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Economia e lavoro | 12 marzo 2022, 06:54

Inflazione, allarme piccoli produttori: "Per non aumentare i prezzi, la grande distribuzione fa pagare a noi i rincari"

Cna Agroalimentare Piemonte: "Le microimprese ricevono meno del 50% dell'aumento del prezzo del prodotto: i costi devono distribuirsi su tutta la filiera"

carrello della spesa

L'inflazione colpisce i consumatori, ma anche i produttori che riforniscono i supermercati

È inflazione, a Torino e non solo. Ma dal Piemonte si leva una voca d'allarme, soprattutto dai piccoli produttori, che lamentano di rimanere "schiacciati" tra il tentativo di non aumentare i cartellini dei prezzi sugli scaffali e i maggiori costi per chi vende. "Per non scaricare i costi sui clienti, la grande distribuzione scarica i costi sui piccoli produttori. Ad oggi si può dire che la questione del costo del cibo è fuori controllo", dicono da Cna Agroalimentare

Aumenti da capogiro: farina, carne, burro e uova

Le microimprese fornitrici della grande distribuzione chiedono adeguamenti dei propri listini, ma riscontrano una forte resistenza da parte della grande distribuzione che cerca di limitare al massimo gli aumenti o cerca di applicarli spalmandoli su tempi lunghi da 3 a 10 mesi. Gli aumenti rispetto ad alcune materie prima sono già iniziati nella prima metà del 2021 e via via si sono intensificati. 

Le quotazioni di alcuni beni nel periodo 2021-2022 mettono i brividi. L'olio di semi è cresciuto del 108%, la semola di grano duro dell'82%, il burro dell'80%, la carne di bovino del 53% e la farina di grano tenero del 48%, così come le uova. "I produttori che forniscono la grande distribuzione per un primo periodo hanno cercato di gestire gli aumenti delle materie prime senza applicare rialzi sul prezzo del prodotto - dicono da Cna Agroalimentare -. Le problematiche sono via via peggiorate e soprattutto, quello che è un problema senza precedenti, è che sono aumentati tutti i costi: farina, mais, cereali in generale hanno avuto aumenti sino al 100%, burro, latte in polvere e carne hanno subito aumenti tra 50 e 80%, ma anche il packaging: cartoni, film e pellicole di imballaggio hanno subito aumenti dal 60 al 80%". 

Da gennaio la situazione è precipitata

Da gennaio possiamo dire che la situazione è precipitata perché gli aumenti dell'energia e del gas, già prima del conflitto in Ucraina erano diventati insostenibili.  Il risultato è che le imprese di trasformazione si trovano schiacciate tra il fornitore di materie prime che continua ad aumentare il costo del prodotto e la grande distribuzione che fa resistenza a riconoscere il maggior prezzo. E questo ci penalizza fortemente”, ha spiegato il segretario regionale della CNA Piemonte, Delio Zanzottera. “Per dare un'indicazione, gli aumenti richiesti dai produttori sono sopra il 10% e l'aumento accettato dalle catene di grande distribuzione è minore o uguale alla metà – ha aggiunto la responsabile regionale di CNA Agroalimentare Elena Schina -. Insomma, per ogni acquisto le nostre aziende perdono circa il 50%.  Si evidenzia, però, che gli aumenti richiesti dalle microimprese e dalle imprese artigiane di trasformazione agroalimentare sono comunque parziali, le nostre aziende, infatti, non stanno ribaltando totalmente i costi sulla grande distribuzione, ma stanno già cercando di assorbire l’aumento dei costi con una riduzione dei loro margini, ma a quanto pare questo non basta alle società. Quindi a maggior ragione si può comprendere come questa resistenza all'adeguamento dei prezzi metta in fortissima difficoltà le imprese”. 

Anche i lavoratori sono consumatori

"È vero che in questo modo la grande distribuzione tenta di tutelare il potere di spesa del consumatore, ma anche i dipendenti delle imprese trasformatrici sono consumatori e in questo momento le imprese di trasformazione vedono la propria attività fortemente compromessa. È chiaro che è interesse delle imprese riuscire a mantenere i rapporti di fornitura con la grande distribuzione, ma è necessario che ci sia una ripartizione dei costi sull'intera filiera che non soffochi chi si trova nel mezzo", concludono. 

Massimiliano Sciullo

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