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Politica | 09 febbraio 2021, 07:23

"Democrazia senza partiti", da Settimo un'idea che strizza l'occhio ad Adriano Olivetti

La proposta arriva da Massimo Del Vago, imprenditore e già candidato sindaco per le ultime edizioni delle Comunali

Parlamento italiano

La proposta di Del Vago punta a ripensare la rappresentatività politica

"Democrazia senza partiti". E' il messaggio che arriva da Settimo e a portarlo avanti è Massimo Del Vago, di professione imprenditore, che propone una sorta di "rivoluzione", almeno per quanto riguarda le attuali forme di rappresentanza democratica che abbiamo in mente e che rende omaggio a un personaggio illuminato come Adriano Olivetti.

Una proposta aperta a qualsiasi suggerimento, ma che vuole provare a cambiare l’attuale paradigma della politica, sostituendo la centralità delle scelte oggi effettuate nelle segreterie di partito con un sistema regolamentato che ponga al centro i sindaci direttamente eletti dai cittadini, i presidenti di Provincia o di Regione e il riconoscimento delle qualità personali dei candidati. Proprio i sindaci assumono il primo ruolo fondamentale nell’attuazione della riforma, sono loro le sentinelle dei territori, i principali punti di riferimento per i cittadini, quelli che conoscono i problemi delle loro comunità e cercano di risolverli. 

L’obiettivo, spiega Del Vago “è quello di riuscire a confinare le campagne elettorali in momenti temporali limitati e definiti, cercando di alimentare tra i politici il confronto costruttivo sui problemi del Paese, al fine di intendere anche insieme, soluzioni condivise nell’interesse dei cittadini e non del proprio schieramento politico".

La prefazione, redatta dal professor Pierpaolo Rivello, Procuratore Generale emerito presso la Suprema Corte di Cassazione, evidenzia come questo documento non sia “né una sorta di “libro dei sogni”, volto alla formulazione di un progetto destinato ad infrangersi di fronte alle miopie ed agli egoismi di tanti, né un “prodotto finito”, che deve essere accettato o rifiutato nella sua interezza, senza possibilità di interventi o correzioni".

Una proposta sicuramente diversa, composta da una studiata articolazione, dove il proponente prova a inserire la stessa nel quadro normativo vigente, arrivando a presentare una riforma costituzionale.



Quanto tempo ha dedicato a questa proposta e da dove nasce questa motivazione? 

“Me lo sono chiesto spesso, la sera (scherza, ndr), quando dopo il lavoro, dedicavo ore a leggere le normative di riferimento provando a scrivere una nuova proposta di governo che permettesse alla politica di essere meno litigiosa, attraverso un sistema capace di rispettare le qualità  personali a prescindere dall’appartenenza politica. Sono un imprenditore e non ho una motivazione particolare, credo invece di vivere nel paese più bello del mondo e vorrei dei governi che sappiano durare con persone competenti e capaci, riconosciuti come tali a livello internazionale. Per questo, mi sono detto, è troppo facile criticare senza proporre nulla di diverso e così ho iniziato a pensare e poi a scrivere".

Lei ha avuto una esperienza politica: che giudizio ne dà, oggi? 
“Avevo scritto una prima proposta, pubblicata nel 2012, poi archiviata perché nel 2014 ho aderito al Movimento 5 Stelle e sono stato per due volte il candidato Sindaco nel mio comune. E’ stata una bella esperienza terminata a novembre 2020, vissuta con un bellissimo gruppo che mi ha permesso di maturare una maggiore consapevolezza del valore della politica”.


Che giudizio dà alla politica in generale?

“Non mi permetto di dare nessun giudizio particolare perché credevo e credo che siano le persone a fare la differenza e bisogna comunque rispettare il lavoro che molti hanno fatto in questi anni. Mi permetto però di fare una considerazione, tralasciando l’indiscutibile autorevolezza internazionale del professor Mario Draghi: da cittadino, non posso che sperare in un buon lavoro. Credo, invece, che questa situazione in un contesto drammatico per il nostro Paese, sia l’emblema del fallimento della politica esercitata attraverso i partiti".
 

Vista la sua esperienza politica, seppur breve, crede sia possibile comportarsi in modo costruttivo come propone? 

“Sì. Alcuni lo fanno e credo che tantissimi lo vorrebbero fare, ma spesso sono condizionati dalla disciplina di partito. Personalmente durante la mia attività di consigliere comunale, seppur di minoranza, ho sempre cercato di mettere in pratica quanto scritto nella proposta, leggendo le delibere che la maggioranza proponeva, senza paura di votare favorevole a quelle che reputavo giuste. Già nel 2014 alla prima candidatura e poi nel 2019, senza non poche difficoltà, dichiarai prima delle votazioni la mia possibile squadra di governo, scegliendo persone nei vari assessorati con competenze specifiche a prescindere dal loro valore elettorale. Molti mi criticarono dicendomi che la politica spetta ai politici e non ai tecnici. Credo invece che sia una questione di competenze, utili e indispensabili, le quali conferiscono una plusvalenza all’attività che il politico deve esercitare nell’interesse collettivo”.


Ma se dovesse sintetizzare la sua proposta, in alcune parti molto tecnica, cosa metterebbe in evidenza? 

“Un elemento ritengo sia fondamentale: non bisogna fermarsi a dare un giudizio al titolo senza averla letta, rispondendo come molti, non c’è democrazia senza partiti, perché credo che sia una proposta molto più democratica dell’attuale forma di governo. Un esempio: oggi quando andiamo a votare per il Presidente di una regione, i nomi dei candidati vengono decisi da poche persone nelle segreterie dei partiti. Poi, forse qualcuno di questi, vi propone le cosiddette primarie o votazioni on-line. Nella proposta, le persone vengono scelte secondo regole in parte meritocratiche da un’assemblea di Sindaci direttamente eletti dai cittadini, per essere proposti durante le elezioni al voto degli stessi cittadini.”
   

Ma quale futuro pensa possa riservarle questa proposta?

“Non so quanti vorranno prenderla in considerazione per davvero, ma sento comunque il desiderio di provare a perseguire quanto proposto, nel massimo rispetto di tutti coloro che la pensano diversamente. Sollecitato da alcune persone, stiamo anche valutando la possibilità di costituire un movimento politico nazionale di scopo".

redazione

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