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Regione | 31 ottobre 2020, 18:36

Coronavirus, in Piemonte 16 presidi diventano Covid hospital

A Torino l’Ospedale Martini (con chiusura del DEA) e parzialmente il CTO, in provincia il San Luigi di Orbassano (con conversione del 50% dei posti letto e Dea aperto) e gli ospedali di Venaria, Giaveno, Cuorgnè, Lanzo e Carmagnola. L'assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi: "Scelta inevitabile"

Coronavirus, in Piemonte 16 presidi diventano Covid hospital

Alla luce della necessità crescente di posti di ricovero e al fine di destinare ai pazienti Covid strutture ospedaliere dedicate, l’Unità di crisi della Regione Piemonte ha dato disposizione di convertire 16 presidi ospedalieri del territorio in Covid Hospital.

A Torino l’Ospedale Martini (con chiusura del DEA) e parzialmente il CTO (conversione della Medicina del lavoro, parte della Rianimazione e dell’Ortopedia) mentre in provincia di Torino il San Luigi di Orbassano (con una conversione del 50% dei posti letto e Dea aperto) e gli ospedali di Venaria, Giaveno, Cuorgnè, Lanzo e Carmagnola.

Nel Cuneese gli ospedali di Saluzzo e Ceva, in provincia di Alessandria la Clinica Salus e l’ospedale di Tortona, in provincia di Asti l’ospedale di Nizza Monferrato, nel Novarese l’ospedale di Galliate, nel Vercellese quello di Borgosesia (con Punto di primo intervento - PPI - aperto h24) e nel VCO il presidio COQ di Omegna.

«È una scelta difficile, ma inevitabile, per riuscire a fronteggiare la necessità crescente di posti Covid e dare una risposta immediata che decongestioni i nostri pronto soccorso - spiega l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi - La conversione di questi presidi ci consente di destinare ai pazienti Covid dei percorsi ospedalieri completamente dedicati e separati da quelli dei pazienti non Covid".

"Il sistema sanitario piemontese sta facendo lo sforzo massimo per potenziare il più possibile l’intera rete ospedaliera e territoriale, che l’evoluzione della pandemia sta mettendo a dura prova in tutto il nostro Paese".

"Apprendiamo che l'unità di crisi regionale ha disposto la conversione totale in covid di diversi ospedali. Per l'ennesima volta denotiamo una risposta tardiva e non programmata nei mesi precedenti con più accuratezza e non in piena emergenza", attacca Nursind Piemonte.

"Infatti una scelta di questo tipo poteva essere effettuata prima e non dopo aver contaminato interi ospedali. Fra l'altro molte strutture non sono provviste nemmeno di alcuni servizi fondamentali come la rianimazione".

comunicato stampa

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