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Politica | 07 marzo 2024, 14:29

Canalis (Pd): “L’emergenza cinghiali continua a causa dell’inerzia della Giunta Cirio”

La consigliera regionale chiede di “potenziare gli agenti faunistici provinciali e le altre misure di cattura”.

Canalis (Pd): “L’emergenza cinghiali continua a causa dell’inerzia della Giunta Cirio”

In occasione dell’audizione in terza commissione consiliare regionale del comitato COAARP che nel 2022 ha raccolto ben 7.061 firme di cittadini piemontesi, si è tornato a discutere dell’emergenza cinghiali, che da anni affligge la nostra Regione, investendo questioni sanitarie, agricole, ambientali e di sicurezza stradale.

La questione è culminata con il ritrovamento delle prime carcasse di cinghiali infetti da PSA (Peste Suina Africana) a dicembre 2021 in provincia di Alessandria. A distanza di due anni e mezzo, non solo il morbo non è eradicato, ma la zona rossa si è estesa ad altri comuni, lambendo la provincia di Cuneo, dove si trova il 70% degli allevamenti suinicoli piemontesi. Ad oggi in Piemonte sono state ritrovate ben 618 carcasse positive alla PSA e sono 86 i comuni inclusi nella zona infetta (84 in provincia di Alessandria e 2 in provincia di Asti). Una minaccia enorme per l’economia piemontese, che da sola contribuisce per quasi il 9% alla produzione suinicola nazionale.

Centosessanta firme contro i cinghiali sulla collina di Torino. Non solo di notte, ma in pieno giorno: sulle strade della collina torinese cresce il disagio per la presenza degli ungulati. L’emergenza continua e Laura Brigoni dichiara: “Questo problema va risolto prima che succedano cose gravi”. Residente in strada del Maniero, in direzione dell’Eremo, ha appunto raccolto 160 firme di cittadini e oggi ha illustrato i contenuti della petizione in terza Commissione, presieduta da Claudio Leone.

 

Da cinque anni si parla di “de-popolamento” dei capi di cinghiale in eccesso, visti i danni enormi per le coltivazioni, gli allevamenti, l’ambiente (avifauna, sottobosco, tartufi ecc.), la salute pubblica e gli incidenti stradali, ma l’inerzia della Giunta Cirio è stata colpevole. Troppa timidezza e attendismo hanno preparato il terreno alla PSA e sono proseguiti in seguito. Al punto che i cittadini ricorrono allo strumento della petizione popolare per farsi sentire.

I prelievi di cinghiali sono ben lontani dall’obiettivo fissato a 50.000, lo spostamento delle carcasse è lento e farraginoso, l’assunzione con fondi regionali di agenti faunistici nelle province e Città Metropolitana non è ancora avvenuta, gli ATC e CA sono ancora troppo ingessati, i selecontrollori, i tutor, i chiusini e i recinti di cattura sono misure non sufficientemente sostenute.

I dati ci dicono che si è fatto troppo poco, illudendosi che bastasse delegare ad associazioni privatistiche come quelle dei cacciatori, con la solita tendenza di privatizzazione di problemi pubblici propria di questa destra. Serve invece una regia più forte della Pubblica Amministrazione.

Ogni agente faunistico della Città Metropolitana costituisce personale qualificato stabilmente operativo che abbatte in un anno 3 volte il numero di cinghiali abbattuto da un cacciatore.  

Anche la logica dei risarcimenti non è corretta: è ora di parlare di prevenzione. Gli agricoltori non vogliono allevare cinghiali per poi chiedere un rimborso, ma raccogliere quello che seminano. Così come gli automobilisti vogliono circolare senza pericoli e gli ambientalisti vogliono vedere preservate le altre specie animali compromesse dalla presenza eccessiva dei cinghiali.

La Giunta di centrodestra avrebbe dovuto mettere in atto una riforma degli Atc e dei Ca (Ambiti Territoriali di Caccia e Comprensori Alpini), potenziare il monitoraggio su base regionale dei piani approvati per la caccia di selezione, sburocratizzare le procedure, finanziare l’assunzione degli agenti faunistici provinciali, sperimentare maggiormente il trappolaggio con gabbie e i recinti di cattura, ma nel bilancio targato Cirio non c’è nulla di tutto questo.

Comunicato stampa

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