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Sport | 19 agosto 2023, 17:25

Il calcio italiano piange Carletto Mazzone: quella stretta di mano a Pulici e il diluvio di Perugia-Juve

Il tecnico romano aveva 86 anni e nella sua lunghissima carriera è stato protagonista di alcuni momenti importanti anche per le due torinesi

carletto mazzone

Il calcio italiano piange Carletto Mazzone: quella stretta di mano a Pulici e il diluvio di Perugia-Juve

A poche ore dall'inizio del nuovo campionato, il calcio italiano ha detto addio al decano degli allenatori, il tecnico con più presenze in serie A, Carletto Mazzone.

Il Trapattoni dei poveri

L'allenatore romano si è spento ad 86 anni ed è stato unanime il cordoglio da parte di dirigenti, giocatori e allenatori che ne avevano conosciuto la grande umanità negli oltre trent'anni vissuti in panchina. Avendo guidato soprattutto squadre di provincia, era stato soprannominato il Trapattoni dei poveri, ma lui che amava ironizzare e stava sempre al gioco aveva ribattuto che il Trap era il Mazzone dei ricchi.

Una vita in provincia

L'Ascoli e il Catanzaro le squadre che forse lo hanno amato di più, la Fiorentina quella che lo ha fatto conoscere ad alti livelli, la Roma il grande amore ma anche il rimpianto maggiore della sua carriera, dove era giunto dopo aver condotto il Cagliari ad una storica qualificazione in Coppa Uefa. Ma lo ricordiamo anche sulle panchine di Bologna, Brescia (dove fece giocare assieme due fuoriclasse come Baggio e Guardiola) e Perugia. E proprio a Perugia e a quell'improvviso diluvio che portò ad interrompere per oltre un'ora il gioco, alla fine del primo tempo della gara contro la Juve, nell'ultima giornata del campionato 1999-2000, è legato il suo ricordo più importante con i colori bianconeri.

La fatal Perugia del 2000

Un ricordo poco lieto, perché la Signora, che era in testa alla classifica con due punti di vantaggio sulla Lazio, perse in modo incredibile quella partita e quel campionato, complice un tiro dalla distanza di Calori che beffò Van der Sar, su un campo reso praticamente ingiocabile da un improvviso acquazzone che si era scatenato sullo stadio Curi durante l'intervallo. Quel 14 maggio 2000 la Juve voleva lo stop per rigiocare la partita il giorno seguente, ma l'arbitro Collina insistette per far riprendere la gara, trovando un pezzettino di prato sul quale il pallone rimbalzava, dopo aver fatto numerosi tentativi a vuoto.

Per questo, anche i tifosi laziali hanno pianto la sua scomparsa. "È con profonda tristezza che apprendiamo della scomparsa di Carlo Mazzone. Ci piace ricordare quando scherzava sul fatto che ci fosse voluto un romanista come lui per far vincere alla Lazio lo scudetto nel 2000, grazie al suo Perugia che sconfisse la Juventus sotto il famoso diluvio. Anche per questo sarà sempre ricordato con piacere da ogni laziale", ha dichiarato Paolo Trancassini, deputato di Fratelli d’Italia e presidente del Lazio Club Montecitorio.

Quella stretta di mano a Pulici

Se invece la guardiamo dalla sponda granata, Mazzone più di una volta era stato accostato alla panchina del Toro. L'ultima proprio in quel 2000, dopo il suo divorzio dal Perugia, ma la società di Cimminelli e Romero preferì virare su Gigi Simoni, così sor Carletto prese la via di Brescia, dove fece conoscere una seconda giovinezza a Baggio e condusse le rondinelle a vivere momenti indimenticabili. Da tecnico del Lecce, condannò i granata alla seconda retrocessione della loro storia nel giugno 1989, con quel 3-1 allo stadio di Via del Mare all'ultima giornata, mentre è ben più dolce il ricordo datato aprile 1976: quando era un giovane allenatore della Fiorentina, Mazzone incrociò il Toro di Radice che stava volando verso l'ultimo storico scudetto granata.

In quel pomeriggio al vecchio Comunale Pulici segnò tre volte nel 4-3 con cui i suoi vinsero la sfida contro i gigliati e dopo una rete memorabile, che lo aveva visto scartare tutti, anche il portiere, al momento di tornare a centrocampo, dopo la corsa sotto la Maratona e gli abbracci dei compagni, pure Mazzone gli si avvicinò per stringerli la mano. "Subito pensai che mi voleva prendere in giro e stavo per mandarlo al diavolo, invece mi fece dei grandi complimenti per quel gol. Non  mi era mai successa una cosa del genere", aveva raccontato poi Puliciclone.

Chi ha i capelli grigi e una sessantina d'anni o giù di lì, ricorda quel momento. Figlio di un calcio antico, di uomini veri, di personaggi generosi. Come Carletto Mazzone. Buon viaggio, mister.

Massimo De Marzi

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