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Economia e lavoro | 22 luglio 2024, 07:00

Vino rosso fruttato: il ciliegiolo dal Compostela alla Toscana

È piuttosto comune sapere la provenienza di una bottiglia di vino

Vino rosso fruttato: il ciliegiolo dal Compostela alla Toscana

È piuttosto comune sapere la provenienza di una bottiglia di vino; meno persone però sono incuriosite dall’origine del vigneto o della tipologia di uva. Una storia particolare è quella del Ciliegiolo, non uno dei vini italiani più conosciuti, un rosso dall’aroma di ciliegia appunto.

Si tratta di uno dei tanti vini toscani, terra che ospita numerosi vitigni, noti e meno noti. Questi ultimi erano considerati “minori” solo per questione di fama, eppure negli ultimi decenni si assiste a un cambio di tendenza. Le varietà autoctone catturano sempre più l’interesse degli esperti e degli appassionati, tanto che vitigni come Falanghina, Pecorino e Nerello sono sulla cresta dell’onda, mentre quasi per assurdo c’è chi vuole distaccarsi da nomi come Chardonnay e Cabernet Sauvignon, quasi fossero troppo popolari.

Ed è in questo scenario che emerse il Ciliegiolo, che potete scoprire sul sito RascionieCecconello.it; dal 1988 l’azienda è la prima produttrice di Ciliegiolo in purezza, impegnandosi a usare tecniche di coltivazione di tipo biologico e offrendo una esperienza completa grazie alla sua cantina e all’agriturismo.

La vite portata dai pellegrini

Un vitigno toscano dunque, eppure la leggenda racconta qualcosa di più sulle origini di questa pianta. Sembra che sia arrivata nella splendida regione italiana insieme ai pellegrini che tornavano dal Cammino di Santiago di Compostela in Portogallo, intorno al 1870. In realtà ci sono stati studi più recenti che avrebbero individuato una “parentela” con il sangiovese.

Oggi però è diffuso nelle province di Lucca, nel Chianti e in Maremma; in tutto si parla di circa mille ettari di terreno dedicato a questo tipo di vite. Altre regioni nelle quali si coltiva sono la Liguria, la Puglia e l’Umbria; proprio nella regione di San Francesco nel 2014 è nata l'Associazione Produttori Ciliegiolo di Narni, che ambisce a ottenere il riconoscimento della DOC.

Le caratteristiche dell’uva

Come è facile comprendere dal nome, alla vista l’acino del Ciliegiolo ricorda una ciliegia dalla tinta tinta è blu violacea; gli acini poi sono tondeggianti e di grandi dimensioni riuniti in grappoli compatti. I frutti sono pronti a essere colti a metà settembre e da questi si ottiene un vino corposo dal gusto spiccatamente fruttato con aromi speziati. Di solito viene consumato giovane, ma ci sono eccezioni in purezza di alta qualità, specialmente in Maremma.

Le diverse etichette

Ogni etichetta dà un vino con caratteristiche diverse, pur su una base comune dovuta al vitigno. Uno dei prodotti più notevoli è il Ciliegiolo in purezza IGT Toscana, prodotto di punta di Rascioni e Cecconello. Le uve utilizzate provengono dai vigneti di più vecchia data, coltivati da quasi mezzo secolo. Gli acini passano per un procedimento di vinificazione in vasche di cemento, poi in botti grandi non tostata per 1 anno; l’ultimo passaggio prima di arrivare sulle tavole è l’affinamento in bottiglia.

Vediamo qualche altra etichetta della Toscana:

  • Antonio Camillo, Manciano (GR): Il Ciliegiolo 2019 è fine e fruttato, con un piacevole contrasto sapido. Il Vallerana Alta 2018 ha profumi eleganti e un tannino ben integrato.
  • Cesani, San Gimignano (SI): Serisè 2016 è un vino fresco e fruttato.
  • Fattoria di Fibbiano, Terricciola (PI): Il Ciliegiolo 2018 è maturo e pieno, con tannino esuberante.
  • Fietri, Gaiole in Chianti (SI): + di 1 Luna 2016 ha note di noci e funghi, con un palato dolce ma garbato.
  • I Cavallini, Manciano (GR): Maremma Toscana Ciliegiolo 2018 è beverino e gustoso.
  • La Selva, Magliano in Toscana (GR): Maremma Ciliegiolo 2017 ha un'espressione aromatica intensa e un sorso pieno.
  • San Benedetto, San Gimignano (SI): Rosato 2019 è vibrante e fruttato.
  • San Ferdinando, Civitella in Val di Chiana (AR): Il Ciliegiolo 2019 ha note di ciliegia e minerali, con un sorso succoso.
  • Sassotondo, Sorano (GR): San Lorenzo 2017 ha un frutto maturo e tannino integrato, mentre Maremma Toscana Ciliegiolo 2019 è dinamico e fruttato.
  • Terre dell’Etruria – Il Poderone, Magliano in Toscana (GR): Maremma Toscana Ciliegiolo Briglia 2019 è fruttato e succoso, mentre Sbocciato 2019 è delicato e floreale.
  • Valdonica, Roccastrada (GR): Maremma Toscana Ciliegiolo 2017 ha note di ciliegia matura e un palato avvolgente.

L’esperienza enogastronomica dell’agriturismo

Il fascino delle colline Toscane è qualcosa che ci invidia tutto il mondo. E allora vale davvero la pena ogni tanto di godersele, magari dalla camera dall’accogliente agriturismo Rascioni e Cecconello. Nata come azienda, ampliatasi con il ristorante, oggi la struttura mette a disposizione degli ospiti splendide camere per il pernottamento, per un viaggio in totale relax nella natura alla scoperta della cucina e dei sapori tipici toscani.

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