Il "Mago" pinerolese dei costumi arriva alla Fondazione Accorsi-Ometto di Torino. Luigi Sapelli, alias Caramba, fu costumista, regista e scenografo adorato da attrici come Lydia Borelli, Virginia Reiter ed Eleonora Duse sarà celebrato in una elegante retrospettiva sui suoi tessuti, abiti e studi.
L’esposizione è una narrazione di altissimo livello della produzione del costumista originario di Pinerolo – dove gli è stata intitolata una sala del Teatro sociale, grande amico e collaboratore del direttore d'orchestra Arturo Toscanini, attraverso una quarantina di costumi, scelti tra la vasta collezione Devalle di Torino.
In mostra
Tra i pezzi iconici del lavoro della Casa d’Arte Caramba, fondata nel 1909 a Milano, sono esposti preziosi esemplari per il dramma d’annunziano Parisina e per la prima della Turandot del 1926 con la direzione di Toscanini alla Scala di Milano; i costumi rinascimentali realizzati con i preziosi velluti di Mariano Fortuny e i costumi per Elisa Cegani e Luisa Ferida, firmati da Gino Carlo Sensani, nel film del 1941 La corona di ferro di Alessandro Blasetti.
Presenti anche diversi tessuti della Manifattura Mariano Fortuny, in cui si riunivano dai sarti ai calzolai per dare vita a costumi unici che hanno fatto la storia dell'opera, e i bozzetti della collezione della Sartoria Teatrale Pipi di Palermo. E ancora, il manto usato da Elisa Cegani nel film La corona di ferro è stato in seguito indossato da Maria Callas per il Nabucco al Tetro San Carlo di Napoli il 20 dicembre del 1949.
Il manto "piumato" realizzato per la Parisina
Ha trovato un'identità anche lo splendido manto “piumato” esposto in mostra, che fino a oggi non si sapeva per quale opera fosse stato realizzato: è stato assegnato alla Parisina di Pietro Mascagni con libretto di Gabriele D’annunzio. Indossato nel 1913 dalla soprano Tina Poli Randaccio durante la prima rappresentazione dell’opera, fu poi esposto nel 1987 a Venezia per la mostra “Fortuny e Caramba”.
L'identificazione è stata possibile proprio grazie agli studi e le ricerche fatte in occasione della mostra.
Per info: www.fondazioneaccorsi-ometto.it