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Economia e lavoro | 07 maggio 2021, 16:38

Il mattone dopo il Covid? La provincia vince sulla metropoli, ma in zona Porta Susa arrivano i milanesi

I prezzi sono sostanzialmente stabili, ma ci sono zone che crescono a sorpresa come Falchera e Villaretto, ma anche i quartieri vicino alla stazione e alla metro

Stazione di Porta Susa con passeggeri a piedi

Il mercato immobiliare torinese ha tenuto rispetto alla crisi del Covid

Prezzi stabili, ma compravendite in calo. E' questa l'istantanea al mercato immobiliare torinese che scatta la Fiaip di Torino, associazione di categoria che raccoglie molti degli addetti del settore dell'intermediazione. Il 2020, anno del Covid, dunque ha portato i suoi effetti certamente non positivi, ma ci sono differenze tra chi cerca casa in città e chi invece punta ad abitare nella zona intorno alla metropoli: la provincia ha tenuto di più rispetto al capoluogo. E in città ci sono "fenomeni" un tempo imprevedibili.

I numeri: Torino fa da zavorra al resto della provincia

"Il calo delle compravendite è stato di circa l'8%, ma è un dato fisiologico, considerando i mesi di stop obbligato per il lockdown - dice Aurelio Amerio, presidente di Fiaip Torino -. Siamo comunque bel lontani da quel -20/25% che qualcuno aveva previsto. E anche i prezzi sono stabili".

"E' andato meglio del previsto, perché ci si aspettava una situazione diversa e peggiore - aggiunge Lucia Vigna, vicepresidente Fiaip Torino -: il comparto ha tenuto, rispetto alle previsioni, soprattutto fuori Torino dove c'erano situazioni più vivibili quanto a verde, spazi e balconi".

"Se il dato medio è di un calo dell'8%, in realtà è Torino città a fare da zavorra con un -13% - dice Luca Portinaro, responsabile dell'ufficio studi di Fiaip Torino -, mentre tutto il fuori Torino non va oltre il calo del 5%".

Intorno a Porta Susa arrivano i milanesi, boom di Falchera

A livello cittadino, l'andamento dei prezzi è stabile (-0,2%), anche se ci sono quartieri che sono andati meglio di altri. Soffrono soprattutto Borgo Vittoria (-3%), e Parella (-2,9%), ma anche Barriera di Milano (-1,2%) e Nizza Millefonti (-2,1%). Al contrario, i "picchi" riguardano le crescite del centro (+0,7% unendo le aree di piazza San Carlo, piazza Statuto e piazza Vittorio), con un "salotto" torinese che si sta spostando verso piazza Solferino e piazza Statuto con molti milanesi che si stanno stabilendo nella zona di Porta Susa

Ma crescono pure Borgo Po (+0,5% per chi cerca del verde "urbano"), San Donato (sempre per la vicinanza con Porta Susa) e Cenisia, che da -1,8% è salito a +1,3% grazie a prezzi più abbordabili di Cit Turin, ma sempre rimanendo nelle vicinanze di metro, treni e tribunale.

Una zona decisamente imprevedibile nel suo andamento è quella di Falchera-Villaretto. Qui il balzo è stato notevole, salendo da un -8,9% del 2019 a un -0,9% dell'anno passato. "Merito di casa con metrature superiori - spiegano gli esperti Fiaip - con molte stanze e in mezzo al verde. Questo è piaciuto alle famiglie che cercavano spazi per lo smart working, ma anche per la dad. Il tutto, accompagnato dalla riqualificazione della zona, tra laghetti e area dello smaltimento rifiuti".

L'altro mercato: cala l'interesse per i box, crollano i negozi

Completano il quadro immobiliare un settore dei box che vede un calo di interesse rispetto agli anni precedenti. Ma fanno peggio i negozi: la desertificazione (e i colpi della pandemia) hanno portato i valori a scendere addirittura del 4%, con punti particolarmente bassi nelle vie meno centrali o di passaggio.

La provincia: vincono i comuni a "Ovest" grazie alla metro

I lavori per la metropolitana sta facendo crescere i prezzi per la zona di Collegno, Grugliasco e Rivoli (+1%), ma anche l'area di Vinovo (grazie al verde e alla vicinanza con Torino) sta migliorando le sue quotazioni (+1,1%). Bene Chivasso (+1%), mentre vanno male zone come Pino Torinese, che calano quasi di tre punti e mezzo.

In alta Val Susa e val Chisone soffrono le case indipendenti (quasi -3%), mentre il resto delle proposte immobiliari vedono sempre un segno negativo, ma in ripresa rispetto al recente passato (da -3 a -1,3%).

 

Le previsioni: il 2021 potrebbe far salire i prezzi fino al +10%

 

 

Il 37% degli addetti ai lavori prevede che nel corso del nuovo anno i prezzi potranno salire, forse fino al 10%. "Un segnale di positività dopo anni di perdita di valore o di stagnazione - dice Portinaro - con una qualità del mercato che è stimato in crescita, per oltre un operatore su due o comunque stabile. Qualcosa cambierà per le piccole unità immobiliari che un tempo erano occupate da studenti e che nel 2020 sono rimaste vuote. Vedremo cosa accadrà con il nuovo anno".

"E' aumentata la fetta di mercato in cui chi compra ha scelto un mutuo, grazie a tassi molto bassi - aggiunge il presidente Amerio -, ma nel 2021 questi tassi stanno leggermente salendo. Potrebbe arrivare una boccata d'ossigeno attraverso il sostegno a chi compra casa con meno di 36 anni. I primi mesi dell'anno nuovo hanno comunque visto un aumento delle domande di mutuo, il che ha rallentato leggermente le concessioni di mutui".

Massimiliano Sciullo

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