La storia di oggi profuma di lavanda, racconta di un luogo che aveva bisogno di ritrovare amore, passione e un nuovo modo di essere visitato. Le mie parole ti faranno conoscere una famiglia con un grande sogno: far rifiorire un piccolo borgo alpino.
Siamo nel comune di Chiomonte, in Val di Susa, nella piccola frazione denominata Ramats. È qui che Marco Sollier pianta il suo primo campo di lavanda, dopo aver sperimentato senza successo altri tipi di coltura. Originario del posto voleva ridare vita ai terreni della nonna incolti da tempo.
La strada di Marco inizia come apicoltore, un mestiere che svolge da giovanissimo, ma che cambia strada facendo, diventando poi Vigile del Fuoco aziendale, lavoro che ormai lo accompagna da 24 anni, al Traforo del Frejus.
Un lavoro che si svolge seguendo dei turni lascia spesso molto tempo libero e così, Marco, instancabile montanaro, nel 2012 decide di aprire una piccola azienda agricola. Parte con l’idea di realizzare un orto botanico didattico, per far venire nel borgo scuole, famiglie e ragazzi. Pianta così un campo di lavanda, una pianta versatile e resistente. Le prime piantine le sceglie di una qualità particolare ed arrivano direttamente da Condove, zona tipica di questo arbusto. Questo primo esperimento non ha un grande successo, quel tipo di lavanda, non trova una giusta dimora, eppure quella spontanea, poco più in alto, prosperava senza problemi.
Proprio partendo da questa osservazione, Marco, chiama un amico universitario e gli chiede una soluzione per replicare la lavanda spontanea autoctona. Si reca all'università ed impara come duplicare le nuove piante per la sua piantagione.
Trova sulla sua strada anche un grande vivaista, che insieme alla sua esperienza e in collaborazione riesce a produrre 2.000 piantine, le prime che vengono messi a dimora nel nuovo posto.
La nuova qualità di lavanda è un vero successo e i campi iniziano a fiorire senza problemi.
Ad oggi ci sono 7.000 piante che colorano la frazione da giugno ad agosto. Nasce così una nuova qualità di lavanda che porta il nome di Ramats 2016. Un marchio che garantisce purezza estrema del raccolto, che viene eseguito tutto a mano, e che ha ridato vita a una qualità che rimaneva presente solo in piccole aree del territorio.
Un progetto che diventa sempre più grande e che apre le porte al sogno di Marco e la sua famiglia che vede le possibilità di far tornare gente nella piccola borgata.
Con tanto lavoro e pazienza, bonifica tutti i suoi terreni, e mette a dimora nuove piantine.
Vengono sistemate tutte le mulattiere che collegano i vari terreni e si crea un percorso ovvero ‘la via della lavanda’, un sentiero adatto a tutti che nel periodo di fioritura è un’esperienza da fare. Si tratta di una strada che unisce varie frazioni, con panorami mozzafiato e tratti dove ci si perde tra i campi profumati in fiore.
Tutto è nato dalla tenacia di chi il posto lo vive da sempre e nel suo cuore voleva che non fosse dimenticato, anzi, voleva che non si spegnesse ma continuasse a fiorire di viola e a profumare di lavanda!
Con il tempo, iniziando ad avere una buona produzione, sono arrivati anche i prodotti dell’Azienda Agricola Sollier, una vera chicca perché derivati al purissimo olio essenziale che questa nuova qualità dona ai suoi coltivatori.
Sono stata molto fortunata, ho potuto visitare questo luogo incantevole quando la lavanda era in piena fioritura,
“Questo progetto non è solo la realizzazione di coltivazioni di lavanda”, mi dice Marco, che insieme a Silvia, sua moglie, mi ha accompagnato in questo viaggio bellissimo. “Il fatto che abbiamo rimesso in uso i vecchi sentieri e che li abbiamo resi accessibili a tutti è una vera e propria opera di recupero di un territorio che stava per essere dimenticato” conclude mentre mi mostra soddisfatto tutti i prodotti che oggi commercializza questa piccola azienda agricola. Tra questi qualche specialità come la birra alla lavanda o il liquore, insieme ad una linea di cosmesi davvero eccezionale.
“Mi sarebbe piaciuto fare una rete, trovare un appoggio anche dalle istituzioni, invece tutto ciò che ho fatto l’ho realizzato con le mie forze e i miei soldi” confessa rammaricato Marco. Purtroppo, questo, è un aspetto che ritrovo di frequente nei racconti delle persone che vivono la montagna: sono privati con tanta voglia di fare, ma che si sentono soli e solo la passione e la voglia di fare li spinge ad andare avanti.
I sogni nel cassetto sono ancora tanti, Marco e la sua famiglia non si fermano, perché credono in questo progetto e stanno cercando di allargarlo il più possibile, cercando di creare delle opportunità di ospitalità o organizzando eventi come la bellissima festa della lavanda, che si svolge a luglio oppure gli aperitivi nella lavanda, in collaborazione con un ristorante del posto.
Vedere qualcuno credere così tanto in un progetto è stato bellissimo, soprattutto per me che ho nel cuore una nuova montagna popolata da persone coraggiose come Marco e la sua famiglia. In questi piccoli borghi non ci si aspetta un turismo di massa, ma un modo di vivere la montagna con garbo e attenzione, un turismo lento alla ricerca di esperienze, che si avvicina all’ambiente alpino con consapevolezza e semplicità.
“Mi piacerebbe vedere delle spose tra i nostri campi di lavanda, sogno che questo borgo venga frequentato e ricordato per questi fiori viola e che ritorni ad essere vivo” mi spiega Silvia, la moglie di Marco mentre passeggiamo tra i fiori.
Io posso dire che la capisco, e sono sicura che questo grande progetto sarà sempre più bello, perché non ci serve andare lontano per godere di questo splendido panorama, qui c’è tutto ciò che occorre.