La Coppa Italia di Para Ice Hockey si svolgerà nel nome di Andrea Chiarotti, conosciuto come ‘Ciaz’, l’atleta di Torre Pellice, simbolo dell’hockey su ghiaccio con lo slittino, scomparso prematuramente 4 anni fa. Domani, sabato 2, alle 16, al PalaTazzoli di via Sanremo 67 a Torino a contendersi il primo trofeo ‘Andrea Chiarotti’ ci saranno i campioni in carica dei South Tyrol Eagles – Gruppo Sportivo Disabili Alto Adige, freschi vincitori del 9° scudetto consecutivo, e il Western Para Ice Hockey Team, compagine nata nel 2021 dalla fusione tra i padroni di casa degli Sportdipiù Tori Seduti e l'Armata Brancaleone-Polha Varese.
L’evento è organizzato dall’Asd Sportdipiù e permetterà di ammirare il protagonisti della spedizione azzurra alle Paralimpiadi di Pechino 2022, guidata da coach Massimo Da Rin, in grado di guadagnarsi il quinto posto e confermarsi miglior nazionale europea.
Domenica 3, alle 9,30, invece, è prevista una partita amichevole a ranghi misti. L’ingresso agli eventi è gratuito e c’è obbligo di green pass.
‘Ciaz’ era il capitano della nazionale e un giocatore degli Sportdipiù Tori Seduti, ma soprattutto un pioniere e fondatore del movimento sportivo italiano legato a questa disciplina. È scomparso l’8 giugno del 2018 e “L'intitolazione della Coppa Italia a lui è il giusto riconoscimento verso colui che ha dato il via alla fantastica avventura del para ice hockey sul territorio nazionale: per onorarlo al meglio, e con l'obiettivo di favorire l'arrivo di nuovi atleti, nel quadriennio che culminerà con le Paralimpiadi di Milano-Cortina 2026 dobbiamo e vogliamo mettere in campo il maggior impegno possibile” commenta Giuseppe Antonucci, consigliere della Federazione italiana sport su ghiaccio e di Sportdipiù.
Insieme ai vincitori della Coppa Italia e al miglior giocatore della finale, verranno premiati anche la mamma di Chiarotti, Serena, che ha 92 anni, e il figlio Lorenzo.
“Siamo davvero molto felici per l'attenzione che Sportdipiù e tutto il mondo del Para Ice Hockey continuano a riservare ad Andrea – commenta il fratello maggiore Guido –. Quella di domani sarà una bella occasione per rivedere tanti amici, soprattutto per mamma Serena che a 92 anni conosce tutti di persona. Il nostro augurio è quello di riuscire ad avvicinare nuovi ragazzi alla disciplina, obiettivo per cui mio fratello trascorreva la maggior parte del suo tempo e per cui si dannava l'anima; se chi sta vivendo l'esperienza della disabilità iniziasse a praticare questo sport avrebbe la possibilità di rinascere proprio come aveva fatto lui”.