Ripartire con la prevenzione contro il cancro dopo gli anni bui della pandemia. È questa la nuova sfida per il sistema sanitario del Piemonte. Ed è l'appello che arriva dagli Stati Generali Onconnection di Motore Sanità per il Nord Ovest.
Paola Varese: "Tornare a fare screening"
"Da un lato - spiega Paola Varese, oncologa e presidente del comitato scientifico Favo, associazione che raccoglie le associazioni di volontariato di settore - la gente ha smesso di partecipare agli screening per paura del contagio. Ma dall'altro registriamo anche una forte carenza di personale sanitario, vittima dello stress di questi anni. La nostra rete è forse una delle più strutturate ed è stato comunque possibile garantire la maggior parte delle prestazioni. Il calo forse è stato del 20%. Ma l'impatto vero del mancato accesso allo screening si avrà tra 6-7 anni".
E se da un lato il timore e il distanziamento sociale hanno fatto presa sulle persone, dall'altro i sanitari hanno dovuto sopportare carichi di lavoro straordinari. Chi ha potuto è andato in pensione, altri hanno mollato la presa.
Sono 280mila i malati oncologici in Piemonte
Ogni anno in Italia si registrano mille nuovi casi oncologici, mentre sono 3,5 milioni gli italiani che convivono con una diagnosi di cancro. Di questi, 280mila sono piemontesi.
"La pandemia ha creato solitudine nella vita delle persone e anche se i percorsi oncologici non hanno mai subito interruzioni - dice ancora Varese - la gente si è allontanata dagli ospedali. Anche la comunicazione, soprattutto i social, ha aumentato l'ansia delle persone e ora c'è del terreno da recuperare, anche con la telemedicina".
"Piemonte modello, ora puntiamo su Azienda Zero"
"Il Piemonte con la sua rete oncologica è sempre stato riconosciuto come un modello - sottolinea Carlo Picco, direttore generale Asl Torino e commissario Azienda Zero Piemonte - Proprio all'Azienda Zero farà riferimento la rete oncologica, che vogliamo rafforzare nei percorsi. Vogliamo accelerare l'assistenza e la ricerca".