(Adnkronos) - Fece commuovere gli italiani, conquistandone il cuore, e subito scalò le classifiche musicali dell'epoca. Era il 26 aprile 1975 quando Domenico Modugno, dopo cinque anni di assenza dalle classifiche, tornava trionfalmente al primo posto con "Piange il telefono", singolo che rimase in vetta alla Hit Parade fino al 7 giugno, per sei settimane consecutive, con un'impennata di vendite dal 30 maggio. Cinquant'anni dopo, il brano rimane un fenomeno della musica italiana, un vero tormentone strappalacrime che ha segnato la carriera del grande artista pugliese, pur suscitando al tempo stesso reazioni contrastanti tra critici e addetti ai lavori.
"Mister Volare", forse consapevole dell'impossibilità di replicare i capolavori degli anni '50 e '60, attinse dal repertorio internazionale: "Piange il telefono" è la versione italiana di "Le téléphone pleure", hit francese di Claude François, anch'essa un dialogo telefonico carico di emozioni. La canzone racconta la struggente vicenda di un uomo che ha abbandonato la famiglia quando la figlia era ancora in fasce e ora tenta di ricucire lo strappo, parlando con una bambina che non sa nemmeno chi sia lui.
L'originalità della versione italiana sta nel duetto con la piccola Francesca Guadagno, allora otto anni e già una giovane promessa del doppiaggio, selezionata da Modugno stesso dopo una lunga serie di provini tra figlie di amici ma tutte avevano difetti di pronuncia e di dizione. La voce di Francesca dona alla bambina un accento romano pulito, sostituendo la precedente interprete scartata dalla casa discografica per un 'accento milanese'. La presenza della bambina rende il pezzo ancora più toccante, bilanciando la drammaticità del testo con un'innocenza genuina.
Il brano non convinse subito i discografici: la Rca inizialmente ostacolò la sua uscita, non credendo nelle possibilità commerciali di un brano così particolare e malinconico. Fu solo grazie al ritorno di Modugno alla Curci Carosello, che lo accolse come un figliol prodigo, che "Piange il telefono" poté vedere la luce. Inoltre, la stampa specializzata e alcuni conduttori radiofonici e televisivi stigmatizzarono la canzone, definendola un "colpo basso" e un prodotto ruffiano destinato ad attrarre un pubblico "facile", ovvero quello meno esigente e più incline alle lacrime.
Nonostante queste critiche, il pubblico decretò un successo travolgente: il singolo vendette oltre 900.000 copie e rimase stabilmente ai vertici delle classifiche, fino a diventare il quarto disco più venduto dell'anno, preceduto al terzo posto da "La tartaruga" di Bruno Lauzi, al secondo da "L'importante è finire" di Mina e al primo da "Sabato pomeriggio" di Claudio Baglioni. La canzone varcò anche i confini nazionali, venendo tradotta in spagnolo con il titolo "El teléfono llora" e in tedesco come "Da weint das Telefon". Un successo talmente grande da ispirare la produzione di un film nel 1975 diretto da Lucio De Caro, che vide Modugno protagonista e un ruolo per Francesca Guadagno, confermando la diffusione capillare del brano e la sua capacità di emozionare un pubblico vasto.
A lanciare la canzone nell'aprile 1975 era stato il programma televisivo "Tanto piacere", che aveva per sottotitolo "Varietà a richiesta", che andava in onda la domenica alle 19 sul Programma nazionale della Rai: Modugno si esibì con la piccola Francesca Modugno nello show condotto da Claudio Lippi. Modugno portò poi il brano anche nel programma "Spaccaquindici" di Baudo. Il 14 giugno 1975 "Piange il telefono" fu sbalzata al secondo posto da "Parlami d'amore Mariù" di Mal, ma il 21 giugno successivo era di nuovo in testa nella Hit Parade radiofonica condotta da Lelio Luttazzi.
Il testo "Piange il telefono", che alterna le voci del padre pentito e della bambina curiosa, evoca immagini forti e ambigue: la bambina, che non conosce quel "tizio", racconta di una mamma distante, mentre il padre confessa di piangere all'ultimo tentativo di contatto telefonico. L'interpretazione finale rimane aperta: alcuni immaginano un tragico suicidio, altri un riavvicinamento pacifico, altri ancora una rivalsa ironica del padre. È questa ambiguità, insieme alla forte carica emotiva, che fa di "Piange il telefono" un pezzo unico nel panorama italiano.
Il successo di Modugno inaugurò un filone nazionalpopolare di ballate strappalacrime, proseguito con brani come "Il maestro di violino", "L'anniversario" e "Il vecchietto", che portarono la sua carriera su nuovi binari di popolarità e sentimentalismo.
"Piange il telefono" resta una pietra miliare della musica pop italiana, un esempio di come un brano semplice e dal testo potente possa dividere critica e pubblico, ma soprattutto lasciare un'impronta indelebile nella storia dell'immaginario collettivo. Cinquant'anni dopo, la voce di Modugno e la dolcezza di Francesca Guadagno continuano a parlare di abbandono, speranza e nostalgia, emozionando nuove generazioni di ascoltatori. Come dimostrano le decine di migliaia di clic su Youtube e le pagine social dedicate alla canzone strappalacrime. (di Paolo Martini)