“In questi anni la Giunta Cirio ha rincorso le urgenze, ma non ha fatto programmazione e i risultati si vedono nella Sanità e nei Trasporti” è diretto Alberto Avetta (Pd).
Consigliere regionale uscente, classe 1969, sposato con Daniela e papà di Pietro e Vittorio, Avetta ha un’esperienza ventennale nel campo dell’Amministrazione pubblica. Ha ricoperto anche il ruolo di vice presidente della Provincia di Torino ed è stato vicesindaco della Città metropolitana di Torino.
In questi anni ha partecipato a oltre il 97,5% delle sedute regionali, presentando più di 150 interrogazioni e question time e andando di persona in quasi tutti i Comuni della Provincia per conoscere le problematiche. Due temi su tutti si impongono all’attenzione.
Treni ‘vecchi’ e inquinamento
“L’età media dei treni in Piemonte è circa di 17 anni, con gli investimenti programmati da Chiamparino si scende a 12-13 anni – entra nel merito –. Ma questa Giunta non ha avuto una strategia. L’Emilia Romagna è simile a noi, come Regione, e in 8 anni il presidente Bonaccini ha portato l’età media dei treni a un anno. È la prova che si può fare”.
Un rinnovamento del parco mezzi, secondo Avetta non ha solo dei vantaggi per chi ha difficoltà a spostarsi con altri mezzi o preferisce comunque il trasporto pubblico: “Migliorerebbe anche la qualità dell’aria, riducendo l’inquinamento e ne beneficeremmo tutti, vista la situazione della Pianura Padana”.
“Nessun intervento contro le liste d’attesa”
Sulla sanità la Giunta Cirio ha dimostrato la stessa mancanza di strategia: “Una signora di Cuneo mi ha telefonato per dirmi che eravamo ‘tutti matti’ – svela un aneddoto –. Doveva portare sua madre a una visita e il primo posto libero era a gennaio 2025, a Verbania. Visti i tempi e i costi di spostamento, ha scelto di andare dal privato e sua madre ha avuto la fortuna che lei potesse accompagnarla e che si potessero permettere questa spesa. Ma per altre famiglie il rischio è di non potersi curare”. La sanità privata non va demonizzata, secondo lui, “però la guida deve restare saldamente nelle mani del pubblico che deve pensare a tutti, anche a coloro che altrimenti non avrebbero la possibilità di curarsi. Il Covid è stata un’emergenza, ma dopo si doveva intervenire per abbattere le liste d’attesa. Altre Regioni l’hanno fatto, noi no. Viene da chiedersi perché...”