sindacati: "Ora fondamentali gli incontri con il Governo"

Le sigle metalmeccaniche non hanno trovato rassicurazioni nella presentazione del Piano strategico del gruppo automotive. "Entusiasmo e volontà non bastano"

catena di montaggio Mirafiori

Mirafiori e Torino aspettano indicazioni sul loro futuro dal piano di Stellantis

Hanno delineato scenari, fissato traguardi, lanciato sfide e suggestioni. Ma le parole di Carlos Tavares, ceo di Stellantis, alla presentazione del nuovo Piano strategico del gruppo automobilistico non hanno dato conforto ai timori dei sindacati, che da tempo chiedono certezze e investimenti sugli stabilimenti italiani e - in particolare - quelli torinesi.

"Nessuna novità su Torino e Mirafiori"

"Purtroppo non ci sono novità per Torino e per Mirafiori quindi la situazione di incertezza continuerà e con l’incertezza andrà avanti l’uso degli ammortizzatori sociali - commenta Edi Lazzi, segretario provinciale di Fiom Cgil -. Avremmo voluto che l’AD dicesse che a Mirafiori erano destinati nuovi modelli in grado di garantire volumi produttivi per rilanciare davvero l’impianto che rimane il più grande di Europa. Adesso diventa fondamentale l’incontro che avremo con il governo il 10 marzo al ministero dello sviluppo economico perché in quella sede è necessario trovare una strada che consenta di avere un piano generale per il rilancio dell’intero settore automotive e della sua conversione all’elettrico anche con investimenti pubblici".

"Come si declina il piano sul nostro territorio?"

"Tavares oggi ha delineato uno scenario futuro illustrando la visione aziendale - commenta Davide Provenzano, segretario di Fim Cisl Torino e Canavese -. Occorre però capire come questo piano sarà declinato nel nostro territorio. Rimangono aperte partite importanti quali il rafforzamento della Carrozzeria di Mirafiori,le Meccaniche, la Teksid di Carmagnola e Comau. I prossimi tavoli regionale il 4 marzo e al Mise il 10 marzo, serviranno a comprendere meglio come tradurre su Torino gli annunci odierni. Non manca una critica condivisa sulla linea europea per il settore Automotive. Senza comprendere le attuali difficoltà e preoccupazioni negli stabilimenti, si rischia di non vedere un futuro rischio occupazionale nelle produzioni".

"Entusiasmo e volontà non bastano"

Non bastano però solo entusiasmo e volontà per affrontare e vincere questa sfida epocale nell'industria dell'auto. Occorrono investimenti, modelli e rilancio di brand - - dichiara Roberto Di Maulo, segretario generale Fismic Confsal -. Per questo l'industria dell'auto non può fare tutto da sola. Occorrono politiche del governo europeo che accompagnino la transizione e la libera mobilità a impatto zero. Occorre, inoltre, che i governi nazionali indirizzino ingenti risorse in tale direzione anche e soprattutto al fine di permettere a tutti, anche ai meno abbienti, l'accesso al mercato e che si eviti così di allargare l'iniquo divario tra i ricchi, che avranno sempre di più, e coloro che avranno sempre meno. Occorre creare le condizioni affinché l’industria Automotive non diventi un deserto occupazionale, ma attraverso la creazione di nuova ricchezza, si crei nuova occupazione”. 

"Attendiamo il 10 marzo"

"Non era questa la giornata per entrare nel dettaglio del piano industriale e quindi non ci aspettavamo novità per il nostro Paese, se non quelle già annunciate nei mesi scorsi - fa notare Luigi Paone, segretario generale di Uilm Torino -. Al momento è dunque presto per dare valutazioni sui piani per ogni singolo stabilimento. Attendiamo l'incontro dedicato all'Italia in programma il 10 marzo al Mise".

 

Massimiliano Sciullo

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