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Attualità | 03 marzo 2025, 11:33

Dal tempio di Torre Pellice alla basilica di San Pietro: l’eredità musicale di Ferruccio Corsani

Scomparso mercoledì fu organista, compositore, revisore dell’innario cristiano e direttore della Corale valdese. Con la moglie Elena contribuì alla vita culturale del paese

Ferruccio Corsani all’organo

Ferruccio Corsani all’organo

Ha condiviso le sue competenze musicali con professionalità e senso del divertimento, diventando un punto di riferimento a Torre Pellice e in tutta Italia, ed è stato un testimone del Novecento torrese con i suoi splendori e le sue contraddizioni. Ferruccio Corsani è morto mercoledì 26 febbraio a 97 anni. Era conosciuto come organista, direttore storico della Corale valdese di Torre Pellice, revisore dell’innario cristiano in uso nelle Chiese protestanti. Due anni fa, per i suoi 95 anni, la Chiesa valdese aveva organizzato una festa in musica eseguendo anche il suo inno forse più conosciuto: ‘Eccomi manda me’.

Radici valligiane e ‘dimensione italiana’

“Era un valligiano a tutti gli effetti, con salde radici sul territorio, ma per le sue vicende biografiche la ‘dimensione italiana’ è sempre stata importante e arricchente” racconta il genero, e direttore della Fondazione centro culturale valdese, Davide Rosso. La sua famiglia infatti era livornese da parte di padre mentre quella della madre proveniva da Torre Pellice e Luserna San Giovanni. Lui nacque a Napoli nel 1927, città in cui crebbe e in sui diplomò al conservatorio: “In Val Pellice la sua famiglia tornò nel periodo della guerra, come sfollati. Solo negli anni Cinquanta prese la residenza a Torre Pellice” prosegue Rosso. Corsani fu professore di latino e greco nelle scuole superiori, al Collegio Valdese e poi a Chieri e Torino: “Tuttavia tornava settimanalmente per dirigere la Corale valdese” racconta.

I ritorni a Torre Pellice

Dei suoi periodici ritorni a Torre Pellice, Corsani condivideva il ricordo dell’aria pulita. “Si arrivava alla stazione, si scendeva dal treno, e si respirava già l’aria buona della vallata” racconta nel video dedicato al liberty a Torre Pellice, progetto a cui partecipò come testimone della memoria degli anni Trenta e Quaranta. Della vita culturale del paese, a fianco della moglie Elena Ravazzini, è stato uno dei protagonisti, come spiega la sindaca Maurizia Allisio: “Lo conobbi grazie a lei, e per i miei primi anni di assessore alla cultura entrambi divennero un punto di riferimento. Elena scriveva, e mi ricordo che con i ricavi di un suo libro finanziò l’acquisto delle divise dell’‘Africa Only’ la squadra di curling composta da richiedenti asilo africani – continua –. Ferruccio con lei era un marito devoto: la aiutava a realizzarsi, ed entrambi contribuivano a vicenda a tirare fuori la parte migliore dell’altro”.

Quarantaquattro anni di Corale

Solo la simbiosi con la moglie, la passione con cui seguiva lo sport e il tifo per la Juventus e il Napoli, avevano il potere di distoglierlo dalla musica, così come racconta chi con lui ha collaborato. “Ci incontravamo a casa mia una volta a settimana per curare il repertorio della Corale valdese di Torre Pellice, ma lui prima di darmi appuntamento si sincerava che anche sua moglie avesse impegni e che non ci fossero partite da seguire in tele” sorride al ricordo Giuseppe Maggi. Direttore dell’associazione Musicainsieme, Maggi ha raccolto da Corsani il testimone della direzione della Corale che rimase affidata a lui dal 1955 al 1999. “Lo conobbi nel 1995 quando entrai come tenore. A fine degli anni Novanta decise di lasciare al direzione e per un anno lo sostituimmo alternandoci io, Edgardo Paschetto e Carlo Arnoulet”. Nel 2000 Maggi divenne direttore: “Lui continuò a cantare nei bassi e spesso ci accompagnava all’organo o al pianoforte”. Seppure professionale, Corsani sapeva però anche divertirsi: “Tanti hanno delle competenze ma non tutti le mettono al servizio della comunità come ha fatto lui – riflette –. Tuttavia era un uomo che sapeva anche divertirsi e strapparti una risata: mi ricordo che ogni tanto in conclusione del culto suonava all’organo melodie che magari aveva sentito la sera prima in tv e che aveva armonizzato sul momento. La gente usciva dal tempio pensando di avere ascoltato un pezzo di Bach e lui sorrideva”.

‘Eccomi, manda me’

L’eredità musicale di Corsani vive nei canti delle Chiese protestanti di tutta Italia. Ha fatto parte infatti della commissione di revisione dell’innario cristiano nel 1969 e nel 2000. “Si tratta della raccolta dei canti dalla comunità ed è importantissimo per le nostre chiese – spiega la diacona Karola Stobäus –. Ferruccio era uno dei membri di spicco della commissione”. Ma era anche compositore: sette dei suoi inni sono entrati nell’innario: “‘Eccomi, manda me’ in particolare fa parte del patrimonio musicale delle nostre chiese. Composto nel 1972, fu cantato per la prima volta al culto di apertura del Sinodo di quell’anno da Carlo Arnoulet. I benpensanti non accolsero favorevolmente l’assolo di chitarra perché abituati alla musica più solenne. Fu un momento rivoluzionario” rivela Stobäus. Sua inoltre una traduzione italiana di ‘Amazing Grace’, inno cristiano in lingua inglese tra i più popolari: “Le sue competenze letterarie facevano sì che la metrica delle traduzioni funzionasse sempre”.

Stobäus organizzò nel 2022 il concerto per i 95 anni di Corsani: “Mi impressionò la lucidità del suo discorso che fece a braccio in quell’occasione. Era un ‘maestro’ che voleva essere chiamato semplicemente Ferruccio perché era umile e non faceva mai cadere dall’alto le sue competenze”.

Da Torre Pellice alla basilica di San Pietro

La fama di Corsani travalica i confini tra confessioni come racconta Renato Pizzardi, ex direttore dell’ufficio dedicato alla musica della Diocesi di Pinerolo ed insegnante in diversi istituti musicali. Corsani fu suo maestro d’organo negli anni Ottanta: “Spiccava per la sua capacità di comunicazione ed analisi. Era molto preciso e amava sviscerare anche i dettagli”. Frequentando l’associazione romana per la produzione ed esecuzione della musica sacra Santa Cecilia, Pizzardi si accorse che la fama di Corsani arrivava fino alla basilica di San Pietro. “Li studiai con maestri importanti e venivo guardato un po’ con curiosità perché ero quello che arrivata dal ‘paese degli eretici’... Mi ricordo che il frate Emidio Papinutti, organista ordinario della basilica di San Pietro volle conoscermi e dirmi che conosceva Ferruccio Corsani. Per lui ebbe parole di stima: ne ammirava la profonda cultura”.

Elisa Rollino

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