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Viabilità e trasporti | 25 febbraio 2022, 19:29

Pinerolo-Torre Pellice: la Regione dice sì ai bus a idrogeno al posto del treno

Le associazioni ambientaliste spingono per riattivare la linea, mentre i Comuni vogliono una soluzione per i problemi di viabilità

Un tratto della Pinerolo-Torre Pellice a Bricherasio

Un tratto della Pinerolo-Torre Pellice a Bricherasio

“L’ipotesi dei bus a idrogeno sulla Pinerolo-Torre Pellice è vista positivamente dalla Regione Piemonte. La riteniamo una buona idea e sicuramente offre una soluzione sostenibile dal punto di vista ambientale”. Parola di Marco Gabusi, assessore regionale ai Trasporti. A distanza di dieci mesi dalla presentazione del progetto alternativo al treno, Gabusi dà un’indicazione sulla mobilità in Val Pellice, che non va in direzione della riattivazione del treno.
Mercoledì l’Unione montana del Pinerolese e le associazioni ambientaliste pro treno sono state ascoltate in un’audizione in Commissione Trasporti. “Ci aspettiamo una risposta chiara dalla Regione. Ci ha chiesto un progetto e lo abbiamo fornito, ora vogliamo che si lavori a una soluzione dei problemi di viabilità in Val Pellice” sostiene con fermezza Duilio Canale, presidente dell’Unione e sindaco di Luserna San Giovanni. Proprio nel suo Comune transitano 16 mila auto al giorno sulla Sp 161.

Il progetto della linea di bus a idrogeno ha un costo di 25 milioni di euro e andrebbero avviate le pratiche per acquisire il sedime ferroviario da Rfi, se si volesse procedere spediti su quella strada, battendo varie piste di finanziamento, tra cui i fondi del Pnrr.

Per Legambiente Val Pellice, però, questa soluzione presenta troppe criticità: “La linea nasce già congestionata nelle ore di punta, in virtù della sua portata. Inoltre al costo per realizzarla bisogna aggiungere quelli dell’acquisto della flotta dei bus, della loro gestione, dello stoccaggio dell’idrogeno… – entra nel merito Andrea Crocetta, vicepresidente dell’associazione –. Noi puntiamo a lavorare con i Comuni con cui si è riaperto un dialogo e chiediamo, già da ottobre 2020, che si tenga fede al contratto di servizio e si faccia ripartire la linea. Ci vorrebbe un annetto e si potrebbe lavorare a uno studio sulla mobilità in vallata per cercare di ampliare il bacino degli utenti della ferrovia”.

Marco Bertello

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